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Piano paesaggistico. Provincia di Agrigento esclusa dalla concertazione Istituzione

Creato il 26 giugno 2014 da Comunalimenfi
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PIANO PAESAGGISTICO. “In Sicilia 9 pesi 9 misure?”. Avviata la concertazione Istituzione. Fissata la data. Ma è la provincia di Trapani!.

Protesta il Comitato Interprofessionale di Agrigento, che scrive a Crocetta.

Piano paesaggistico. Finalmente sarà avviata la concertazione con i soggetti portatori di interessi diffusi. Fissata la data. La convocazione è stata diramata ieri 25-giugno 2014. Invitati ben 9 enti istituzionali. Cosi come previsto dal Codice Urbani   “Ai sensi dell’art.144 del Dlgs 42/2004 (il Codice Urbani) , – scrive la Soprintendenza, è necessario che le elaborazioni siano oggetto di aperto e partecipato confronto con i soggetti interessati” ed in tal senso il prossimo 8 luglio alle ore 10 presso i locali della Soprintendenza BB.CC.AA. verranno presentati gli elaborati ai fini della definizione della fase della Concertazione istituzionale. Gli invitati sono i rappresentanti degli ordini professionali degli Ingegneri, Architetti, Agronomi, Geometri, Geologi, Italia Nostra, WWF, Lipu, Legambiente. Purtroppo l’invito riguarda la provincia di TRAPANI, e non Agrigento dove non si ha notizia che ciò sia avvenuto!

E sulla base di quanto sta accadendo il COMITATO DELLE PROFESSIONI TECNICHE DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO, stamattina ha inoltrato una nota al Presidente della Regione Crocetta, all’assessore al ramo Giusy Furnari, al Presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando ed ai sindaci della provincia di Agrigento.

Una dura nota di protesta nella quale  viene evidenziato  che a differenza della provincia di Trapanila Provincia di Agrigento, il suo territorio, gli abitanti, gli operatori economici, i professionisti, i nostri figli (nati e nascituri) non siamo degni di considerazione”. La nota a firma del Presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento Massimiliano Trapani aggiunge: “Il Soprintendente di Trapani, uomo rispettoso della legge, applica correttamente quanto disposto dall’art. 144 del Codice Urbani invitando alla concertazione i portatori d’interessi diffusi ed alla formazione di un piano che essendo di esclusiva natura vincolistica incide profondamente negli assetti economici del territorio”.

Scrive l’Arch. Trapani, nella sua missiva: “Abbiamo ricevuto, giusto all’indomani dell’incontro avvenuto in Assessorato con il dirigente generale ing. Giglione (il quale ha gentilmente ricevuto un documento di oltre 200 pagine riportante le incongruenze, omissioni e fallacità del piano paesaggistico della Provincia di Agrigento), copia di una lettera di convocazione indirizzata a: Presidente Ordine degli Ingegneri Provincia di Trapani, Presidente Ordine degli Architetti Provincia di Trapani, Presidente Ordine degli Agronomi e Forestali Provincia di Trapani, Presidente Collegio dei Geometri Provincia di Trapani, Presidente Collegio dei Geologi Provincia di Trapani, Presidente Italia Nostra, Presidente WWF sez. Sicilia, LIPU sede Nazionale, Presidente Legambiente Sicilia, avente per oggetto la” Concertazione istituzionale – piano paesaggistico Ambiti 2 e 3 – Provincia di Trapani”.

Non possiamo credere ai nostri occhi. Il Soprintendente di Trapani, uomo rispettoso della legge, applica correttamente quanto disposto dall’art. 144 del Codice Urbani invitando alla concertazione i portatori d’interessi diffusi ed alla formazione di un piano che essendo di esclusiva natura vincolistica incide profondamente negli assetti economici del territorio.

E ad Agrigento e nella sua Provincia? Nulla di tutto questo. Sarà che gli agrigentini non siamo degni di nota per avere voce in capitolo in materia tanto delicata.

Non siamo considerati così culturalmente elevati per potere partecipare ad un dibattito che coinvolge il futuro del nostro territorio, il futuro dei nostri figli e dei figli dei nostri figli.

Chi, all’epoca ha avviato la redazione del piano, ha deciso in maniera autonoma e totalmente arbitraria che un passaggio, di così alta democrazia (parlo della concertazione con i portatori d’interessi diffusi), poteva essere tranquillamente omesso in spregio a quella stessa legge che tanto si vanta di fare rispettare.

Chi ha redatto il piano si è arrogato il privilegio di potere decidere delle sorti economiche del nostro territorio.

Chi oggi ha posto la firma su quel piano non ha compreso le ricadute che lo stesso può avere su dei cittadini inconsapevoli delle strategie che un ramo dell’amministrazione pubblica stava mettendo in atto, lasciando sulla loro pelle le conseguenze di alcune scelte dettate dalla fretta di avere un piano a tutti i costi.

Un piano carente di un approfondimento culturale e conoscitivo, in fase di studio, e conseguentemente carente di proposte progettuali. Ma è mai possibile che in questa Regione, dove tanto si parla di legalità e rispetto delle regole, i cittadini debbano vedere calpestati i propri diritti, faticosamente acquisiti in oltre 65 anni di storia repubblicana.

E’ mai possibile che oggi due rami di una stessa amministrazione regionale interpretino, in maniera diametralmente opposta, lo stesso articolo di legge (parliamo del Decreto Urbani, unico decreto al quale le Soprintendenze devono attenersi nello svolgimento delle loro funzioni – ndr).

In Sicilia 9 pesi 9 misure?

Ma è mai possibile che i cittadini per avere riconosciuti i propri diritti devono rivolgersi alla magistratura con aggravi di spese e prolungamento dei tempi di esercizio dei propri diritti (jus aedificandi).

Peraltro, la lettera del Soprintendente di Trapani, avvalora la tesi portata avanti dal comitato delle professioni tecniche: nel momento in cui i cittadini inizieranno a vincere i ricorsi amministrativi, e lo faranno perché la lettera in questione diventerà prova testimoniale di una violazione di norma, la Regione inizierà a dovere pagare i danni.

Quanto danno si è fatto, quanto danno si dovrà continuare a fare?

Quanto danno all’erario dovrà essere ancora prodotto?

Abbiamo più volte sostenuto che questo Piano è pieno di errori, omissioni, e conseguentemente è un piano fallace sotto ogni aspetto.

Cosa si può pretendere da un piano non concertato e redatto d’ufficio su basi cartografiche deficienti?

Cosa si può pretendere da un piano redatto da chi non conoscendo il territorio, per evitare danni, preferisce congelarlo.

Speriamo che il Governo regionale prenda coscienza di ciò e ritiri in autotutela il piano mettendo fine a questa vicenda oltremodo incresciosa per tutte le partiche vi sono coinvolte.

Speriamo che si comprenda che siamo ancora nei tempi per fare un passo indietro ritornando a discutere, con tempi celeri e contingentati, un piano che tuteli il territorio producendo ricchezza attraverso le sue bellezze e le sue peculiarità senza doverle imbalsamare o museificare.

O forse facciamo prima a chiedere che il Soprintendente di Trapani revochi la convocazione perché ha erroneamente interpretato l’articolo 144 del Decreto Urbani?”.

 

Di Francesco Graffeo


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