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Pinturicchio-GODOT: i mille volti di Del Piero (By Spartaco)

Creato il 09 novembre 2013 da Simo785

Pinturicchio-GODOT: i mille volti di Del Piero (By Spartaco)

Il patrimonio artistico del nostro Paese è immenso, ricco di monumenti, taluni addirittura in carne ed ossa e, per quanto riguarda il calcio, Del Piero è sicuramente uno dei più importanti.

Parlare di un calciatore ancora in attività e con il curriculum di Alessandro Del Piero (9 novembre 1974) è complicato, non si sa da dove iniziare. I suoi trionfi forse è meglio lasciarli agli Annales, solo per citarne alcuni: 3° miglior realizzatore italiano di tutti i tempi, è nella lista dei FIFA 100, Golden Foot 2007,secondo calciatore più popolare d’Europa dopo Totti, due volte quarto per la classifica del Pallone d’oro (1995 e 1996), miglior calciatore italiano per l’AIC nel 1998 e 2008, scudetti e chi più ne ha, più ne metta.

Pinturicchio, come lo chiamava l’Avvocato per le sue “pennellate”, ha addirittura creato un marchio di fabbrica per quelle reti realizzate a affetto dal vertice sinistro dell’area di rigore verso l’incrocio dei pali opposto, il famoso “gol alla Del Piero”. Quanti portieri hanno tentato invano di fermare quella traiettoria insidiosa, ancor più beffarda perché fino alla fine lasciava con il fiato sospeso, nell’incertezza e forse, proprio per questo, più spettacolare. Sempre i soliti Annales ci parlano di 336 reti tra Campionato, Coppa Italia e competizioni internazionali.

Pinturicchio o Godot, a seconda che si tratti dell’Alex pre-infortunio 1998/99 che faticava a ritornare in forma supereroe e non segnava più, ha sempre regalato giocate ad effetto, dribbling, serpentine da slalomista e un tiro fuori dal comune, ma soprattutto ha tenuto un comportamento da vero sportivo in campo, grintoso, ma mai sleale, forse unico per correttezza, un vero esempio per i più giovani. A differnza del personaggio di Becket credo che egli sia uno dei più “compiuti” fuoriclasse, quasi un anti-Godot. Forse non a caso il mondo della pubblicità l’ha spesso preso in prestito: faccia da bravo ragazzo, occhi dolci e sorriso rassicurante, pochi degli attuali top player del nostro campionato possono vantare tante qualità telegeniche.

Certo di Del Piero non si è sempre parlato solo del suo famoso uccellino, ma anche per la sua straripante forza fisica. In particolare Zeman, in quella che fu una vera e propria battaglia con l’ex dirigenza juventina, la triade Giraudo, Bettega e Moggi, accusò la squadra torinese di somministrare sostanze dopanti ai suoi atleti. Com’è finita? Del Piero ne è uscito a pezzi e sbugiardato come spesso accade per gli eroi dello sport o innocente come lo dipinge la pubblicità? Anni di sentenze, appelli e ricorsi hanno decretato la non colpevolezza di Del Piero anche se, in questi casi, un po’ il dubbio al tifoso da Bar sport (o Bar Frankie, a seconda del caffè che preferisce) rimane.

Oggi credo ci basti ricordare quanto Pinturicchio abbia dato al calcio italiano e, in particolare, alla causa bianconera, accettando addirittura di giocare in Serie B dopo aver vinto un Mondiale, il glorioso trionfo di Berlino, impreziosito con la rete alla Germania. Competizione quella del 2006 che doveva avere Totti protagonista, ma a causa dell’infortunio causato da Vanigli non incise quasi mai come Lippi sperava. Del Piero e Totti, due campioni quasi d’altri tempi, innamorati della propria squadra e bandiere fedeli, spesso messi in competizione nelle gerarchie della Nazionale, quasi una staffetta alla Mazzola-Rivera. Bisogna dire che il primo concorrente di reparto con cui si trovò a dividere la maglia da titolare fu un altro monumento del nostro calcio, Roberto Baggio. Abituato alla concorrenza e, sempre disposto ad anteporre gli interessi del gruppo a quelli personali, sicuramente non meritava il trattamento riservatogli dall’accigliato Presidente Andrea Agnelli che, dopo 19 anni, ha deciso di non concedergli neppure un altro anno di contratto.

Non so perché, ma un uccellino mi ha detto che Pinturicchio con i suoi compagni di Sidney si trova bene, si sta togliendo ancora delle soddisfazioni. La terra dei canguri l’ha stregato e lui, a sua volta, la stupisce con le sue magie in campo, con le sue giocate da ragazzino di 39 anni, campione assoluto.

Aspettando la prossima magia di Godot, il prossimo record o, più semplicemente, il prossimo sorriso che ci regalerà. Auguri Alex e facci sognare ogni domenica con un gol oltreoceano, cento di queste linguacce alla Einstein, anzi alla Del Piero!


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