Magazine

Picerno accusa il M5S di parentopoli mandandoli a "vaffa"

Creato il 01 ottobre 2013 da Marco Oriolesi @Ideea5Stelle

Pina Picerno attacca i grilliniLa deputata Pina Picierno del PD, intervenendo in Aula a Montecitorio, ha elencato le parentele tra gli eletti grillini, così questa volta il "vaffa" se l'è beccato il Movimento 5 Stelle.  “Lezioni da chi fa parentopoli, questo Parlamento non se le merita e noi non le accettiamo”, ha detto Picierno rivolta alla presidente della Camera durante l’esame del disegno di legge sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Picierno ha elencato nomi di “sorelle di”, “figli di”, “compagne di”. E alla fine, togliendo con le mani il microfono da davanti a sé, ma con un labiale chiarissimo, ha concluso con un “vaffa…”.
Ringraziamo la deputata Picierno per il memorabile contributo giornalistico che ci ha fornito. Vorremmo, però, ricordarle che i nostri "sorelle di" e "compagne di" non sono stati imposti con concorsi truccati, raccomandazioni potenti e agevolati da denari pubblici, cosa che nel panorama politico italiano è la norma, ma rappresentano i cittadini italiani, essendo risultati eletti in libere votazioni online, per una serie di circostanze, anche fortuite, pur avendo un parente eletto ad una qualche carica politica.
La pratica di notare la pagliuzza negli occhi altrui è vecchia di secoli, ma qui si sconfina nell'irrealtà: per giustificare i finanziamenti pubblici ai partiti, considerati dalla stragrande maggioranza del popolo italiana un furto, si tira in ballo la parentopoli 5 stelle. Bene, ora però invitiamo la Picierno ad elencare con la stessa solerzia tutti i "figli di " e tutti i "Gran figli di" del Partito Democratico. Purtroppo invece che cinque minuti urlati, ci vorrebbe tutta l'intera legislatura per elencare tutte le mogli inserite nei corsi di formazione fasulli, le poltrone di sottogoverno agli amici, tutti i Penati, tutti gli stipendi d'oro, le pensioni di diamante, e le ruberie varie che una classe politica connivente ha gestito in questi anni.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog