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Pesce, figlio dell’Onorata Società, nelle mani della giustizia

Creato il 10 agosto 2011 da Yellowflate @yellowflate

 

francesco pesce figlio di testuni, boss di Rosarno al momento dell'arresto

Francesco Pesce, nato nel 1978 il boss della ‘Ndrangheta arrestato nella notte dai carabinieri, si nascondeva in un bunker interrato nel cortile di un’azienda a Rosarno, in Calabria. Francesco Pesce, noto Cicciu Testuni fa parte dell’ ‘ndrina dei Pesce, la cosca è noto, opera nella a Piana di Rosarno in provincia di Reggio Calabria, tutti i membri della ‘ndrina per lo più gestiscono i traffici dell’area di Gioia Tauro:  porto, droga,  estorsioni,  controllo dei mercati agricoli.Anni fa hanno  sancito un’alleanza per il controllo del territorio della piana di Gioia Tauro insieme ai Piromalli, i Mancuso e ai Molè. IPesce poi operano essenzialmente su Milano nella zona di Quarto Oggiaro mentre all’estero, grazie alla “fratellanza” con i concittadini, Bellocco, hanno numerosi contatti con la malavita austriaca, greca, libanese, tedesca e francese. I Pesce hanno spesso vinto le guerre di mafia ed in particolare l’ultima recente, avvenuta  mafia avvenuta nella provincia di Catanzaro, Crotone e nella Sibaritide Cosentina. Anche Francesco, come tutti gli altri Pesce risulta appartenere ai Basilischi, la quinta mafia nata a Potenza. Francesco però è figlio di Antonino Pesce, il  mammasantissima della Piana di Gioia Tauro, detto “Testuni”,  capobastone della ‘ndrina rosarnese, attualmente detenuto al 41 bis. Antonino in un colloquio con il figlio aveva detto: « …Ciccio, tu la devi smettere…tu pensa che io ho la possibilità di fare venire la fine del mondo. Io – aggiunge Pesce – in ogni paese ho fatto un favore, in ogni paese…uno in ogni paese ce l’ho…sai che faccio venire la fine del mondo…non c’é niente per nessuno »

Ieri però la latitanza di Ciucciu Testuni è finita, i Carabinieri del Comando Provinciale e del ROS di Reggio Calabria e dello Squadrone Eliportato Cacciatori hanno catturato a Rosarno il latitane Francesco Pesce, capo cosca, inserito nell’elenco dei ‘latitanti pericolosi’ stilato dal Ministero dell’Interno.

Pesce e’ stato stato sorpreso, ieri sera, in un bunker interrato, collocato all’interno del cortile dell’azienda ‘Demol Sud’ di Rosarno.

Il bunker di circa 40 mq composto da tre locali (cucina, bagno e camera da letto), al quale si accedeva mediante una botola azionabile da un meccanismo elettro-pneumatico attivato grazie ad un telecomando, era attrezzato con i migliori ‘comfort’: un impianto di video sorveglianza attivo, aria condizionata, collegamento ad internet e televisione con parabola.

Insieme a Cicciu è stato fermato il titolare della ditta ‘Demol Sud’ di Rosarno, Antonio Pronestì, di 44 anni. Verso il Pronesti vengono mosse accuse di  favoreggiamento della latitanza di Francesco Pesce,  con l’aggravante della modalità mafiosa.

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