Magazine

Più sani e meno indebitati con la Salute 2.0

Creato il 01 aprile 2011 da Dtosello

Più sani e meno indebitati con la Salute 2.0

Agenda Coscioni n.43/2010Non è un pesce d’aprile: davvero la nostra salute non dipende poi tanto da quanto spendiamo per il Sistema sanitario. Strano a dirsi ma i soldi non sono un problema; i soldi sono il problema. E non perchè ce ne siano pochi, anzi al contrario, perchè la Sanità fa girare troppi soldi per permettersi di (far) pensare alla salute.

Tra i numerosi spunti del workshop sulla Salute 2.0 (alcune relazioni sono già scaricabili dai link del post precedente, grazie!) quello della sinergia strategica tra determinanti della salute (e in particolare gli stili di vita), comunicazione sanitaria e social media è senz’altro il principale.

E’ infatti paradossale, triste ma vero, che la montagna di soldi spesi nel Sistema Sanitario partorisce un topolino in termini di incidenza e miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini - come ci ha illustrato G. Fattori (da cui è tratto il grafico di Dever sottostante) e come ben sanno medici, epidemiologi, sociologi ed economisti sanitari (e immagino, ma di questi tempi non azzardo più tanto, anche politici). Dato assodato che si può ampiamente approfondire in rete (vedi ad esempio “I determinanti della salute” di G. Maciocco, “Politica di salute, governo della sanità” di M. Crivellini).

determinanti-salute.JPG

Ecco allora che salute 2.0 non è solo “utilizzare i nuovi media per guidare (la sottolineatura è mia) l’evoluzione della comunicazione sanitaria”, si tratta piuttosto di utilizzare consapevolmente i social media e gli strumenti del web partecipativo per favorire/promuovere un profondo cambiamento del cittadino e del Sistema Salute complessivo. Non come mero effetto di più efficaci campagne di marketing sociale ma come nuovo protagonismo civile e sociale che si prende a cuore la salute personale e collettiva in maniera critica e partecipata. E in questo conforta senz’altro vedere come nell’evoluzione delle culture della salute stia crescendo quella della “gestione progettuale” a scapito di quelle della disattenzione e della malattia/delega al medico.

Le reti sociali (tradizionali e online) dei cittadini possono effettivamente svolgere un ruolo importante sia per la promozione di stili di vita salutari (vedi ad esempio il Laboratorio Cittadino Competente dell’AUSL di Modena), sia come forma di supporto e auto-mutuo aiuto, sia come partecipazione “dal basso” attraverso “un sistema Valutazione-Informazione-Scelta a tutti i livelli del sistema” (come sostiene Crivellini con l’Associazione Luca Coscioni e come sta un po’ cercando di fare pazienti.org).

Non è Facebook che domani cambierà un Sistema sanitario da 150 miliardi di euro l’anno (9% del PIL), ma i cittadini potranno farlo quando la testa, le proprie reti sociali… e il portafoglio gli faranno capire che continuare “consumare” sempre più prodotti e servizi sanitari non significa necessariamente essere più sani.

Share/Bookmark


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog