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Piccolo oroscopo economico per il 2013

Creato il 01 gennaio 2013 da Zeroconsensus

Se mai fosse stato necessario il 2012 finisce con due notizie che chiariscono una volta di più come sia necessaio uscire dalla gabbia delle dottrine economiche capitaliste (neoclassicismo&keynesismo):

1) E’ di questi giorni la notizia che le banche greche hanno bisogno di essere ricapitalizzate per la cifra mostruosa di 40 miliardi di euro. E’ evidente come l’austerità imposta dall’ortodossia neoclassica, tanto amata a Francoforte e a Bruxelles, sia del tutto inutile: se da un lato si “mettono in sicurezza” i conti pubblici (sic), dall’altro, con queste manovre, si distrugge l’economia reale con successivo aumento delle sofferenze delle banche nazionali che hanno necessità di essere ricapitalizzate dallo Stato. Punto e a capo;

2) L’istituto di credito spagnolo Bankia e la società finanziaria che la controlla hanno complessivamente una voragine di 14 miliardi di euro nonostante i 18 miliardi di euro di aiuti emergenziali ottenuti dal famoso fondo europeo ESM. Naturalmente, manco a dirlo, gli aiuti europei sono stati vincolati a tagli draconiani allo Stato Sociale spagnolo prontamente eseguiti dal governo Rajoy. Risultato? L’economia spagnola continua a sprofondare con conseguente aumento delle sofferenze delle banche che vedono così aprirsi ulteriori squarci nei bilanci. Gli ufficiali della nave dei folli darebbero ordini meno schizofrenici di quelli richiesti dalle istutuzioni europee e prontamente attuati dai governi dei paesi in difficoltà.

La soluzione sarebbe allora l’implementazione di politiche di stampo keynesiano? No, zeroconsensus è personalmente convinto che sarebbe assolutamente inutile: la spesa pubblica per far ripartire l’economia farebbe esplodere i deficit di bilancio degli stati con un repentino aumento dei tassi d’interesse sui titoli statali del debito pubblico e forse anche con una fuga di capitali dall’area euro. Questo porterebbe al quasi automatico default degli stati sovrani maggiormente in difficoltà. In sostanza la finta alternativa tra le due dottrine capitaliste (quella neoclassica e quella keynesiana) si sostanzia nello scegliere cosa deve saltare in aria per primo: con la dottrina neoclassica si salvano i bilanci statali ma si disintegra l’economia reale (e di conseguenza il sistema bancaio privato) con le dottrine keynesiane invece si distruggono i bilanci degli stati per provare a salvare l’economia reale ma senza sostanziali possibilità di riuscità vista l’istantanea risposta dei mercati.

Quali soluzioni allora? Per il poco che vale l’opinione dell’autore di questo blog sono necessarie risposte incisive che trasformino sostanzialmente il sistema economico (e quindi il sistema di potere, qui sta il guaio) che attualmente ci domina e ci schiaccia come un tallone di ferro. Nell’ambito della collocazione dei titoli di stato le banche centrali nazionali devono poter intervenire per abbassare i tassi (la mia è un idea poco rivoluzionaria, in Italia è funzionato così fino al 1981, dunque nulla di nuovo); devono essere ricostituite delle nuove IRI e di conseguenza nazionalizzate le banche e le aziende strategiche nazionali: solo gli stati possono tenere aperte aziende che non sono in grado di dare utili e dunque ristrutturare con razionalità e non con licenziamenti di massa che devastano paradossalmente i conti del Welfere delle vazie nazioni e deprimono la domanda interna rendendo tutto inutile. Solo azioni come queste possono avere qualche probabilità di ridare un minimo di slancio ad un tessuto economico europeo in avanzato stato di necrosi.

E’ del tutto ovvio che i burocrati che ci governano non sono in grando manco di pensare a simili strategie di rilancio tanto sono accecati da credenze fideistiche verso dottrine completamente fallimentari. Pertanto anche nel 2013 l’economia europea continuerà a bruciare. Con le speranze di milioni di persone innocenti.



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