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Perché tante bufale in rete?

Creato il 15 ottobre 2013 da Laperonza

 

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Sembrerebbe quasi che sia un fenomeno per burloni che si divertono a prendere per i fondelli i tanti boccaloni che sono in rete. In realtà il fenomeno delle innumerevoli false notizie (bufale) che circolano viralmente sul web anche e soprattutto grazie ai social network è molto più complesso e potenzialmente pericoloso. Le motivazioni che spingono taluni individui a diffondere false informazioni possono essere di vario genere ma certamente la goliardia non è la principale.

Certamente vi sono alcuni blogger che, avendo riempito le loro pagine di banner pubblicitari, hanno interesse a moltiplicare le visite. È bene sapere che molti dei banner che vedete nei vari siti sono esposti a pagamento, ossia il proprietario del sito percepisce una piccolissima somma per ogni visita ricevuta sul sito in funzione della pubblicità che ne deriva tramite i banner. È evidente, quindi, che diffondere notizie false ma stuzzicanti, invitanti, accattivanti aiuta ad aumentare le visite e, di conseguenza, gli introiti. Ma questo, a parte la dubbia moralità, non è poi così pericoloso.

Ci sono però motivazioni politiche. Molte bufale vengono diffuse relativamente ad argomentazioni politiche o etiche e la loro propagazione è più forte nei periodi vicini a notizie di cronaca che le richiamano. Facciamo un esempio: la strage di migranti a Lampedusa. Nei giorni immediatamente successivi abbiamo letto notizie assurde che vanno dagli stupri in mare allo spreco di cibo, tutte documentatamente false. Perché vengono fatte circolare?

Oggi siamo sovraesposti alle informazioni. La necessità di formarsi un’opinione autonoma rispetto a quella che ci vuole essere inculcata da chi detiene il potere dell’informazione attraverso i media tradizionali ci porta a cercare notizie attraverso fonti alternative. Da qui consegue che il flusso di informazioni è troppo grande per essere gestito facilmente per cui si tende alla superficialità, leggendo solo i titoli o velocemente gli articoli ma senza approfondire, cercare riscontri oggettivi. Questo ovviamente rende facile il compito di chi vuole manipolare questo nuovo tipo di informazione, attraverso, appunto, l’immissione in rete di notizie abilmente costruite in modo di colpire la sensibilità già aumentata dalle cronache ufficiale. Ecco allora che si fa del qualunquismo conseguenziale alla sovrainformazione lo strumento per creare opinioni distorte. Il cervello umano, del resto, tende a credere più in base alla presunta attendibilità di chi fornisce l’informazione che alla notizia stessa. Così, vivendo oggi nel mito dell’infallibilità della rete (come una volte c’era l’infallibilità della televisione), chiunque può passare informazioni manipolate purchè costruite con perizia. E in seguito, una volta che si acquisisce una notizia per vera, diventa davvero difficile convincersi del contrario. Per cui attenzione.

Luca Craia

 


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