Magazine Tecnologia

Persi nel buio - Recensione - PC

Creato il 26 maggio 2014 da Intrattenimento

Due fratelli in lotta contro le avversità nell'opera targata Nowhere Studios

Nonostante abbia raggiunto e superato solo per un soffio l'obiettivo su Kickstarter la scorsa estate, ottenendo circa 5 mila dollari in più rispetto agli 80 mila richiesti, il titolo sviluppato dai ragazzi di Nowhere Studios, software house indipendente con sede ad Istanbul, sin dalle sue prime apparizioni suscitò un discreto interesse per il peculiare approccio artistico e le tematiche trattate, raccontate attraverso le sole immagini in gioco: "senza testi o sequenze animate, per essere immediatamente comprensibili dai giocatori di tutto il mondo", specificarono gli autori in sede di presentazione. Monochroma, così chiamato per il particolare stile già apprezzato in altre produzioni come Betrayer e l'originale SuperHot, ove il rosso esalta alcuni dettagli in un mondo dominato da sfumature di grigio, è un puzzle platform a scorrimento orizzontale fortemente legato alla fisica e con due muse ispiratrici d'eccezione, ovvero il bellissimo Limbo dei danesi Playdead ed il capolavoro ICO di Fumito Ueda. L'accostamento con la prima opera è evidente in qualsivoglia materiale promozionale distribuito sino ad oggi, mentre con la seconda, al di là dell'accento posto sul coinvolgimento emotivo, va letto nella relazione tra i due fratelli protagonisti, con il più piccolo, ferito, che ricorda molto da vicino Yorda per l'influenza nelle meccaniche di gioco. Il fil rouge che lega Monochroma con le suddette produzioni non è mai stato nascosto dagli autori, che anzi lo hanno esplicitamente esaltato come punto di forza in più occasioni, facendo tuttavia leva su alcuni elementi che sottolineano l'originalità e la personalità del progetto. Basti pensare al forte messaggio di responsabilità sociale che permea l'intera produzione, ispirata dalle violente proteste di Gezi in Turchia nel 2013 e che mette all'indice, fra le altre cose, i valori dell'economia liberale, lo sfruttamento dei minori nel mondo del lavoro e la distruzione dell'ambiente in favore dell'industria. Propositi nobili che tuttavia, trattandosi di un videogioco puro, debbono esser comunque legati a parametri prettamente ludici, ove il lavoro di Nowhere Studios purtroppo non riesce a brillare quanto dal punto di vista delle idee e della componente artistica. Nei prossimi paragrafi vi spieghiamo perché.

Quei loschi figuri

Ambientato negli anni 50 in un futuro distopico, talvolta sfiorato da elementi in chiave steampunk, Monochroma ci mette nei panni di una coppia di giovanissimi fratelli divenuti scomodi testimoni di un (orrendo) crimine commesso da una spietata corporazione, il cui giro d'affari si basa sulla commercializzazione di curiosi robot domestici. La storia, raccontata dalle sole immagini in gioco, inizia con i due intenti a rincorresi e a giocare con un aquilone rosso fra sterminati campi di granoturco, immersi in un'atmosfera agreste e poetica ma anche profondamente malinconica. In questa breve sequenza, anteposta alla repentina svolta drammatica, gli sviluppatori hanno voluto omaggiare le proprie memorie d'infanzia, legate a bucolici paesaggi ancora intonsi dal vapore e dal metallo portati successivamente dall'industrializzazione.

Persi nel buio
I ragazzi, felici e spensierati, in un parallelismo col doloroso passaggio di un'epoca, incappano in una caduta improvvisa che provoca il ferimento del più piccolo, costringendo il fratello maggiore ad occuparsi di lui trasportandolo sulle spalle: non ci sono "ragazzi con le corna" né misteriose fortezze nascoste, ma da quel momento in avanti chiunque abbia giocato al capolavoro di Fumito Ueda vivrà una sottile - quanto gradevole - sensazione di deja vù. La strada a ritroso è purtroppo impraticabile e l'incontro col primo losco figuro della corporazione di cui sopra, trasforma la giornata storta della coppia in un vero e proprio incubo; una costante fuga verso l'ignoto che abbraccia quattro differenti mondi di gioco (Periferia, Ghetto, Industria e Zeppelin) e decine di enigmi ambientali da superare. Come specificato in sede di premessa, Monochroma è un puzzle platform a scorrimento laterale basato sulla fisica, le cui meccaniche ricordano da vicino quelle di Limbo: ci sono infatti leve da premere, casse da spostare, meccanismi da attivare, piattaforme da raggiungere ed ostacoli più o meno ingegnosi da aggirare, che richiedono arguzia, intelligenza e spesso anche un ottimo tempismo. Il fulcro cui ruota attorno la maggior parte degli enigmi è tuttavia legato al trasporto del fratellino più piccolo, impossibilitato a muoversi autonomamente e, soprattutto, impaurito dal buio, potendo così esser "parcheggiato" momentaneamente nelle sole e rare zone illuminate. Quando il maggiore - controllato dal giocatore - non è impegnato a far da balia, inoltre, è ben più agile e leggero, ed è su tutte queste caratteristiche che gli sviluppatori hanno plasmato la struttura del gameplay, talvolta con soluzioni brillanti ed ingegnose, altre volte troppo orientate al trial and error, frustranti nelle meccaniche o inutilmente laboriose. Un sistema di controllo preciso e responsivo è altresì fondamentale per ottenere i risultati sperati in un prodotto del genere, ma purtroppo in Monochroma non solo i comandi risultano legnosi e poco adatti ai salti millimetrici richiesti, ma può capitare che il sistema fisico faccia cilecca trasformando alcune banali sequenze in veri e propri incubi.
Persi nel buio
Non c'è nulla di più frustrante che superare brillantemente un puzzle ben studiato, e morire (di continuo) nella scena immediatamente successiva perché ad esempio, saltare mentre si scivola da una tettoia inclinata è inutilmente complesso. Per fortuna l'intelligente distribuzione dei checkpoint riesce in parte a limitare i danni. E' possibile giocare sia con la tastiera che col joypad dell'Xbox 360, ma con il secondo, curiosamente non indicato in alcun menù del gioco, siamo andati incontro ad uno dei bug più assurdi che ci sia mai capitato di affrontare, tale da impedirci il prosieguo della storia. In poche parole, utilizzando la suddetta periferica il nostro personaggio non riusciva ad aggrapparsi ad una semplice sporgenza (il tetto di un'imbarcazione), mentre eseguendo la medesima azione con la tastiera tutto filava liscio. Ci auguriamo che questo incredibile bug venga rimosso prima della pubblicazione su Steam, che ricordiamo avverrà il prossimo 28 maggio. Durante il corso dell'avventura, caratterizzata da alcuni colpi di scena e la cui longevità si attesta attorno alle 6 ore di gioco, si alternano dunque fasi emozionanti, intense e ben congegnate, ad altre frustranti ed inutilmente macchinose, che spezzano in parte la magia e l'atmosfera che permeano l'intera produzione turca. Monochroma - Il trailer cinematico
Persi nel buio - Recensione - PC
Monochroma - Il trailer cinematico

Profondo rosso

Così come per le meccaniche di gioco basali, anche dal punto di vista squisitamente artistico il titolo di Nowhere Studios è profondamente ispirato all'opera di Playdead, soprattutto per ciò che concerne l'atmosfera generale che risulta malinconica e tetra; ciò nonostante, oltre al pizzico di colore rosso - e raramente di altri - che dipinge alcuni elementi in un mondo in sfumature di grigio, in Monochroma è evidente una mole poligonale decisamente più corposa, ove le architetture sullo sfondo, talvolta animate, sono spesso complesse e ricche di dettagli.

Persi nel buio
Vi sono falegnamerie, centri commerciali, fabbriche, interni ed esterni di appartamenti, mezzi in movimento e molto altro ancora; scorci di un 1950 alternativo che non solo offrono un discreto senso di varietà, ma che spesso sono alla base degli enigmi ambientali più interessanti. Basti pensare all'incendio che si scatena all'interno di un palazzo, alla cisterna da riempire d'acqua per sfuggire a morte certa o al gioco di ascensori di una sezione del secondo mondo. Alla certosina cura artistica si contrappone tuttavia la legnosità delle animazioni, talvolta legate ad un ragdoll poco ottimizzato che rende esilaranti e ridicole le più truci sequenze di morte. Per quanto concerne le impostazioni grafiche, al di là della classica risoluzione, è possibile settare solamente un generico livello qualitativo (da basso ad alto) ed il full screen, inoltre per superare il tearing di cui soffre il gioco è necessario forzare il vsync con soluzioni esterne. Buona la colonna sonora realizzata dalla band folk Gevende, nella maggior parte dei casi caratterizzata da temi malinconici che ben si sposano con le tematiche trattate e con la quasi costante pioggia che bagna gli scenari. Gli effetti sonori si limitano invece a svolgere il proprio compitino, con campionature dal timbro generalmente poco incisivo.

Pro

  • Artisticamente ispirato
  • Limbo ed ICO sono muse d'eccezione
  • Diversi puzzle ambientali sono ingegnosi e brillanti..

Contro

  • ..ma altri risultano noiosi o frustranti
  • Comandi e motore fisico talvolta imprecisi
  • Animazioni ingessate

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :