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Pianura Padana come una bomba ad orologeria?

Da Pensierospensierato @P3nsi3ro

Pianura Padana come una bomba ad orologeria?

Chiesa di Santa Lucia, Padova

Ieri PensieroSpensierato ha toccato quota 2091 visitatori.
Un numero mai nemmeno lontanamente sfiorato in precedenza, e tra l'accont twitter in cui davo quasi in tempo reale la notizia delle scosse avvertite nel padovano e retwittavo le infomazioni provenienti dall'INGV, credo che ieri moltissime persone hanno cercato risposta tra le pagine del mio blog.
A quanto pare dunque non solo i fantasmi: ieri, un blog che parla per sua natura di fantasmi ha cercato il più possibile di mettere in fuga i fantasmi che affollano la mente di tante persone, fornendo il più possibile risposte alle tante domande che comprensibilmente sorgono spontanee...
Ieri ho fatto informazione.
E continuerò a farla, fino a quando almeno questo periodo terribile durerà. Riproporrò dati, notizie, sondaggi, ricerche, interviste e tutto quanto di interessante e utile trovo in giro...perchè da 10 giorni ormai convivo con il terremoto, ne ho una paura assurda e non mi vergogno a dirlo, mi fa paura perchè non so quanto durerà (non dico se durerà, perchè è ormai chiaro che durerà). Mi fa paura perchè mi lascia del tutto impotente, non lascia scampo, in quei secondi interminabili non sai cosa fare, non sai nemmeno se avrai qualcosa da fare...le cose in cui credevi fino a un momento prima possono non esserci più, quando la scossa finirà...
Si tratta di qualcosa di assolutamente fuori da ogni ragionevolezza, di fronte al terremoto non ci si può fermare a pensare, non si sa nemmeno cosa pensare...e quando finisce, attorno a te e dentro di te la devastazione più totale.
Un'esperienza del genere ti cambia davvero la vita...
La forza più forte della Natura è il terremoto, non ci sono dubbi...il terremoto che è il respiro della Terra, quello che la Terra usa per farci capire che lei è viva, e che non siamo noi a possederla ma è lei a possedere noi, a farci ciò che vuole, a sballottarci qua e là come pedine inermi, come burattini senza fili...
La terra che ci fa capire che se Dio perdona sempre e l'uomo qualche volta, ma solo se ne vale davvero la pena...beh, la Natura non perdona mai.

Pianura Padana come una bomba ad orologeria?

Basilica del Santo, Padova

Oggi ho fatto un giro per Padova, a scattare qualche foto.
Qui da noi la devastazione non è nemmeno lontanamente vicina a quella subita dalle zone dell'Emilia così duramente colpite. Fa però una certa impressione vedere così gravemente danneggiati i luoghi simbolo di Padova: la Basilica del Santo in primis, ma anche la chiesa di Santa Giustina, altre chiese minori fra cui quella di Santa Lucia, come vedete nelle foto postate in quest'articolo.
Fa male vedere che il terremoto colpisce luoghi così importanti, dove la gente di è rifugiata a pregare affinchè il terremoto finisse presto...sembra quasi che Dio, colpendo attraverso il terremoto le "sue" chiese, abbia voluto darci un segnale forte, come a dire: "è inutile che preghiate, stavolta l'avete combinata grossa e non vi perdonerò tanto facilmente".
Può far sorridere detto così, ma.......

Pianura Padana come una bomba ad orologeria?

Santa Giustina, Padova

Ad aumentare ancor più la mia paura ci ha pensato un articolo, a firma Elena Dusi, apparso sul quotidiano La Repubblica, che parla di un curioso "effetto domino" tra le faglie della Pianura Padana, dipingendo questa zona che fino ad adesso se n'è rimasta tranquilla a dormire, come una "bomba ad orologeria pronta ad esplodere".
La pianura padana infatti nella parte superiore è come una pianura soffice, riempita dai sedimenti del Po e levigata dal passaggio millenario del fiume, però basta andare una manciata di chilometri in profondità per trovare una delle strutture geologiche più aggrovigliate che la Terra conosca.
Un domino di faglie che si dividono e si ricongiungono, un incastro di frammenti di roccia dura che si accavallano e cambiano continuamente pendenza. Si tratta di una zona al centro di grandi sconvolgimenti geologici: a sud preme la grande zolla dell´Africa, con l´Europa che a nord oppone tutta la sua resistenza. In mezzo, stretta come in una tenaglia, c´è la Pianura Padana. La pressione dell´Africa sull´Europa è diretta verso nord-nordest e fa corrugare la roccia degli Appennini contro la Pianura Padana.
«La linea di faglia corre tra est e ovest in maniera irregolare, suddivisa in tanti pezzetti e pezzettini» - spiega Gianluca Valensise, dirigente di ricerca dell´Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). «Come in un domino, la rottura di un frammento può innescare una tensione nel frammento che si trova accanto.
Sarà sufficiente questa tensione a scatenare un´altra scossa, e quando? Questo non lo sappiamo mai in anticipo, ma quel che possiamo dire è che un fenomeno sismico su una faglia a volte innesca sulla faglia vicina un conto alla rovescia che può durare giorni, anni, magari millenni. Prima o poi però l´orologio arriva all´ora zero».
E purtroppo, per la Pianura Padana l'ora zero è scattata già due volte, il 20 e il 29 maggio, con due serie di scosse che hanno ripetutamente superato la magnitudo 5.

