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Pietre antiche: dolmen e menhir del Salento

Creato il 05 agosto 2013 da Cultura Salentina

Pietre antiche: dolmen e menhir del Salento

5 agosto 2013 di Barbara Baldassarre

Dolmen e menhir della Puglia

Dolmen e menhir della Puglia

Testimoni silenziosi delle prime espressioni del sentimento umano, di un passato che ancora non conosceva la civiltà messapica, i dolmen (dal bretone “tol”, piatto, largo e “men”, pietra) e menhir (dal bretone “men”, pietra e “hir”, lungo) sono costruzioni megalitiche, disseminate lungo la penisola salentina, la cui origine e funzione restano avvolte da un’aura di mistero.

L’opinione più diffusa tra gli studiosi è che i menhir (massi monolitici verticali di altezza variabile ma comunque non superiore ai 5 metri), chiamati anche “pietrefitte”, avessero uno scopo religioso, funerario, di orientamento o fossero legati a riti della fertilità, mentre per i dolmen (costruzioni con laterali di sostegno ed un lastrone a sormontarle) l’opinione più accreditata è che siano delle tombe, a volte usate come are sacrificali (per la presenza di scanalature sulla lastra principale).
Proprio la loro remota collocazione storica ha fatto sì che le teorie che si prefiggevano di spiegarne la presenza in terra salentina fossero quanto mai incerte, se non in alcuni casi altamente improbabili (come chi li vorrebbe testimonianze di popolazioni risalenti alla mitica Atlantide).

Aree con presenza di megaliti in Europa

Aree con presenza di megaliti in Europa

L’ipotesi finora più avvalorata vede la loro origine come il risultato di migrazioni di popolazioni asiatiche, molto probabilmente celtiche, che durante il loro passaggio hanno lasciato traccia di sé nel Mediterraneo, in un’area che comprende le isole spagnole, la Sardegna, la Corsica, la Puglia e l’isola di Malta.

Giurdignano, Dolmen Stabile, foto B. Baldassarre

Giurdignano, Dolmen Stabile, foto B. Baldassarre

Se però si tiene conto del fatto che la presenza di dolmen e menhir è attestata soprattutto in buona parte dell’Europa del nord, includendo quella che è forse l’espressione massima dell’architettura megalitica (Stonehenge in Inghilterra), i conti sembrerebbero non tornare. I nostri piccoli dolmen e menhir alla pari di Stonehenge?

Da secoli abituati ad essere considerati “l’ultima ruota del carro”, “avamposto dell’Africa”, qualche dubbio è lecito porselo.

Ma se si pensa che nel lontano 1893 lo studioso Cosimo De Giorgi riferisce, parlando di Giurdignano, che

“i vecchi contadini del luogo (…) mi assicurano che parecchi altri (dolmen, n.d.r.) esistessero in quella contrada nella metà del secolo scorso, e che furono atterrati quando cominciò a farsi il dissodamento di quei terreni sino ad allora macchiosi e abbandonati al pascolo degli armenti”

e che nella zona del Dolmen Stabile, l’unico dolmen ottimamente conservato a Giurdignano, sono presenti degli ammassi di lastroni in pietra, alcuni dei quali recano incisioni, l’ipotesi di una piccola “Stonehenge” salentina ormai perduta per sempre diventa molto più reale.

E forse vale la pena a questo punto godersi il suggestivo percorso fotografico tra le “pietre” della preistoria disseminate in tutta Europa proposto dal sito http://www.stonepages.com. E immagine dopo immagine, tra similitudini e differenze, concedere spazio all’ipotesi che sicuramente, in qualche modo, c’eravamo anche noi a fare la storia. Quando ancora di storia non si poteva parlare.


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