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pesa non è un musicista, è uno che sale su un palco, fa casino, fa ridere, si fa deridere e poi vomita

Creato il 25 febbraio 2011 da Pesa

Di regola il tutto inizia alle 22.30. Negli inviti Facebook, negli sms, nei piccoli cartelli che si appendono per la città quello è l'orario per eccellenza. In pratica, invece, si inizia alle 23.30/00.00. Finisci di lavorare un po' prima, anche perché hai bisogno di tempo per fare una doccia, cambiarti e mettere sotto i denti qualcosa perché «mangiare fuori mi costa troppo» (Questa regola viene meno alle 22.25). 

Lo studio il giorno non è contemplato. Però se hai un esame è meglio, la sera hai un ulteriore scusa per bere e divertirti di più, sia che l'esame vada bene o vada male.L'appuntamento al locale è per le 19.30. «Come mai un così largo anticipo?» Semplicemente non sei una rockstar ai livelli di Mick Jagger, quindi devi montare tu tutto il backline, devi fare tu il soundcheck, devi batterti per avere almeno mezza consumazione da dividere in 6. Intorno alle 18.00 dovrebbe passare a prenderti Vobi a casa tua, ma così non è. Passa alle 19.30. Tempo di andare in Sala, caricare la strumentazione in macchina, fare una partita a calcio balilla (una partita che ti travolgerà talmente tanto che alla fine diventeranno 4/5) e finalmente ci si può incamminare, però solo dopo aver preso, ovviamente, almeno 5-6 birre da casa, perché «bere fuori mi costa troppo» (Questa regola viene meno alle 22.00).Si arriva in loco con almeno un'ora di ritardo - non sei una rockstar ma comunque un po' di attesa devi crearla - e ci si prende un minimo di antipatia da parte del gruppo con cui devi condividere il palco. Non si sa perché ma non sei ma tu quello puntuale. Montato il tutto alla velocità della luce è il turno del soundcheck: durata media 15 secondi:«Funziona??» «Si»; «Funziona?? SA SA Prova!» «Si»; «Questo?» «No. Stigazzi, ne usiamo un altro».Ora è il momento del cibo. Se suoni al Poetto il punto di riferimento sono i caddozzi* al Cavalluccio, se suoni in un paesino sperduto nell'entroterra sardo non hai bisogno di andare a procacciare cibo perché te lo offrono, se suoni nel Cagliaritano pizzette a man bassa. Momento alcol. Da qui in poi il tutto diventa un enorme ?. Già, anche perché dopo che mandi giù intorno alle 6-7 birre, 3 whiskey, 5 apfel (che bontà), 1 black russian (perché mai fosse che qualche locale riesca a farti un white! Nella mia ricerca disperata solamente 2 volte son riuscito a trovarlo a Cagliari, ed erano anche discreti), 1 jagermeister e chissà cos'altro ti ricordi ben poco. E tra quel "ben poco" di certo non rientrano le tue canzoni o il saper tenere in mano una chitarra. Però in compenso spari una marea di stronzate, e la cosa bella è che son tutti li che prestano attenzione al buffone che sei diventato in questa lenta evoluzione. Ma la cosa più sconvolgente di tutte è come tutto ciò che hai ingurgitato riesca a salire e farti sbroccare (nel vero senso della parola) non appena sei sceso dal palco.
Ora sei in uno stato catatonico, mezzo morto e mezzo scemo, cerchi appiglio a qualsiasi cosa ma nel mentre butti fuori tutto ciò che hai mandato giù durante la serata, finché qualche buono di cuore non ti riaccompagna a casa, e tu rischiando di morire nel tuo vomito - ma non lo fai perché hai un barattolo magico di cui prima o poi parlerai - ti lasci andare alle tenere braccia di Orfeo, che ti coccola e ti rimanda alla prossima serata. 
*A Cagliari, dicesi "caddozzi" i paninari che vendono per le strade con i furgoni  i panini più ipercalorici che il genere umano abbia mai concepito. Consiglio by Pesa: panino con wurstel, cipolla, patatine fritte, kechtup e maionese. La fine del mondo. 

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