Pianura Padana come una bomba ad orologeria?

Santa Giustina, Padova

Già ieri avevamo avanzato l'ipotesi ventilata da Alessandro Amato, sismologo e dirigente di ricerca dell’Ingv, ripresa e ribattuta da moltissimi rogani di stampa, secondo cui all'origine del terremoto di ieri 29 maggio ci potesse essere la rottura di una nuova faglia.
Difatti è chiaro ormai che quello del 20 e quello del 29 sono stati due eventi sismici distinti.
«Ci sono varie ragioni per dire che quella zona della Pianura era e resta attiva» spiega Carlo Doglioni, sismologo dell´università La Sapienza di Roma. «Oltre alle conoscenze del sottosuolo che abbiamo grazie ai profili sismici, dove è possibile riconoscere le principali faglie, con il Gps è possibile seguire lo spostamento del terreno sia a nord che a sud della linea di faglia. Da tempo ci eravamo accorti che tra Bologna e Padova gli spostamenti avvenivano in alcune zone a un ritmo più lento e in altre a un ritmo più rapido, segno che delle tensioni si stavano accumulando. Questa discrepanza è stata registrata nelle zone che effettivamente sono state colpite dal sisma. E nelle Alpi venete qualcosa di simile è stato osservato lungo altre faglie».
Se l´estremità orientale del "fronte di guerra" ora inquieta i geologi, quella occidentale non li lascia tranquilli. «Il grande terremoto di Ferrara del 1570 ha scaricato buona parte dell´energia accumulata nel sottosuolo» spiega Valensise. «E sappiamo che ci vuole circa un millennio perché la tensione si ricarichi. Anche se allora lo sciame durò alcuni anni e non è escluso che accada altrettanto oggi, non ci aspettiamo altri episodi di particolare violenza. Nell´estremità ovest della faglia invece non abbiamo registrato grandi terremoti in tempi recenti. L´energia da quel lato è probabilmente ancora intatta. E tra il 20 e il 29 maggio gli epicentri hanno effettivamente camminato verso ovest».
Ecco dunque perchè l'epicentro delle ultime scosse dalla zona di Ferrara si sta spostando verso Ovest...però la Pianura Padana, secondo i geologi, non ha le potenzialità per un terremoto di magnitudo ancora più alte, e resta escluso il collegamento con il contemporaneo sciame del Pollino.
«Nelle mappe del rischio sismico - spiega Alberto Marcellini, dirigente di ricerca al Cnr e professore di sismologia alla Statale di Milano - quest´area è classificata come "medio-bassa". Probabilmente il dato è sottostimato e dovrà essere aggiornato. Ma a differenza di altre zone dell´Italia, nella Pianura Padana i terremoti molto violenti sono estremamente improbabili».

Pianura Padana come una bomba ad orologeria?

Mappa sismica, da INGV


Ma forse non è tutto oro quel che luccica...Anche se le mappe del rischio sismico questa volta non hanno colto la pericolosità della regione padana, le analisi geologiche che hanno cercato di sbrogliare la matasse delle faglie e degli anticlinali non sono mancate in passato. Sottosuoli così complessi infatti possono nascondere idrocarburi fra le pieghe degli anticlinali, e dalla fine della seconda guerra mondiale l´Eni lavorò molto per "fare l´ecografia" alla pancia della Pianura. Il risultato sono mappe del sottosuolo utili ancora oggi, ottenute con il sistema della "sismica a riflessione": una carica esplosiva fatta brillare mentre una rete di sismografi registrano come l´energia rimbalza dalle profondità.
Forse la Terra ci sta mettendo in guardia che quel che nasconde nelle sue viscere non s'ha da toccare, nè ora né mai?
I geologi sanno bene che l´alveo del Po è un cliente difficile. «Già il 20 maggio avevamo avvertito della possibilità di scosse altrettanto violente», spiega Alessandro Amato, dirigente di ricerca dell´Ingv. «I sismi allora erano localizzati su un asse lungo quasi 40 chilometri: davvero troppo per una magnitudo 5,9. Era il segno che altre faglie erano state probabilmente attivate da quella prima ondata di scosse. Un simile andamento a domino si era registrato in Umbria e nelle Marche nel 1997. Anche il terremoto di Ferrara del 1570 è stato seguito da altri due sismi importanti nel 1572 e nel 1574. Paradossalmente, è molto più facile studiare i cicli sismici di una faglia matura e omogenea come quella di San Andreas che non di quella appenninica». Mezzo millennio fa lo sciame sismico durò effettivamente diversi anni, anche per colpa dell´andamento complesso del sottosuolo della zona. «Molti ricercatori hanno snobbato la Pianura Padana considerandola più noiosa di un paesaggio dolomitico» spiega Valensise. «Ora invece ci siamo accorti che abbiamo bisogno di una nuova stagione di studi». E questo perchè lo sciame sismico, e altre devastanti scosse come quelle di ieri, potrebbero ripetersi.

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