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Più aborti vicino alle centrali nucleari: ecco come si mistificano le notizie

Creato il 29 novembre 2010 da Lorenzo_gigliotto

Oggi volevo parlare di un articolo che ho letto sul Fatto Quotidiano e che mi ha fatto decisamente infuriare. Ho notato l’avversione che ultimamente questo giornale dedica alla vicenda sul “ritorno del nucleare in Italia”. Non ne ho capito ancora le cause (anche se il tutto mi pare inizi con una querelle nata tra Fatto Quotidiano stesso ed Enel), in ogni caso mi sembra allineato con quanto riporta da tempo Beppe Grillo: parlare male del nucleare, riportando dati inventati con un atteggiamento catastrofista, fa sempre colpo sull’opinione pubblica e porta sempre un bel po’ di nuovi lettori. Insomma, parlarne male conviene piuttosto che informare correttamente su questo tema. L’articolo di oggi ne è un esempio pratico; tocca un argomento a cui nessuno di noi potrebbe rimanere indifferenti e cioè una “presunta incidenza dell’aumento di aborti nelle vicinanze di una centrale nucleare”, senza però spiegarlo a fondo e sentenziando subito.

L’articolo del Fatto Quotidiano è strutturato in questo modo: due soli paragrafi (e anche brevi) sono dedicati alla spiegazione di questo presunto studio tedesco che se fosse vero sarebbe di certo terribile. I successivi 5 paragrafi invece si dilungano sul tema “e quindi siete proprio sicuri che il nucleare conviene? Secondo noi no, sono solo i governi cattivi e le aziende energetiche che vogliono specularci su”. Ecco come veicolare lo schieramento di un giornale prendendo come totem una questione tremenda ossia il presunto aumento di aborti nelle vicinanze delle centrali!. Nella restante parte del post voglio analizzare cosa dice effettivamente (qui il pdf dello studio http://ibb.helmholtz-muenchen.de/homepage/hagen.scherb/KusmierzVoigtScherbEnviroInfoBonn2010.pdf). Innanzitutto da notare che quello che viene presentato come “studio” non è altro che una presentazione di 29 pagine tutt’altro che esaustiva. In questa presentazione si dice che vengono presi in esame “Gli effetti nell’atmosfera dei test della bomba atomica”, “gli effetti di Chernobyl” e il famigerato Kykk Studium (che parla appunto della presunta maggiore incidenza di tumori infantili nella vicinanza delle centrali tedesco, ampiamente smentito da altri 5 studi commissionati dal governo tedesco). Secondo me già da questo si vede la poca serietà dello studio (ehm della presentazione). I test della bomba atomica, l’incidente di Chernobyl e la vicinanza a centrali nucleari sono tre argomenti completamente diversi tra di loro! Come si fa a metterli in un unico calderone senza neanche specificare in che modo e sentenziare?

Prendiamo poi in considerazione l’unico dato numerico: “Negli ultimi 40 anni, nelle aree a 35 chilometri di distanza da 31 centrali nucleari tedesche e svizzere, il numero delle nascite di bambine risulta inferiore di 20.000  rispetto ai dati attesi”. Esaminiamo un po’ criticamente la frase cosa che andrebbe sempre fatta soprattutto in casi così gravi come questo, per accertarci se appunto sono fondati:

L’area geografica di indagine è piuttosto estesa, perché si tratta delle aree nel raggio di 35 km dalle 31 c.li tedesche+svizzere significa 120.000 kmq, cioè il 30% della superficie complessiva di questi 2 paesi. Si tratta di aree presumibilmente pianeggianti, vicino a fiumi importanti o mari, dove di norma si concentra la popolazione e dove normalmente si concentrano le industrie. Le centrali nucleari non si fanno in montagna o nelle aree industrialmente non sviluppate. Sarebbe interessante fare una correlazione fra la composizione delle famiglie nel complesso delle aree sotto osservazione relativamente al resto della Germania. E’ possibile pensare che le famiglie dell’area in osservazione siano mediamente meno numerose di quelle dell’area residua? Come può essere messo in relazione questo fatto con i dati rilevati? Teniamo conto che stiamo parlando di 20000 bambine non nate su 2393556 nate, cioè dell’8 per mille. Dunque un dato piuttosto piccolo per una correlazione che non viene nemmeno spiegata!

Poi ricordiamolo: una centrale nucleare espone durante la sua vita a una dose di radioattività supplementare alla popolazione circostante a valori che comparati con la radioattività ambientale media sono inferiori di 2 o 3 ordini di grandezza, cioè vanno da 100 a 1000 volte e più inferiori alla radiazione ambientale. Questo si può affermare per tutti i reattori nucleari esistenti, con un’unica eccezione, quello più famoso di cui tutti sappiamo la triste storia. Sia detto esplicitamente per i digiuni della materia: la radiazione naturale è esattamente della stessa natura di quella artificiale, cioè per es. un raggio gamma “naturale”  ha esattamente la stessa natura di un raggio gamma emesso da un radionuclide artificiale.



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