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Pietro Ichino, non mi hai convinto

Creato il 04 febbraio 2012 da Cortese_m @cortese_m
Pietro Ichino, non mi hai convinto Ho assistito con molto interesse ad un intervento a Firenze, del Senatore del Partito Democratico, Prof. Pietro Ichino, com'è facile immaginare sul tema del lavoro, sul mercato del lavoro com'è e come potrebbe cambiare nel medio o anche breve termine.
Il Prof. Ichino, avvocato, docente universitario, ex-sindacalista, grande esperto del mercato del lavoro e convinto sostenitore della flexsecurity, di quel modello di mercato del lavoro che rende la Danimarca fiore all'occhiello ed esempio per tanti Paesi a cominciare dal nostro.
L'argomento è di portata enorme quindi non voglio sminuirlo trattandolo in poche righe, mi ha colpito e sinceramente poco convinto il quadro dei dati che sono stati forniti che se fossero reali configurerebbero un mercato del lavoro assai meno disastrato e sofferente di quanto in realtà i Lavoratori, i Sindacati, ma anche svariate Istituzioni non percepiscano empiricamente, di seguito li riporto fedelmente:
il Veneto con 5milioni di residenti, dal 1-10-10 al 30-9-11 ha visto nascere 845mila nuovi posti di lavoro, di cui 145mila a tempo indeterminato, e dei quali circa 1/3 apprendisti.
A Milano, con 1,4milioni di residenti, si sono avuti 108mila nuovi posti di lavoro nel 2011.
Non ricordo la percentuale ma ricordo che era assolutamente marginale quella del numero di posti di lavoro persi a fronte di quelli nuovi creati nello stesso arco temporale.
A sentir Lei, sulla base dei dati forniti davanti ad una corposa ed attenta assemblea - anche se molto rumorosa al momento del Suo "snocciolamento" di questi dati - il problema non sarebbe la mancanza del lavoro ma la ritrosia dei lavoratori a cambiare attività, la paura, che volendo banalizzare si traduce in un'operazione semplice e semplicistica, non bisogna aver paura di cambiare e nemmeno di dire addio all'art.18, perché questa antica norma rappresenta un deterrente alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Cosa che sostenuta da un pezzo della sinistra politica italiana quale Lei può essere definito stride ancor di più...
Difficile spiegarlo a quei lavoratori che hanno sofferto ma sono stati negli anni tutelati dal quel articolo per Lei così fuori moda...
Caro Senatore, non sono i lavoratori a frenare il cambiamento di cui Lei è uno dei più convinti sostenitori, non sono i lavoratori ad aver paura di cambiare lavoro nell'arco della vita lavorativa - cosa da Lei più volte sostenuta nel suo intervento - come avviene in altri Paesi e come il modello della flexsecurity richiede, semplicemente i lavoratori in Italia non sono così convinti che la flessibilità porti la sicurezza di cambiare lavoro, manca loro la certezza che un lavoro ad attenderli fuori della porta del loro attuale posto di lavoro ci sia, è in grado per caso Lei di garantirglielo?
nanni

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