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Pillole di recensioni: Il Creasogni, Quando meno te lo aspetti

Creato il 19 agosto 2015 da Mik_94
Pillole di recensioni: Il Creasogni, Quando meno te lo aspetti Titolo: Il Creasogni Autore: Simone Toscano Editore: Ultre Novel Numero di pagine: 190 Prezzo: € 16,00 Il mio voto: ★★★ La recensione: Ci sono generi che sono bravissimo ad evitare. Perché mi rubano le parole di bocca e perché, poi, non so che dire. Chi mi legge sa di che parlo e, ormai, sa come li chiamo. I romanzi né belli né brutti, che nel dubbio - ingiudicabili - definisco semplicemente "boh". Pensavo di averli evitati accuratamente, quest'estate. Di solito, a mandarmi in confusione sono i racconti: come valutarli, singolarmente o tutti insieme? I racconti, e i romanzi per cui non si ha l'età. Come i classici - che sei ancora troppo infantile per apprezzarli - oppure le fiabe - che insegnano qualcosa anche ai grandi, sebbene tu non sempre sia in grado di coglierne la morale di fondo. Romanzi come Il creasogni: sbucati dal nulla, improvvisamente sulla bocca di tanti colleghi, inevitabilmente nella mia pila di libri da smaltire. L'esordio di Simone Toscano - giornalista, qui cantastorie vecchia maniera - parla di un paese in cui c'è un artigiano che fabbrica sogni su misura. Ha un soprannome, giacché la sua identità nessuno la ricorda più, e vive dei sorrisi dei compaesani che rende felici, della compagnia di un cane scodinzolante e di Catello, orfano apparso un giorno e scomparso, anni dopo, con lo stesso mistero con cui aveva mosso i primi passi a Mangiatrecase. Il Creasogni - storia di una professione, di un amore dimenticato, di un figlio smarrito da riportare a casa - vive di affetti familiari, circo e un po' di fantasia. Scritto con garbo, innocuo e blando, ma pensato con troppa semplicità. L'input iniziale finisce per perdersi, nella convenzionale retorica di una ricerca, tra i cenni a un Geppetto in cerca del suo Pinocchio, e l'originalità respirata nella sinossi si nega agli sguardi, lasciandoci una storia di quelle delicate e destinate a ricordi non particolarmente duratori. Con il massimo rispetto per chi sa che scrivere di bambini - e per bambini - è il lavoro più difficile del mondo, ma la promessa di un Pushing Daisies italiano o, ancora, di una sintesi del folgorante Il ladro di nebbia che viene a mancare. Della stessa materia di cui sono fatti i nostri sogni, è una sensazione fugace - la lettura, infatti, non si protrae per più di un giorno - che fa bene. Al risveglio però non si ricorderdà molto, anche se a testimoniare che c'è stato resta un vaghissimo sorriso. Il che non guasta, di questi tempi.
Pillole di recensioni: Il Creasogni, Quando meno te lo aspettiTitolo: Quando meno te lo aspetti Autrice: Chiara Moscardelli Editore: Giunti Numero di pagine: 268 Prezzo: € 14,00 Il mio voto: ★★ La recensione: Penelope Stregatti, paffuta e impacciata barese emigrata a Milano, all'ombra della Madonnina – tra sushi bar e amici radical chic – ha un lavoro da sottoposta in una multinazionale di assorbenti e a casa, con il suo pigiama scolorito, vive una seconda identità, protetta da un nome d'arte improbabile e autrice in incognito di articoli sul sesso – materia a lei quasi sconosciuta – su un giornalino per signore pruriginose. Vergognarsi più dei pannolini o della stesura dei quiz sul punto G? Ritirarsi a casa della nonna cartomante o continuare a inseguire quei desideri espressi a sedici anni? Sulla sua strada, un uomo bello e misterioso – prendete Preziosi in Elisa di Rivombrosa e James Spader in Secretary - che chissà perché non è chi dice di essere, tagli al personale e una missione a Parigi. La commedia della Moscardelli – incrocio tra il giallo e gli chick lit – non è particolarmente simpatica, né particolarmente ben scritta. Ha una galleria di personaggi colorati, ma che non trovano vita propria per via di un linguaggio che è tutto uno stereotico – gli amici gay esclamano continuamente “Adoro!”; le dirimpettaie genovesi hanno il loro colorito “Belìn”; le protagoniste meridionali, ogni due per tre, ti decantano le gioie di riso, fagioli e cozze –, tripudi di frasi fatte a partire dal titolo, una struttura asindetica che non contempla l'uso di punto e virgola – e posso capirlo: chiedere agli italiani di usarlo è troppo – e neanche dei due punti. Esempio dimostrativo:“Intanto le immagini della città più romantica del mondo mi scorrevano davanti, champagne, fois gras, Tour Eiffel, mi abbandonai sulla sedia di fronte a Ristori in estasi”. Questione di editing frettoloso? Chiara Moscardelli, già pubblicata con la blasonata Einaudi, non convince, con una trama senza guizzi – sebbene il miscuglio tra Homeland e Bridget Jones potesse essere carino – e la concorrenza di connazionali che, più volte, hanno dimostrato come un genere piccolo sapesse dare grandi soddisfazioni. Leggetevi la serie della Gazzola o l'esordiente Alice Basso, piuttosto. Dopo la scoperta di Ammaniti, ricordarsi che c'è gente serena e un mondo di sole con la ricerca di una lettura tutta rose e fiori. Perché non un libro come questo Quando meno te lo aspetti, dunque, richiesto giacché l'autrice sarebbe venuta a presentarlo dalle mie parti – ma alla presentazione non sono andato, alla fine, e il postino è arrivato tardi: segni su segni – e lasciato lì, come scorta, per qualcosa di semplice dopo un giro presso il lato oscuro? Nonostante aspettative basse, Quando meno te lo aspetti – che è proprio come ti aspetti - riesce a essere un modesto riempitivo a malapena.

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