Amo guardare chi cucina, adoro i cuochi (o chef, che ora va più di moda) che spadellano in armonia, che mescolano gli ingredienti con gesti danzanti e quasi magici, che impiattano con stile e con amore. Già, anche impiattare è un’arte, dopotutto si mangia anche con gli occhi: sistemare il cibo nel piatto, renderlo carino, un rametto di prezzemolo, una spolverata di pepe per dare colore. Ma ci sono volte in cui i piatti sono troppo belli, troppo sistemati, troppo decorati da risultare “difficili“. Quelli che guardi e ti domandi, in sequenza: “Ma che cos’è che avevo ordinato?” (perché chiaramente il pollo è diventato un rettangolo e potrebbe essere anche gatto) e poi “Da dove comincio?” (perché un po’ per non voler rovinare la composizione un po’ perché davvero non si ha idea di dove poter infilare la forchetta, iniziare a mangiare diventa complicato). Insomma, quelli che “belli sì, ma si possono mangiare?”. Quando è bello e quando è troppo? La cucina va sacrificata all’estetica o l’estetica deve esaltare la cucina? Ma soprattutto, sapete riconoscere cosa c’è in questi piatti? ;) Buon divertimento…