Magazine Cultura

Perché non suoneremo per Radio Rock.

Creato il 13 novembre 2011 da Fededragogna
L'anno che sta per concludersi ha un nome che sa di futuro - anche perché quando eravamo piccoli uscirono film che promettevano per questi anni chissà quali scenari e non certo un mondo identico coi walkman più piccoli e i televisori più grandi.
E per questo ci piace tanto usarlo come incipit in occasione di accadimenti che ci paiono inadatti al nostro senso di presente e di futuro ("ma come, nel 2011 ancora parliamo di queste cose?" - e simili).
Le cose che sono successe a Roma forse non sanno di 2011, ma non per questo possono sfuggire alla trama di valori e princìpi con cui siamo cresciuti.
Il 10 novembre Emilio Pappagallo, direttore/editore di Radio Rock (ci scusiamo se la qualifica dovesse essere imprecisa), decide di dare spazio a Gianluca Iannone - il presidente di Casa Pound, il centro sociale di riferimento per i "fascisti del terzo millennio" (definizione loro).
Lo decide senza consultarsi né confrontarsi con la redazione di Radio Rock, che in seguito all'accaduto si è licenziata o autosospesa.
Lo decide, o così lascia a intendere ascoltando l'intervista, animato da un sentimento di pace - o meglio di riappacificazione ad ogni costo, in nome di un superamento di divisioni che gli paiono o parevano antiquate.
L'intervista la potete ascoltare qui, sulla radio di Casa Pound.
Sentirete un Emilio Pappagallo timoroso che cerca di costruire enormi domande con la risposta dentro, nel tentativo di far diventare Iannone un paladino degli stessi valori che la Radio sente come propri - e cerca di tradurre la loro inconciliabilità in una specie di pluralismo da bar - della serie io continuo a pensarla così, tu continui a pensarla colà.
Iannone ovviamente non si smuove di un centimetro dalle sue consuete posizioni e, non essendo interpellato su alcuna questione di principio relativa al pensiero che anima Casa Pound, conduce l'intervista - che si conclude con l'ennesimo goffo tentativo di volemose bene.
L'impressione è che Emilio già dopo pochi minuti si accorga di aver portato in casa un puma, e di avere da dargli solo cibo per gatti.
I Ministri sono cresciuti facendo propri i valori dell'antifascismo - dove per fascismo si intende sia un periodo storico sia ogni ideologia o comportamento che si richiami a quel periodo e che ne condivida l'idea di stato e di funzionamento dei rapporti di potere.
Tenere in vita la stessa parola fascista - che è un insulto generico anche in molte altre lingue - è la missione di una parte della destra italiana, con modi e azioni tra loro profondamente diverse.
La storia che stiamo attraversando oggi ci dice che il mondo è in mano a un mercato scellerato e alla finanza più buia - e non crediamo che siano i fascisti né un vero problema né un'erbaccia da estirpare o qualcosa cui va tolto ipso facto il diritto di esistere.
Ciò detto, nel momento in cui si decida di confrontarsi o di dar spazio a realtà di estrema destra è fondamentale pretendere dalla persona con cui ci si sta confrontando una presa di posizione chiara rispetto al fascismo stesso e ai suoi simboli.
Il diritto di parola che madre natura ha garantito a tutti non deve confondersi con il diritto a offendere la storia.
Chiunque voglia configurarsi come attivista di destra e risultare credibile e serio e rispettabile interlocutore deve e dovrà finché necessario prendere le sacrosante distanze sia nel linguaggio sia nell'iconografia, prima ancora che negli atti, da ideologie scellerate.
Chiunque si rifiuti di farlo (posizione che spesso riassume e conclude l'identità di molti neofascisti) esisterà e continuerà ad avere il diritto di esistere, ma non avrà il nostro rispetto né la nostra disponibilità a una discussione.
C'è di certo bisogno che l'Italia superi un passato di guerra ideologica ormai fuori tempo massimo e che superi insieme un presente ancora vivo di pestaggi, agguati e minacce.
Ma nel complesso processo che risolverà questa dicotomia non ha senso alcuno rileggere la storia del nostro Paese o tentare un'improbabile equiparazione delle violenze perpretrate: la violenza di un popolo che cerca libertà assomiglia a quella di Stato solo nel colore del sangue, il resto non ha punti di contatto.
Per questi motivi riteniamo inaccettabile la scelta e soprattutto la forma col quale è stata condotta questa pace coatta.
La speranza in un futuro in cui vedremo risolti questi conflitti interni non deve banalizzare il concetto di pluralismo o ridurre l'antifascismo e il fascismo a due opinioni - come emerge dall'intervista di Pappagallo.
Per questi motivi i Ministri, Ausgang, Dna Concerti e Godzilla Market decidono di annullare il concerto in collaborazione con Radio Rock del prossimo venerdì 18 novembre all'Orion di Ciampino.
Il concerto si terrà in data da definirsi in un'altra location e ovviamente le prevendite per l'Orion permetteranno l'accesso alla nuova data. Per chi avesse comprato la prevendita e non potesse partecipare al recupero del concerto, studieremo un modo di indennizzo.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines