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Pippi Calzelunghe – C’era una volta la tv 27

Creato il 23 febbraio 2016 da Marvigar4

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Nel corso del pomeriggio di domenica 6 settembre 1970 l’Italia non apprese soltanto la notizia della vittoria di Salvador Allende alle elezioni cilene e di Clay Regazzoni al Gran Premio di Monza di Formula 1 alla guida di una Ferrari, ma fu travolta da un’autentica ventata d’aria fresca e salubre proveniente dal nord Europa, Svezia per la precisione. A godere di questo benefico soffio furono i bambini e anche le persone più adulte. Il canale Nazionale, l’attuale Rai Uno, trasmise Pippi Calzelunghe, una serie televisiva svedese tratta dall’omonimo romanzo per ragazzi Pippi Långstrump, scritto nel 1945 da Astrid Lindgren, nata nel 1907 a Vimmerby, a sud di Stoccolma. Cosa aveva di così nuovo e rilevante questa serie tv? La protagonista, orfana di madre e figlia del pirata Efraim Långstrump, una sorta di Robin Hood dei mari del sud, era una bambina di nove anni, Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe (Pippilotta Viktualia Rullgardina Krusmynta Efraimsdotter Långstrump nell’originale svedese), che si stabiliva da sola, in compagnia di una scimmietta (Herr Nillson) e di un cavallo bianco a pois neri (Lilla Gubben in svedese, Zietto in italiano), nella cittadina di Vilby, sull’isola svedese di Gotland, in una villa chiamata Villa Villekulle (Villa Villa Colle in italiano). Pippi sbarcò a Vilby perché costretta da una tempesta, la villa era una sistemazione provvisoria in attesa del ritorno del padre, che aveva comunque lasciato una discreta somma in monete d’oro alla piccola figlia. L’evento che convinse Pippi a rimanere a Vilby fu l’incontro con i due bambini Annika e Tommy, divenuti presto suoi amici. Capelli rossi con le trecce, lentigginosa, occhi azzurri, vestita vistosamente, munita delle mitiche calze di diverso colore e di scarpe lunghe, Pippi colpì subito i piccoli telespettatori e gli adulti sia per la determinatezza e generosità profonde, sia perché mai prima d’allora s’era vista una bambina del genere, autonoma, rivoluzionaria, dotata di una forza sovrumana (requisito esclusivo dei personaggi maschili) e pronta a combattere su tutti i fronti per salvaguardare la propria indipendenza. Verrebbe da dire che Pippi rappresentava alla perfezione la lotta d’emancipazione femminile degli anni ’60, se non fosse che la fonte originale letteraria risaliva alla metà degli anni quaranta. Questa piccola ribelle ha segnato un’epoca, la serie televisiva, composta da tredici episodi più due lungometraggi per il cinema, venne trasmessa in tutto il mondo con diversi nomi a seconda della lingua (pur restando Pippi o Pipi, soltanto i francesi, pour changer!, modificarono il nominativo in Fifi Brendacier). A quasi cinquant’anni dalla sua prima emissione, Pippi Långstrump continua ancora oggi ad essere replicato, un vero cult per i vecchi e i nuovi bambini. Nel 1998 fu realizzata anche una versione a cartoni animati, però non all’altezza del telefilm con personaggi in carne e ossa.


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