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Piano casa Polverini/Zingaretti: in ballo non c’è (solo) la difesa dell’ambiente, ma il governo democratico del territorio

Creato il 29 settembre 2014 da Carteinregola @carteinregola

NON SIAMO “I SOLITI AMBIENTALISTI”: E’ urgente chiarire un equivoco che rischia di frenare il valore dirompente della nostra battaglia contro il “Piano Casa Polverini/Zingaretti” (e non solo): noi non siamo contrari perché difendiamo l’”ambiente”, ma perché difendiamo i diritti dei cittadini e il governo democratico del territorio, di cui dovrebbero essere paladini, insieme a noi, gli stessi politici che oggi vogliono prorogare un provvedimento che va contro l’interesse pubblico per lasciare le mani libere alla speculazione privata. Intanto abbiamo scoperto dagli emendamenti depositati che il centrosinistra punta a una proroga di altri due anni e il centrodestra di altri tre…

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foto no piano casa 23

Consiglio Regionale del Lazio, 23 settembre 2014

Ritorna più volte, nella discussione del nuovo “Piano casa” del Lazio, tra i politici come tra gli “addetti ai lavori”,   la definizione di coloro che si battono contro la proroga, e in generale contro le norme “Polverini/Zingaretti”, come “ambientalisti” (1).

Una definizione di onorevole tradizione, che però ha acquistato nel tempo vari “sottotesti” negativi, arrivando anche a indicare in senso dispregiativo quelli che per difendere “l’ambiente” se ne fregano dell’economia e/o delle esigenze del vivere moderno. Con tutto il corredo di luoghi comuni a partire dal “non si può mettere la città sotto una campana di vetro” etc etc etc…

Ma  vogliamo sciogliere una volta per tutte questo equivoco: noi non ci opponiamo al “Piano casa” per difendere l’ambiente, ma per difendere le regole e i diritti dei cittadini. Che riteniamo due facce della stessa medaglia: “regole e diritti” e “difesa dell’ambiente”.

Lo diciamo chiaramente: non siamo contro l’aumento di cubature. “Ci può stare” che si incentivi la rigenerazione degli edifici anche con alcuni vantaggi economici. Rigenerazione che vuol dire risparmio energetico, messa in sicurezza antisismica, miglioramento dell’accessibilità, e anche riorganizzazione degli spazi per le esigenze dei nuovi residenti (2).

Non siamo neanche contro il cambio di destinazione delle strutture dismesse. Non ci schieriamo per il mantenimento dello “status quo”a tutti i costi, non siamo a favore del tenersi scheletri in periferia o nel cuore della città per paura che la nuova vita degli edifici “impatti” sui fragili equilibri dei quartieri. Non siamo contro le agevolazioni che comportino un aumento di alloggi a prezzi calmierati per far fronte all’emergenza abitativa. Non siamo contro i “costruttori”: siamo consapevoli del peso economico che la categoria rappresenta a Roma e nel Lazio, e non abbiamo l’obiettivo di far crollare il settore e gli annessi “posti di lavoro”. E non siamo neanche contro i cambiamenti in generale: la città si modifica continuamente, che noi lo vogliamo o no, e gli spazi – nel rispetto della storia e della natura – prendono inevitabilmente “la forma” delle persone che li vivono.

Ma siamo contrari a dare una risposta a tutti questi problemi con norme che scardinano il concetto stesso di governo democratico e sostenibile del territorio, togliendo la facoltà di decisione a chi dovrebbe governare nell’interesse generale, per instaurare il primato del diritto soggettivo del privato.

Se le norme previste dal “Piano casa” fossero inserite in una legge ordinaria, che affida ai Comuni (e ai Municipi) la decisione sull’opportunità degli interventi, in base alla pianificazione e alla valutazione degli impatti positivi e negativi sui territori, e stabilendo i necessari paletti e contrappesi, potremmo anche essere d’accordo (3). Certo, nella consapevolezza della necessità di una totale trasparenza e di una continua vigilanza dei cittadini, unica garanzia per evitare distorsioni e favoritismi, ma saremmo d’accordo.

