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Perchè Tavecchio non è adatto a guidare il calcio italiano

Creato il 30 luglio 2014 da Dani Ultimissimecalcio @UltimeCalcio

71 anni. Cinque condanne penali per un totale di un anno, tre mesi e ventotto giorni di reclusione, con multe ed ammende per un totale di 7000 euro. Le motivazioni?  “falsità in titolo di credito continuato in concorso», «violazione delle norme per la repressione dell’evasione in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto», «omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali», «omissione o falsità in denunce obbligatorie», «abuso d’ufficio» e «violazione delle norme per la tutela delle acque dall’inquinamento». Gaffe a ripetizione, l’ultime delle quali la frase razzista su “Opti Pobà che mangiava le banane ed ora è titolare nella Lazio”. Con un profilo del genere sarebbe perfetto per fare il parlamentare, direbbe qualcuno; ed invece Carlo Tavecchio, titolare del lusinghiero curriculum qui riportato, è il candidato favorito alla guida della Federazione Italiana Giuoco Calcio, appoggiato da serie minori e serie A, con Lotito e Galliani tra i maggiori sponsor. Ex sindaco Dc di Ponte Lambro nel comasco, una carriera tutta nella Lega Nazionale Dilettanti fino ad arrivarne alla presidenza nel 1999, ora punta alla poltrona più alta del calcio italiano. Le sue esternazioni hanno suscitato una marea di critiche tra tifosi, addetti ai lavori e politici (con la chiara disapprovazione espressa dal governo Renzi), oltre a dichiarazioni ostili di Ue e Fifa. Tuttavia lui va avanti diritto, tra una dichiarazione surreale e l’altra, sicuro dell’appoggio di quella lobby di settantenni che ancora fa il bello ed il cattivo tempo nel nostro calcio (Galliani, Lotito, Matarrese, Carraro e Pescante). Il candidato alternativo, il quarantenne Albertini, non riscuote molti appoggi, in un mondo dove la rottamazione non è ancora arrivata e Tavecchio sembra il candidato perfetto perchè tutto nel mondo del pallone italiano continui come prima, senza disturbare i manovratori.

 
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71 anni. Cinque condanne penali per un totale di un anno, tre mesi e ventotto giorni di reclusione, con multe ed ammende per un totale di 7000 euro. Le motivazioni?  “falsità in titolo di credito continuato in concorso», «violazione delle norme per la repressione dell’evasione in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto», «omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali», «omissione o falsità in denunce obbligatorie», «abuso d’ufficio» e «violazione delle norme per la tutela delle acque dall’inquinamento». Gaffe a ripetizione, l’ultime delle quali la frase razzista su “Opti Pobà che mangiava le banane ed ora è titolare nella Lazio”. Con un profilo del genere sarebbe perfetto per fare il parlamentare, direbbe qualcuno; ed invece Carlo Tavecchio, titolare del lusinghiero curriculum qui riportato, è il candidato favorito alla guida della Federazione Italiana Giuoco Calcio, appoggiato da serie minori e serie A, con Lotito e Galliani tra i maggiori sponsor. Ex sindaco Dc di Ponte Lambro nel comasco, una carriera tutta nella Lega Nazionale Dilettanti fino ad arrivarne alla presidenza nel 1999, ora punta alla poltrona più alta del calcio italiano. Le sue esternazioni hanno suscitato una marea di critiche tra tifosi, addetti ai lavori e politici (con la chiara disapprovazione espressa dal governo Renzi), oltre a dichiarazioni ostili di Ue e Fifa. Tuttavia lui va avanti diritto, tra una dichiarazione surreale e l’altra, sicuro dell’appoggio di quella lobby di settantenni che ancora fa il bello ed il cattivo tempo nel nostro calcio (Galliani, Lotito, Matarrese, Carraro e Pescante). Il candidato alternativo, il quarantenne Albertini, non riscuote molti appoggi, in un mondo dove la rottamazione non è ancora arrivata e Tavecchio sembra il candidato perfetto perchè tutto nel mondo del pallone italiano continui come prima, senza disturbare i manovratori.

 
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