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PET e risonanza magnetica per mappare il cancro alla prostata

Creato il 11 dicembre 2013 da Laprostata @espriweb
risonanza magnetica PET cancro alla prostata Il cancro alla prostata può essere efficacemente mappato combinando la tomografia ad emissione di positroni (PET) e la risonanza magnetica (RM). La combinazione di questi due strumenti di indagine offre risultati migliori rispetto alla combinazione della PET con la tomografia computerizzata (TC). Soprattutto in presenza di una recidiva, risulta molto importante poter disporre di immagini di alta qualità grazie alle quali individuare tutte le aree in cui il cancro si è diffuso e pianificare il trattamento migliore. In un recente studio sono stati confrontati i due metodi di indagine, alla fine del quale i ricercatori hanno scoperto che la combinazione della PET con colina C11 (un agente di imaging molecolare) con la RM, fornisce dati più certi ed una più precisa localizzazione della recidiva. Ciò permette di sottoporre i pazienti ad una terapia più mirata ed efficace. Lo studio è stato condotto su 31 pazienti, tutti sottoposti ad entrambi i metodi di indagine, PET/TC e PET/RM. Le scansioni sono state interpretate separatamente e tutte le lesioni rilevate sono state classificate in base alla loro più o meno riscontrata pericolosità. I ricercatori hanno scoperto che la PET/RM ha individuato 17 aree di metastasi in 12 pazienti, 42 metastasi linfonodali e 17 metastasi ossee; la PET /TC, invece, ha individuato 12 aree di metastasi in 8 pazienti, 39 metastasi linfonodali e 14 metastasi ossee. La PET/RM, inoltre, ha prodotto ottimi risultati nell’individuazione delle recidive dei tumori alla prostata. I pazienti colpiti da questo tumore, spesso anziani, hanno così la possibilità di ricorrere a questo nuovo metodo di indagine che, oltre a risultare più preciso ed efficace, non li espone alle pericolose radiazioni.

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