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Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 9/15 marzo

Creato il 09 marzo 2015 da Nereia @LibrAngoloAcuto

No, inutile cercare di indorare la pillola. Nella mia vita questa settimana non è successo un emerito cazzo. Così va meglio. Per fortuna, però, ci sono loro, i libri di merda, a tenermi compagnia in allegria - la rima non era voluta, nda.
Intanto, per dirvi che ho terminato Ritratto di un matrimonio di Robin Black, di cui vi parlerò molto presto e ho iniziato Suite francesce di Irène Némirovsky (la bottiglia dei to be read ha parlato).
E sto ancora portandomi dietro la palla al piede di Glenn Cooper, ma non è colpa sua porello. È che non mi appassiona... Ma posso farcela, mi mancano solo un centinaio di pagine, sono fiduciosa. Ma dicevamo, i libri di merda in uscita questa settimana eccoli qua.

Alla fine, dopotutto, i tizi della Sperling & Kupfer non mi avevano bannata dal loro sito. E meno male! Altrimenti mi sarei persa la scheda dell'ultimo volume della trilogia della cera, non me lo sarei mai riuscita a perdonare. Avevamo lasciato l'amica Monica a darci dentro con il suo capo. Ora, Monica ci ha già sfracellato abbastanza i maroni per 489 pagine totali con questa storia del suo capo, cosa potrebbe succedere in altre 336 pagine, dannazione? Eh, succede che lui ha dei segreti, ma dei segreti, ma dei segreti così segreti, siora mia, ma che je lo dico affà. Ma poi che segreti ci può avere uno che lavora in albergo? Non lavorava in albergo lui?!
Segreti che, comunque, causano panico, paura e troppi problemi. Pare che questi problemi mettano alla prova i nostri amanti così che Monica e Gianfranco - non mi ricordo il nome e sono troppo pigra per controllare - pare dovranno combattere (??) per affermare agli altri (ma a chi?) e a loro stessi che la loro storia è più forte di qualunque ostacolo (??).
Secondo me Monica è un'imbecille, ma è giusto la mia opinione, anche se leggo dalla scheda :"[...] Monica è solo un fascio di nervi scoperti e carichi di emozione, come se tutto questo l'avesse resa più sensibile, vulnerabile e stupida". Ve lo avevo detto io.
Dato che questo è l'ultimo romanzo della serie, in casa editrice adesso possono finalmente buttare la rosa finta che hanno usato per la serie di copertine e licenziare lo stagista. Mi piace un dettaglio, però, di questa cover: che le dita, piuttosto che finire in ombra, vengono nettamente troncate dalle tenebre. C'è la famosa tenebraccetta, non la conoscete? Conoscevatela, funziona bene anche nelle altre copertine della signora CD. Il sottotitolo, a ogni modo, fa pensare che finisca bene. Finalmente si sposano e si levano dai coglioni.

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 9/15 marzo

Il sito della DeAgostini pare abbia le uscite programmate, puoi trovarci sopra i libri solo se sono già disponibili in libreria.
Ci accontentiamo, così, di ciò che troviamo su Amazon, sebbene i colori riportati dalla copertina su Amazon siano ben diversi da quelli delle copertine presenti sui blog. Ma noi ci fidiamo più di Amazon, vero? Vero.
Quindi, Book Antiqua per noi con il titolo più citofonato del mondo e una tipa che non si capisce bene da dove sia fotografata. Dall'alto ma di fronte? Cioè, il fotografo si è messo su una sedia e si è anche sporto un po' in avanti? No, seriamente, ma che cagata è? E dove diavolo è lo stacco, - che voglio dire, mica pizza e fichi, mi riferisco alla prospettiva e al volume degli oggetti, giusto per dire due cosucce che normalmente non contano un cazzo - dicevo, dove diavolo è lo stacco tra il muro (carta da parati oscena, peraltro) e il parquet (scelta del colore infelice con sta carta da parati, fatemelo dire)? Così sembra che il pavimento sia in discesa?! Tralasciamo il fatto che la mano che regge la gerbera - perché è una gerbera quella, e con le gerbere non si fa il gioco idiota "m'ama non m'ama" che si farebbe, invece, con le margherite - sia messa in maniera strana perché le manca la parte che garantisce che il pollice sia effettivamente attaccato alla mano ed essere, tra le altre cose, opponibile... Tralasciamolo, che è meglio. Soffermiamoci invece sul fatto che spennacchiare così una gerbera è molto scomodo. Ci ho provato, garantisco che dopo un po' viene un crampo a tutte le dita della mano. Comunque, niente, lei appiccicata così in modo orrido, senza manco un'ombra, ad esempio. Ché d'accordo che la prospettiva non volevamo usarla, ma l'ombra... Vabbè, la trama: lei e lui amicissimi ma così amici che più amici non si può, scambiamoci il sangue, sputiamoci sulle mani, facciamo pipì insieme. Poi a un certo punto lei si innamora, lui pare pure, ma arriva la cugina di lei che è bionda e bona e, guarda caso, proprio quando a scuola stanno per fare il ballo. Che succederà? Lui sceglierà lei o l'altra? La storia di Romeo e Giulietta come non ve l'hanno mai raccontata, dice la scheda. Ora, io non noto alcun nesso con Romeo e Giuletta, però magari sono io eh, che ho un po' di gastrite e poi è tardi e scrivo al buio e sono un po' rinco. Però me sa che Rebecca Serle manco se la ricordava bene bene la storia eh, facciamo così.

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 9/15 marzo

Io boh, non mi sembra di pretendere mica tanto quando si tratta di copertine. Non è che deve necessariamente trattarsi di un'opera d'arte, spesso vanno bene quelle semplici semplici di Einaudi (spesso eh, non sempre).
Poi, però, succede che mi imbatto in scempi di questo genere e mi domando se gli anni '80 nelle case editrici li abbiano già oltrepassati o se sono ancora lì, con il walkman in mano e indosso i maxi maglioni con gli animali - imbarazzanti, ne convengo - a ballare sulle note di Reality di Richard Sanderson. Non lo sapremo mai, temo.
La ragazza in copertina dovrebbe essere la sorella defunta della scrittrice (non so se quella vera oppure no, non riesco a trovare informazioni in italiano). Sia che fosse vera sia che fosse finta, non riesco a non trovare l'idea abbastanza macabra. E la copertina di una bruttezza senza eguali! Ma cosa è una polaroid su un foglio bianco su un altro foglio bianco (??) uniti da una graffetta? Ma che idea idiota è? Mi sembra una di quelle cose sceme che fanno le quattordicenni con la Smemoranda.
La scritta sotto, poi, che per essere allineata perfettamente al centro non è allineata alla foto mi disturba abbastanza. Ma poi tutto così color MALM...
Per il resto, c'è poco altro da dire; si tratta di un memoir nel quale Charlotte Link racconta la storia della sorella, di un anno e mezzo più giovane, morta all'età di 46 anni. Maggiori dettagli qui.


Per questa settimana è tutto. Che gli anni '80 siano con voi, e con le vostre palle stroboscopiche. E i capelli di Renatone.

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 9/15 marzo


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