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Piano paesaggistico Toscana: il giallo dei vincoli all’attività estrattiva

Creato il 25 febbraio 2015 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Piano paesaggistico Toscana

Un emendamento che ribalta le carte in tavola all’interno del Piano paesaggistico della Toscana: la scorsa settimana infatti, dopo circa un anno di battaglia portata avanti dal Coordinamento delle imprese lapidee apuo-versiliesi, il gruppo regionale del Pd (che guida la Regione Toscana) ha presentato presso la commissione consiliare Ambiente e Territorio un importante e corposo emendamento che elimina gran parte dei vincoli all’attività estrattiva che avevano in precedenza fatto andare su tutte le furie gli imprenditori del marmo (in tal senso era stata profetizzata “la morte di un’industria storica e salda”).

Il Piano paesaggistico cambia
Attraverso il discusso emendamento viene pigiato il tasto “rewind” con riferimento alla disciplina dell’attività estrattiva: si torna infatti alla disciplina preesistente, con soltanto il divieto di nuove cave sopra quota 1200 metri. In tal modo viene stravolto il contestatissimo Piano paesaggistico firmato dall’assessore toscano all’Urbanistica Anna Marson ed appoggiato, sin dalla sua venuta alla luce, dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il quale però negli ultimi giorni sembrerebbe aver effettuato una evidente marcia indietro, almeno a livello di dichiarazioni: “Coloro che a cuor leggero si propongono la chiusura delle cave – ha spiegato Rossi – devono sapere che nel settore lapideo lavorano oltre 5mila addetti: ecco perché bisogna conciliare il lavoro e l’occupazione con il paesaggio”.

Leggi in proposito l’articolo Toscana, Piano paesaggistico: i professionisti tecnici non ci stanno.

Gli ambientalisti non ci stanno
Manovre sotterranee di impronta “renziana”, particolari connessioni implicite con le proposte in precedenza avanzate da Forza Italia, semplice buon senso: le voci di corridoio (e le illazioni) si affollano sull’improvviso cambio di rotta intrapreso dall’amministrazione toscana in materia di Piano paesaggistico. Ma quello che rimane sono le polemiche: infuriati gli ambientalisti e i paesaggisti, i quali avevano cominciato a preoccuparsi quando il Piano (oltre 3mila pagine per 3 anni di alacre lavoro) era stato fortemente rimaneggiato una prima volta, dopo le critiche di varie categorie (viticoltori, vivaisti e appunti imprenditori del marmo). La scelta effettuata si rivelerà corretta? Chissà: la politica d’altronde è fatta di bilanciamenti e contemperamenti di posizioni.

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