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Perchè non facciamo le cose che ci fanno bene?

Da Laviamacrobiotica @LaViaMacrobio

Perchè non facciamo le cose che ci fanno bene? Questa mattina ho sentito il desiderio di fare una passeggiata, ma mi sono ritrovata di fronte al muro della pigrizia. Dopo aver trascorso diverse ore seduta al computer sapevo di averne assolutamente bisogno. Sapevo che mi avrebbe fatto tanto bene.

Allora perché esitavo?

Un istante dopo aver formulato il pensiero “ ho bisogno di una passeggiata” ho iniziato a cercare scuse. Ho cominciato a guardare fuori dalla finestra in cerca di nuvole da pioggia, ma niente, cielo limpido. E così ho subito pensato “c’è troppo sole per una passeggiata!” Insomma, quando permettiamo alla pigrizia di decidere al posto nostro c’è sempre una buona scusa a portata di mano.

In quel momento mi sono ricordata di una frase del mio amico Max Volpi: “Dobbiamo imparare a fare ciò che ci fa bene anche se ci fa male”.

Una frase apparentemente assurda e contraddittoria, ma se ci pensi bene funzioniamo proprio così. Quando la pigrizia ci assale sembra proprio di farsi del male a prendere la decisione giusta. In quel momento di “illuminazione” ho deciso che avrei “sopportato un “piccolo male” per un “grande bene”. Ho preso il guinzaglio di Ada e sono uscita.

Ed ecco la magia, in un istante tutta la pigrizia era sparita ed ero felice di essere fuori a camminare con il mio cane in una così bella giornata di sole!

C’è un brevissimo istante, un momento critico tra il pensiero e l’azione che può fare la differenza. Nel mio caso tra il benessere e il malessere. Perché io avevo BISOGNO di quella passeggiata.

Quel momento è cruciale. Se ne diventi consapevole e ti ricordi di “sopportare un piccolo male per un grande bene”, hai vinto e ogni successo sulla pigrizia ti renderà sempre più forte e determinato, innescando un circolo virtuoso che ti permetterà di fare le scelte giuste, quelle a vantaggio della tua salute e del tuo benessere.

Come applicare questa nuova consapevolezza in cucina?

Solitamente l’ostacolo più grande che dobbiamo affrontare è la pianificazione dei pasti che alcuni cereali integrali in chicco e i legumi secchi richiedono. Per esempio, quando ti trovi di fronte al conflitto: “metto in ammollo un cereale/legume… non ho voglia, lo farò dopo, lo farò domani, oggi posso anche mangiare qualcos’altro, ecc.”, ricordati del piccolo male per un grande bene. Quando lo avrai fatto non solo ti sarai reso conto del poco tempo necessario, ma sarai anche soddisfatto per aver fatto qualcosa di utile per la tua salute. E la prossima volta sarà più facile. Vedrai!

Il segreto sta nel cominciare a sostituire una vecchia abitudine con una nuova. Per esempio: se sei abituato ad arrivare a casa e mettere su l’acqua per la pasta, perchè non provi a cuocere un cereale che non richeide ammollo, come il miglio, la quinoa, l’amaranto o il grano saraceno? Cuociono in 10-15 minuti. Nel frattempo tagli qualche verdura, la fai saltare in padella e appena il cereale è pronto lo aggiungi alle verdure. Il tempo è praticamente lo stesso che richiede preparare una pasta al pomodoro. E se per caso sei stato così bravo da organizzarti per tempo e hai in frigo un cereale già cotto, bè allora fai ancora prima!!!

Quando le nuove abitudini si saranno radicate non sentirai più la fatica dello sforzo di volontà, perché saranno entrate nella tua “zona di confort” e lavorerai per automatismi.

