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Più libri più liberi 2014

Creato il 09 dicembre 2014 da Tiziana Zita @Cletterarie

IMG_8778Torna Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria che si svolge ogni anno a Roma. Per cinque giorni il Palazzo dei Congressi si riempie di stand colorati, ricolmi di libri che “si avventurano nelle rotte meno battute dal mainstream”, mentre autori, editori, editor, traduttori, lettori, giornalisti, blogger s’incontrano e si confrontano, al primo piano, in dibattiti e presentazioni.
Quest’anno gli scrittori stranieri presenti sono stati Björn Larsson, non Stieg, quello di Millenium che è morto dopo aver fatto sette piani di scale a piedi, ma Björn, quello che ha scritto La vera storia del pirata Long John Silver, anche lui svedese, che ha presentato un saggio in cui racconta le passioni della sua vita, tra cui la barca a vela e l’Italia (in effetti parla bene l’italiano). A Loredana Lipperini che gli chiede se il mestiere dello scrittore è quello di rubare, Larsson risponde:

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“Sì, uno deve leggere moltissimo solo per evitare di scrivere un romanzo che esiste già. Sarebbe inutile riscrivere un romanzo che assomiglia a uno che è già stato scritto e che forse è meglio. Io ad esempio, quando avevo vent’anni, ho iniziato a ricopiare a mano passaggi di romanzi che avevo letto. Poi qualche anno fa ho avuto l’idea di ricopiare tutto sul computer e mi sono reso conto che avevo copiato quello che corrisponde a 1500 pagine di romanzi. Allora, ho scoperto una cosa davvero bellissima. C’erano idee che ho messo nei miei romanzi di cui ero molto orgoglioso e ho scoperto che venivano dagli altri che avevo copiato. L’originalità non è un valore di per sé. Può esserlo, ma puoi essere originale e brutto allo stesso tempo”.

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Questo ed altro troviamo in Diario di bordo di uno scrittore. A Più Libri più liberi c’era anche Céline Minard, autrice francese che ha pubblicato Per poco non ci lascio le penne, libro western (come Il figlio di Philipp Meyer…) e poi uno scrittore francese estremo, Philippe Forest (se volete saperne di più c’è la sua intervista su Cronache Letterarie). Infine uno scrittore americano meno noto, ma di gran culto, Percival Everett, di cui parleremo in un prossimo post. Presenti diversi fumettisti tra cui Zerocalacare. Per trovarlo bastava seguire la lunga fila di gente in attesa del suo autografo. E poi tanti altri che sarebbe impossibile citarli tutti.

Purtroppo però la situazione della piccola e media editoria è tutt’altro che rosea. Nel 2013 ci sono stati meno titoli pubblicati (-7,1%), meno titoli in catalogo (-1,9%), meno addetti ai lavori (-21,5%).

Più libri E' tempo di leggere
Il segno negativo persiste anche nei primi dieci mesi del 2014 in cui c’è un calo del 3,4% delle copie vendute e del 4.6% del fatturato (pari a 43 milioni di euro circa) rispetto allo stesso periodo del 2013.
Il rapporto 2014 sull’editoria in Italia realizzato dall’Aie, evidenzia anche il calo dei lettori (-6,1%) e degli editori (-1%). L’unico segno positivo riguarda il mercato digitale che continua a crescere sia in termini di titoli, sia di peso sul mercato (3% nel 2013). Calano anche le traduzioni da altre lingue che sono il 17,9 dei titoli pubblicati nel 2013: un valore che nel 2002-2003 era del 23-24%.

Oltre alla crescita degli ebook, l’altra buona notizia riguarda la vendita dei titoli italiani all’estero che aumenta, rispetto all’anno precedente, del 7,3 per cento. Dal 2001 al 2007 è raddoppiato il numero dei titoli venduti all’estero.
Questo significa che gli editori italiani hanno cambiato atteggiamento e non si sono limitati ad aspettare che qualcuno all’estero scoprisse i loro libri e chiedesse i diritti di traduzione, ma si sono dati da fare per una promozione dei loro titoli all’estero.
L’Europa resta il nostro principale mercato di sbocco ma raddoppia il “peso” dell’Asia e della Russia e questo perché le economie in espansione investono in cultura, informazione, in conoscenza.

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Fresco di stampa, il Breve trattato sulla sottile arte del go di Perec, di cui parleremo prossimamente su Cronache Letterarie.

In paesi che hanno una lingua e una scrittura completamente diversa dalla nostra, gli editori fanno tantissima fatica, non solo a trovare dei traduttori, ma anche a trovare consulenti che siano in grado di dare un parere su un libro. Solitamente un editore prima di decidere di tradurre un libro lo dà in lettura a un consulente di sua fiducia che gli dia una valutazione del testo. In paesi come la Russia, o come la Cina, è difficile per un editore trovare qualcuno in grado di farlo. Per questo è importante essere ospiti in una fiera, perché è l’unico momento in cui una nazione produce un grande materiale pubblicitario in lingua inglese.

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Alla fine della fiera, Fahrenheit ha proclamato il libro dell’anno, scelto dai lettori tra i tredici finalisti che hanno vinto come miglior libro del mese. La lista qui a fianco mostra tutti gli scrittori candidati. “Sono tutti di ottima qualità” afferma la Lipperini: “Ci sono dentro i generi anche se non sono di genere. Tanti i libri che parlano della famiglia”. Quest’anno era in gara anche un fumettista come Zerocalcare con Dimentica il mio nome, storia autobiogra- fica in cui racconta della morte della nonna francese Huguette, sempre ambientata a Rebibbia che per Zerocalacare è come Manhattan per Woody Allen. Zerocalcare dice che questa storia è la fine di un ciclo: “Dopo ho davanti il vuoto cosmico”.
Chi ha vinto? Zerocalacare naturalmente.


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