Ma con questo Piano casa PolverinI/Zingaretti siamo (di nuovo? ancora?) al “faccio quello che mi pare” sempre più generalizzato: gli aumenti di cubature non garantiscono – al contrario di altre Regioni – reali miglioramenti per la sicurezza degli edifici e per il risparmio energetico. I cambi di destinazione d’uso (non solo da capannoni a case, ma anche ad esempio da parcheggi coperti a centri commerciali) li decide “in deroga” e “in automatico” lo stesso privato, seguendo – giustamente – la logica del profitto. E se l’intervento non può garantire il verde, i parcheggi, i servizi previsti dalla legge nell’area di sua proprietà, può “pagare un tot” e farne a meno. Con quei soldi dicono che sarà costruito  qualcosa a beneficio del quartiere, ma il “come” e il “dove” sarà tutto da vedere (e – come si suol dire – da questo punto di vista “abbiamo già dato”). Rispetto agli “alloggi a prezzi popolari” è lo stesso assessore Civita a dichiarare che il Piano casa non inciderà un granchè (vedi intervento dell’11 settembre) e che servirà una legge “ad hoc”. Quanto alla crisi dell’edilizia, considerando che è l’unico vero argomento portato a sostegno del “Piano casa”, ci sembra che siamo molto lontani dalla serietà con cui dovrebbe essere affrontato. Chi ha mai visto che si invochino ragioni economiche senza portare uno straccio di dato oggettivo sugli effetti passati e futuri del provvedimento? L’assessore Ciocchetti aveva pronosticato nel 2011 che sarebbero stati messi in campo “investimenti per 1 miliardo e 240 milioni” con un saldo totale sull’occupazione di “21 mila posti di lavoro”(3). L’assessore Civita, prima di rilanciare quasi tal quale il Piano casa Ciocchetti, si è premurato di controllare? Quanti investimenti e quanti posti di lavoro porterà questa proroga? Se non ci fate vedere gli studi di settore, qualunque perorazione del Piano casa che salva economia e posti di lavoro è la solita “aria fritta”…

E vogliamo dire più in generale, che è ora di finirla di parlare di “ambiente” come se fosse qualcosa di diverso da noi, come se noi vivessimo su Marte e volessimo conservare la Terra per ricordo. NOI SIAMO L’AMBIENTE E L’AMBIENTE SIAMO NOI. E se fa parte della nostra vita e della nostra sopravvivenza la foresta amazzonica, a maggior ragione ne fa parte lo spazio in cui respiriamo, ci innamoriamo, guardiamo un tramonto, ci prendiamo la pioggia, alleviamo i nostri figli, incontriamo gli amici, ci incrociamo e ci ammucchiamo con sconosciuti, ci prendiamo cura di noi stessi e degli altri.

Noi non difendiamo l’ambiente, difendiamo noi stessi, il nostro diritto a vivere con dignità e bellezza, e il diritto alla dignità e alla bellezza dei nostri figli, e dei figli dei loro figli.

Voi che vi spacciate per gli eredi di chi ha lottato per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza nel nostro paese, da che parte state? Sappiate che noi venderemo cara la pelle…

AMBM

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Post scriptum: fa notare giustamente Paolo Gelsomini, segretario del Coordinamento Residenti Città Storica, che noi siamo ambientalisti, e che consideriamo l’ambiente non solamente”natura” ma anche  architettura, arte, strade, piazze, trasporti, rapporti sociali, culturali, economici. E che  questo Piano casa,  in nome della  “semplificazione”, riduce a una stereotipata (e efferata) casistica tutta la complessità della gestione responsabile del territorio,  gettando così  le basi per distruggere l’ambiente anche  in questa accezione “vasta”. Persino dal punto di vista economico,  peggiorare l’ambiente antropico (quindi non solo naturale)  si trasforma in  un’azione altamente diseconomica,  perchè agisce negativamente sul sistema articolato degli scambi e  dei valori d’uso delle cose . Per varare leggi con ricadute importanti,  bisognerebbe consultare gli urbanisti, gli antropologi, i filosofi, gli economisti, gli architetti. E i sindacati e le categorie sociali. E soprattutto i cittadini e le realtà del territorio. E non solo gli avvocati amministrativisti e i rappresentanti delle categorie imprenditoriali…

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  1. Lo stesso discorso vale per tante altre leggi che purtroppo ci stanno per piombando addosso, a partire dallo “Sblocca Italia” e dalla bozza di legge urbanistica del Ministro Lupi.
  2. Naturalmente, è perfino superfluo dirlo, siamo in ogni caso contro l’aumento di cubature nel centro storico, nelle aree previste dalla carta della Qualità , nell’Agro Romano, più tutte le varie eccezioni del caso.
  3. Si veda sul punto le profonde differenze tar questo Piano casa del Lazio e quello della regione Piemonte, peraltro ugualmente di centro sinistra )> leggi l’articolo
  4. Le dichiarazioni dell’ex assessore Ciocchetti sono tratte da Il Messaggero del 05.08.11, articolo di Mauro Evangelisti


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