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Phoenix Suns: nuovi giocatori, vecchie abitudini?

Creato il 04 agosto 2015 da Basketcaffe @basketcaffe
Tyson Chandler - © 2015 twitter.com/Suns

Tyson Chandler – © 2015 twitter.com/Suns

A Phoenix comincia a respirarsi aria davvero pesante,non solo per il clima torrido che attanaglia l’Arizona, ma soprattutto per le ansie e i malesseri che i tifosi dei Suns condividono dal 2010, ultimo anno di presenza della franchigia ai playoff. La squadra si è progressivamente trasformata da una seria contender per il titolo ad una nobile perdente, mancando costantemente l’appuntamento con l’offseason, spesso a causa delle scelte inadeguate del proprietario Robert Sarver e di tutta la dirigenza che non hanno saputo mai dare continuità ad un roster e ad un progetto serio.

La scorsa stagione è stata a dir poco paradossale visto che il team che fino a quel momento era in piena corsa per i playoff, a febbraio, fu rivoluzionato profondamente: via Goran Dragic, Isaiah Thomas e Tyler Ennis, dentro Brandon Knight, Danny Granger e Marcus Thornton. Le flebili speranze dei Suns di raggiungere i playoff si spensero partita dopo partita fino a concludere la stagione regolare con il record 39-43.

Alcuni dei giocatori arrivati alla deadline del 19 febbraio avevano contratti in scadenza, come Marcus Thornton, il quale, insieme a Gerald Green e Brandan Wright non hanno visto rinnovato il proprio contratto; altri, come Danny Granger, sono stati oggetto di scambio in trade necessarie a liberare spazio salariale, come quella che coinvolgeva lo stesso Granger, Marcus Morris e Reggie Bullock volati a Detroit in cambio di una seconda scelta al draft 2020. L’obiettivo, nemmeno troppo nascosto, della dirigenza dei Soli era il free agent LaMarcus Aldridge, che però come sappiamo ha preferito accordarsi con gli Spurs, lasciando l’Arizona con un pugno di mosche in mano.

Happy to be a part of the Phoenix Suns family. First class organization, Looking forward to great things to come. #TGBTG

— Brandon Knight (@Goodknight11) 7 Luglio 2015

Smaltita la delusione per il lungo ex Portland, la prima mossa del GM Ryan McDonough è stata quella di prolungare il contratto dell’astro nascente Brandon Knight con un quinquennale da 70 milioni di dollari; il play, soprattutto nella prima metà di stagione disputata a Milwaukee, ha saputo consacrarsi come uno dei prospetti under 23 più interessanti della Lega, segnando un record di 17 punti e 5 assist a gara, prima di infortunarsi seriamente dopo sole 11 partite disputate a Phoenix. Buona parte dei risultati dei Suns passeranno dalla difficile convivenza fra quest’ultimo e l’altro play della squadra, Eric Bledsoe; apparentemente sembra possano integrarsi discretamente visto che il primo è più propenso alla penetrazione e all’attacco del canestro, mentre il secondo è un play a tutto tondo con grandi abilità di passatore, a testimonianza dei 6.5 assist di media a partita accumulati la scorsa stagione. Il pacchetto di guardie a disposizione di coach Jeff Hornaceck è stato poi completato con gli arrivi dei veterani Ronnie Price dai Lakers (contratto annuale da 1,5 milioni di dollari), Sonny Weems di ritorno dall’Europa dopo 4 anni (biennale da 6 milioni di dollari) e dall’interessantissimo rookie Devin Booker, scelto al Draft alla 13, il quale ha dimostrato nel suo anno a Kentucky un’eccellente propensione al catch and shoot, abilità sempre più ricercata nel panorama NBA.

Buona parte del tesoretto destinato a Lamarcus Aldridge è stato destinato poi all’acquisizione dell’esperto centro Tyson Chandler, in uscita da Dallas, dove si era reso protagonista di una stagione da 11 rimbalzi e 10 punti di media. Il 32enne ex-Knicks ha firmato un contratto quadriennale da 52 milioni di dollari e nonostante non possa avere lo stesso impatto mediatico di LMA, sarà importantissimo per gli assetti di squadra in entrambi i lati del campo: in fase offensiva grazie alla sua eccellente propensione a giocare il pick and roll, in fase difensiva assicurerà tanti rimbalzi difensivi e una buona protezione del canestro. Dalla free agency è arrivato pure Mirza Teletovic, il quale ha deciso di ripartire dall’Arizona dopo aver rischiato la propria vita per la presenza di coaguli di sangue nei polmoni. L’ala grande bosniaca, la scorsa stagione, aveva fornito grandi prestazioni in uscita dalla panchina ai Nets, segnando 8.5 punti e 5 rimbalzi di media. 
Infine, McDonough ha deciso di scambiare Andrew Harrison, 44a scelta al Draft, con l’anonimo lungo proveniente da Memphis, Jon Leuer, il quale spera di guadagnare più spazio nella città dei Soli.

Get to know the newest Suns @sonnyweems13, @Teletovic33 and Ronnie Price. #WelcomeToPHX #WeArePHX pic.twitter.com/c1nkBeMrEv

— #WeArePHX (@Suns) 17 Luglio 2015

Oltre ai sopracitati Bledsoe, Knight e Chandler, il quintetto di partenza dovrebbe esser completato da due delle poche note positive dello scorso anno: PJ Tucker, ala piccola versatile e efficace sia in fase offensiva che difensiva, e soprattutto il 25 enne Markieff Morris, gemello di Marcus, lungo di grande prospettiva che l’anno scorso è stato capace di segnare 15 punti e 6 rimbalzi di media a partita.

Il roster sembra essere un ottimo connubio di nuove leve e grandi veterani, un mix di dinamismo, tecnica e velocità, che però non basterà per far partire Phoenix coi favori della critica; la strada per raggiungere i fasti di un tempo sembra essere sempre più tortuosa, la Western Conference continua a salire di livello, i rivali sono sempre più agguerriti e numerosi: oltre alle 8 qualificate per gli scorsi playoff, si attendono la riscossa dei Thunder, la rinascita dei Lakers, la crescita dei Kings e dei Jazz. Saprà Phoenix uscire vittoriosa da questa tonnara?

 

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