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Phenomena (di D. Argento, 1985)

Creato il 05 novembre 2012 da Frank_romantico @Combinazione_C
Phenomena (di D. Argento, 1985)
Questo Novembre 2012 dovrebbe essere il mese dell'uscita nei cinema italiani del film horror che rivoluzionerà il genere qui da noi. Ovviamente sto parlando di Dracula 3D del maestro (ehm... sì, maestro) Dario Argento. Il Darione nazionale infatti sarà il primo ad utilizzare in Italia la tecnologia del treddì e per farlo ha scelto di adattare il noto romanzo di Stoker, di cui ricordiamo sempre con piacere la più alta trasposizione cinematografica (quella made in Coppola, recensita qui). Ma la vera rivoluzione sarà quella di spingere l'horror italiano a livelli di indecenza mai vista, giù per il baratro, come non fossero già stati abbastanza Giallo o La Terza Madre. Ma non ho voglia di innescare qui la solita polemica su Argento e il suo cadere inesorabile tra le profondità della inettitudine. Voglio parlare invece di quando questo regista sapeva far bene il suo lavoro: rabbrividire, sognare, spaventare e persino commuovere. Tralasciando i capolavori Profondo Rosso e Suspiria, vorrei parlare del sottovalutato e magnifico Phenomena.
Jennifer, una ragazzina americana con la straordinaria capacità di "comunicare" con gli insetti, si trova in un collegio di Zurigo per studiare. Ma tra le verdi e tranquille vallate, si aggira un pericoloso maniaco necrofilo che uccide le ragazzine e nasconde i loro corpi... (tratto da filmscoop.it)
Phenomena (di D. Argento, 1985)
Phenomena è un film del 1985, diretto da Dario Argento dopo il mediocre Tenebre e prima del mediocre Opera. Sì, voglio essere gentile. Un film che a otto anni di distanza dal cult Suspiria, ne ripropone trama e topoi: una ragazza in un collegio oltralpe isolato, inspiegabili omicidi, un segreto tra le mura della struttura e, soprattutto, la componente sovrannaturale. In questo caso però non si tratta di streghe, sette e magia nera ma della capacità della protagonista di comunicare e controllare gli insetti. Ecco, gli insetti. In una delle sequenze iniziali del film si parla di come attraverso un particolare studio e uso degli insetti si possano risolvere casi di omicidio altrimenti inspiegabili. Parliamo della prima metà degli anni '80, non di un episodio di CSI o RIS, e sembra che quella sequenza ci voglia introdurre in un film di fantascienza. Eppure è proprio questa ipotesi (tra l'altro veritiera) a fare da motore per l'intero film. Perchè all'epoca i film di genere erano come romanzi: le ossessioni di un autore passavano dalla sua testa alla pellicola come fosse un foglio. Per questo i primi film di Argento (e non solo i suoi) erano caotici labirinti che sfociavano nell'incoerenza, insieme di sequenze tra l'onirico e il sadico che come unica ragion d'essere avevano la loro estetica e il loro valore simbolico. Quindi il presupposto iniziale è proprio questo: con gli insetti si possono risolvere casi di omicidio e, guarda caso, nel cantone svizzero che ospita il collegio stanno avvenendo proprio misteriosi omicidi. Ma manca ancora un pezzo, perchè umani e insetti sono due mondi a parte. Per questo in tal contesto viene inserita con forza la protagonista del film, Jennifer (una giovanissima Jennifer Connely), non altro che un tramite tra i due mondi.   
Phenomena (di D. Argento, 1985)
In Phenomena Argento si diverte e si vede. Non a caso questo è il suo film preferito. Forse perchè in Phenomena rinuncia definitivamente alle regole per l'anarchia, all'ordine per il caos. Il film stesso parte da elementi che nel loro essere incredibili hanno una base razionale per poi essere contaminato e cadere nella fiaba. Jennifer è cappuccietto rosso e il killer il lupo cattivo. Le fiabe, si sa, fanno paura ai bambini ma anche ai grandi, al fanciullino che c'è in ogni adulto, ed è questo presupposto pascoliano che permette al regista di tirar fuori le proprie paure recondite e di scontrarsi/confrontarsi con la forza della natura, il bosco in cui ci si perde se con questa natura non si ha un legame. Altrmenti c'è il male, altrimenti c'è l'uomo nero che ti prende e ti porta via. Il legame con la natura, che non è né buona né cattiva, ce l'ha Jennifer ed è rappresentato dalla sua capacità di rapportarsi con gli insetti. Lei è quindi l'eroina che, potendosi muovere su entrambi i piani, è in grado di osservare gli accadimenti in cui si è andata a trovare da una prospettiva nuova, duplice. Forse è proprio questa la novità del film rispetto alla precedente filmografia del regista: il personaggio principale, qui, non è una persona qualunque che si ritrova ad essere preda degli eventi ma qualcuno il cui destino era proprio quello. Una persona non qualunque. Jennifer è l'unica in grado di poter dare ordine al caos e proprio per questo viene presa di mira dall'assassino. E' un essere speciale, una predesitinata. Se ne rende conto (e se ne compiace) l'entomologo John McGregor (un Donald Pleasence più carpenteriano che mai), lo capisce Frau Brückner, vicedirettrice della scuola, e lo intuiscono le crudeli compagne di scuola che ci ricordano ancora una volta quanto l'essere speciali equivalga all'essere diversi. E la diversità fa male, la diversità fa paura.
Phenomena (di D. Argento, 1985)
Pensandoci bene Phenomena è un film sui reietti che parla di reietti. Psicopatici, deformi, disabili e sonnambuli. Vittime e carnefici, ossessivi e ossessionati. Tutti si scontrano con la diversità che li rende soli e ognuno l'affronta in maniera diversa. Argento tratta il tema senza l'ansia e la sfrontatezza del voler essere per forza didascalico e si limita a raccontare delle storie. Per farlo però non usa uno stile narrativo ma figurativo, si comporta come un pittore che deve rappresentare stati d'animo attraverso forme e colori. Per questo riesce a girare il suo film più evocativo e poetico realizzando un calendoscopio di immagini e musica. In questo viene aiutato dall'artigiano Stivaletti, da 40 milioni d'insetti e da un cast immenso tra cui spicca una più che crudele Daria Nicolodi. Alla fine ogni personaggio si troverà a fare i conti con quello che è o che è diventato. Ma alla fine non vincerà nessuno, perchè la natura imperscrutabile è una matrigna che non fa sconti. E alla fine il vero eroe sarà uno scimpanzè spinto dalla vendetta.
Quello che fa paura realmente di questo film è la totale imprevedibilità, non solo a causa dei colpi di scena finali (a cui Argento ci aveva già abituati) ma per l'originalità di un'attitudine che l'ha spinto a realizzare un'opera assurda. Quello che fa paura è che le immagini prendono forma nel nostro subconscio e noi non capiamo nemmeno il perchè: perchè un bambino deforme visto di spalle possa traumatizzarci così tanto o perchè la visione di uno sciame d'insetti che circonda una scuola possa diventare tanto indelebile. Anche dopo aver scoperto che non era altro che caffè. Probabilmente è questa la magia del cinema di cui tutti parlano. Poi Dario Argento ha finito le cartucce ed è diventato la brutta copia della brutta copia di se stesso. Poi arriva Dracula 3D e il pensiero che anche lui sia morto e un sosia abbia preso il suo posto si affaccia alla mia mente. Poi il cinema di genere è morto e noi siamo ancora qui, a pensare di poterci svegliare dopo questo brutto sogno.
Phenomena (di D. Argento, 1985)

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