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Piano Casa 2014: 500 mln di euro per ristrutturazioni e recupero. A chi andranno?

Creato il 11 aprile 2014 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Piano Casa 2014: 500 mln di euro per ristrutturazioni e recupero. A chi andranno?

Con il Piano Casa 2014 il Governo punta a immettere sul mercato 500 milioni di euro per favorire interventi di recupero e ristrutturazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Parliamo di circa 12.000 alloggi da riqualificare. A chi andranno?

 

Mezzo miliardo di euro. A tanto ammonta il tesoretto messo sul tavolo dal Governo con l’obiettivo di recuperare attraverso operazioni di ristrutturazione, restauro e risanamento migliaia di unità immobiliari di ERP (edilizia residenziale pubblica) in stato di abbandono o degrado.

L’obiettivo è duplice. Con il Piano Casa 2014, infatti, si vuole rispondere all’emergenza abitativa che arriva dalle fasce meno abbienti della popolazione ma anche dare un impulso al mercato delle costruzioni pompando nel sistema una somma di denaro significativa che si traduce per imprese edili e professionisti nella possibilità di ottenere commesse e lavoro.

Sono due le categorie di unità immobiliari di ERP che saranno soggette a interventi di recupero. Da un lato gli appartamenti in quelli in cattivo stato di manutenzione e, dall’altro, sugli alloggi c.d. di risulta, ossia quelli lasciati liberi dagli inquilini precedenti perché non più in possesso dei requisiti per continuare ad averli ma lasciati in condizioni tali da impedire la loro successiva attribuzione a nuovi soggetti.

Ecco i soggetti interessati al Piano Casa 2014
Ma in definitiva, quali saranno i soggetti che potranno richiedere l’attribuzione degli alloggi riqualificati con le risorse messe a disposizione dal Piano Casa 2014?

Sono compresi tra i destinatari dell’iniziativa tutti i soggetti in condizioni disagiate e, nello specifico:

1. persone anziane in condizioni di disagio sociale e/o economico;

2. famiglie mono reddito

3. famiglie a basso reddito anche monoparentali;

4. immigrati in regola con il permesso di soggiorno e a basso reddito (purché residenti da almeno 10 anni in Italia o almeno 5 nella stessa Regione);

5. studenti fuori sede;

6. soggetti sottoposti a procedure esecutive di sfratto;

7. giovani coppie a basso reddito;

8. altri soggetti in possesso dei requisiti di cui all’art. 1 della legge n. 9/2007.

Riguardo il punto 8, i requisiti sono un reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27.000 euro, essere o avere nel proprio nucleo familiare persone ultrasessantacinquenni, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66%, purché non in possesso di altra abitazione adeguata al nucleo familiare nella Regione di residenza, o avere, nel proprio nucleo familiare, figli fiscalmente a carico).

Il Piano Casa 2014: i lavori anche i deroga alle previsione degli strumenti urbanistici
Un altro elemento importante su cui si basa il Piano Casa 2014 è anche la norma che prevede la possibilità di intervenire sugli alloggi individuati per il recupero e la ristrutturazione anche in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti, ai regolamenti edilizi ed alle destinazioni d’uso.

La norma ha lo scopo di ridurre i tempi per l’avvio dei cantieri, sebbene rimangano validi i vincoli artistici, storici, archeologici, paesaggistici e ambientali, nonché le prescrizioni di carattere igienico sanitario.

I lavori ammessi
Nell’ambito del Piano Casa 2014 saranno autorizzati i cantieri anche in deroga ai regolamenti comunali per le seguenti tipologie di lavoro:

- ristrutturazione edilizia, restauro o risanamento conservativo, manutenzione straordinaria, rafforzamento locale, miglioramento o adeguamento sismico;

- sostituzione edilizia mediante anche la totale demolizione dell’edificio e la sua ricostruzione con modifica di sagoma o diversa localizzazione nel lotto di riferimento, senza aumento di cubatura;

- variazione della destinazione d’uso anche senza opere;

- creazione di servizi e funzioni connesse e complementari alla residenza, al commercio con esclusione delle grandi strutture di vendita, necessarie a garantire l’integrazione sociale degli inquilini degli alloggi sociali, in misura comunque non superiore al 20%della superficie complessiva comunque ammessa;

- creazione di quote di alloggi da destinare alla locazione temporanea dei residenti di immobili di edilizia residenziale pubblica in corso di ristrutturazione o a soggetti sottoposti a procedure di sfratto


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