Tutti noi abbiamo una ”zona di confort”, un’insieme di abitudini che non ci creano stress, ansia, incertezza o fatica. Il solito bar, il solito panino, il solito lavoro (che non cambiamo anche se non ci piace), la solita pizza, le solite amicizie, il solito modo di cucinare…

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La zona di confort è fondamentale per non “andare in pezzi”, ma è anche limitante, perché non ci permette di cambiare quando lo desideriamo e quindi di migliorare la nostra vita. La resistenza al cambiamento ci blocca, ci rende rigidi, inflessibili e alimenta le nostre paure, negandoci la possibilità di vivere nuove esperienze.

E’ importante divenire consapevoli di questi meccanismi, per poter intervenire dove è necessario e apportare il cambiamento di cui abbiamo bisogno.

La tazzina di caffè tutte le mattine è decisamente un’abitudine che appartiene alla zona di confort. La semplice consapevolezza che il caffè fa male (ormai lo sanno tutti), evidentemente non basta per cambiare questa abitudine. E così, sempre più spesso, aspettiamo che sia la vita a crearci le condizioni al cambiamento. Una malattia, per esempio, è una potente leva al cambiamento. Ma vuoi davvero aspettare che il tuo corpo si ammali per cambiare?

Puoi farlo prima, lavorando su te stesso e sulla resistenza al cambiamento.

Ecco per te 7 passi per vincere la pigrizia e la resistenza al cambiamento

Il primo passo è la consapevolezza. Divenire consapevoli delle dinamiche di auto-sabotaggio.

Il secondo passo sta nell’individuare la motivazione che ti spinge a cambiare.

Il terzo passo è la disciplina. Un piccolo obiettivo ogni giorno.

Anthony Robbins dice “Il successo è sequenziale; risulta da una serie di piccole discipline. Come un treno che accelera piano piano fino a raggiungere le velocità ..”

E’ un po’ come quando devi far partire una macchina a spinta. I primi metri sono faticosissimi, la macchina è pesantissima e ti sembra di non farcela. Ma se resisti, pian piano la macchina prende velocità e diventa più leggera, finchè non fai più fatica a spingerla.

Cambiare un abitudine o intraprendere un nuovo stile alimentare funziona esattamente nello stesso modo. All’inizio è faticoso, sembra quasi impossibile, ma appena “prendi velocità” tutto diventa facile.

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Il quarto passo è ricordare la motivazione originaria ogni volta che la pigrizia ti assale.

Perché succede. Ma se sei preparato e sai che dentro di te c’è un piccolo sabotatore pronto all’azione, puoi vincere la partita contro la resistenza al cambiamento. Ogni volta che il sabotatore ti instilla nella mente milioni di ottime scuse zittiscilo concentrandoti sulla motivazione originale che ti ha spinto a cambiare la prima volta.

Il quinto passo è accettare un “piccolo male per un grande bene”. Una piccola fatica per un grande beneficio.

Il sesto passo è creare continuamente nuovi stimoli. Il nostro cervello si annoia in fretta e ci fa ripiombare nella pigrizia. Usa fantasia e creatività per non annoiarti. In cucina è importantissimo! Il mio segreto per non annoiarmi a cucinare è inventare ricette. Da quando ho aperto il blog cucino più spesso e più volentieri perchè invento una ricetta praticamente ogni giorno! E’ molto stimolante, quindi mantiene alta la motivazione.

Il settimo passo è…gioire del successo!!! Ogni volta che vinci la pigrizia congratulati con te stesso!

Buon cambiamento a tutti!

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“L’inizio di un’abitudine è come un filo invisibile, ma ogni volta che ripetiamo l’azione rinforziamo quel filo, vi aggiungiamo un filamento, finchè esso non diventa una grossa fune che ci lega definitivamente, pensiero e azione …”    (O.S.Marden)

Voglio condividere con te questo video che per me è sempre fonte di grande ispirazione. Lo guardo ogni volta che mi scoraggio e la motivazione finisce sotto le scarpe….sono sicura che sarà di grande aiuto anche per te, per motivarti al cambiamento. Se ce l’ha fatta lui….

Fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento. Per me la tua opinione conta molto!

:)


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