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(piccolissima) maratona La Fortezza

Da Lupokatttivo

2013: La Fortezza

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Le fortezze di Lambert sono due.
Una del 1992 e una del 1999.
Quella del 1992, che per i cinemarkettari italiani è del 2013, nel senso che il titolo vagamente distopico è per l’appunto “2013: La Fortezza”, è una bella fortezza. O meglio è un film di fantascienza low-budget, con Lambert che recita per tutto il tempo con le sue due espressioni disponibili. L’espressione 1) è quella da bello e dannato (e gli riesce male), l’espressione 2) è quella col sorrisone ebete alla Tarzan e tanto di gne-gne finale (e gli riesce pure peggio).
A noi Cristopher sta comunque simpatico, ha fatto “Raiden” nel film di “Mortal kombat” e tanto basta per dargli affetto.
Tolto Lambert, che nella fattispecie un certo peso ce l’ha essendo il protagonista, la pellicola, dicevo, è abbastanza godibile.
Racconta di una super-fuga da una prigione ultra-sofisticata, il che ricorda per certi aspetti i vari “Fuga da Abslolom” e piu di recente “Lockout”. Il film è vincente perche’ intrattiene senza diventare noioso, è ricco di trovate efficaci e gode di una trama senza troppi buchi di sceneggiatura. Cioè, pur essendo fantascienza, risulta abbastanza credibile, e, soprattutto, è squisitamente anni ottanta nello sviluppo e nella struttura dei personaggi.
Sarebbe stato bello fermarsi qui e lasciare a “2013 la fortezza” il suo status di piccolo cult retroattivo.

La Fortezza: segregati nello spazio

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A distruggerne il ricordo ci penso io, guardandomi poco dopo, la seconda fortezza, quella “nello spazio”, del 1999.
E qui la cosa si complica.
In “La Fortezza: segregati nello spazio” la prigione è su un satellite orbitante, ci sono gli scarafaggi con le telecamere incorporate, c’è la donna guerriera alla Vasquez di “Alien”, e c’è ancora lui.
Cristopher.
Le espressioni sono sempre le stesse due, solo che qui Lambert appare anche decisamente svogliato. Che già il film non aiuta, se poi ci mettiamo anche un protagonista senza la verve necessaria il dramma è inevitabile.
Ed effettivamente drammatica è la situazione che ne risulta: non solo noiosa ma anche assolutamente surreale, con un piano di fuga che piu’ imbecille non si puo’, e, naturalmente, una completa (e onestamente assurda) riuscita dello stesso…. tarallucci e vino e lallalà.
Consiglione per gli acquisti: se non si era capito, il primo, volendo, merita, il secondo proprio no, un ciofecone spaziale di dimensioni abnormi, indifendibile anche se siete fan del Lambertone.



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