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Poche idee e tanta confusione. l’ideologia della sinistra francese di fronte alla crisi

Creato il 16 luglio 2012 da Conflittiestrategie

Scritto da: MauroTozzato

L'evoluzione della teoria politica di John Rawls (da del 1999) e la cesura storica del 1989-1991 avevano completato il disfacimento delle varie declinazioni del socialismo e comunismo a livello storico e geopolitico: al posto di socialdemocrazia, liberalsocialismo, socialismo e comunismo rimaneva come "cavallo di Troia" - da utilizzare eventualmente per raccogliere utili consensi a favore di determinati gruppi dominanti - la vecchissima, ma riverniciata a nuovo, . La sopravvivenza di piccoli gruppi di pseudomarxisti e finto comunisti rimaneva del tutto irrilevante anche se particolarmente fastidioso e indecoroso per chi abbia il coraggio di ragionare partendo dal "principio di realtà" e quindi dai fatti. L'esplosione della nuova "grande crisi" ha progressivamente messo in moto - a seguito di situazioni acute e di altre, per il momento, relativamente sopportabili di disagio sociale - una ripresa, nei discorsi ufficiali o meno di parte della classe politica di "sinistra", di toni vagamente più accesi in cui la confusione dell'analisi e la populistica promessa di equità e giustizia sociale si mescolano, senza per la verità produrre risultati significativi. Sul Corriere del 21.06.2012 Aquilino Morelle, consigliere del neopresidente francese Holland, scrive:

Morelle insiste affermando cose ovvie come, ad esempio, che il sistema liberale è fondamentalmente basato sulla disuguaglianza e che ha (addirittura ?!) cercato di legittimare la disuguaglianza come valore. Questo non significa mettere in discussione la meritocrazia, afferma il consigliere di Hollande, perché nessuno mette in dubbio che sia giusto premiare il migliore quando si parta da eguali chance, da eguali condizioni di partenza. Ma Morelle ammette che se il sistema capitalistico liberale viene ora di nuovo criticato, il motivo per qui questo accade ha origine nel

La sinistra per Morelle deve ripartire da idee molto semplici:

Così per il Sig. Morelle bisognerebbe superare Rawls e Giddens - ovvero i teorici della "sinistra liberale" a cui si sono ispirati, e si ispirano, anche in Italia i mediocri politici del Pds-Ds-Pd - per ritornare ai valori della rivoluzione francese: libertà, eguaglianza, fraternità. Ma noi a questo riguardo siamo costretti a citare ancora Marx:

Alla luce delle analisi di Marx (e di La Grassa) la critica di Morelle alla sinistra liberale si presenta come un'altra riproposizione, un'altra variante, del liberalismo; egli rimane totalmente al di qua di quello che La Grassa chiama "primo disvelamento", rimane avviluppato all'interno della logica di quelli a cui crede di contrapporsi e di fronte alle problematiche concrete che la crisi pone dovrà o ammettere le ragioni dell'avversario o propugnare un massimalismo cieco capace di portare a situazioni ancora peggiori coloro che vorrebbe aiutare. Il professore francese, in totale confusione, finisce poi per criticare gli elementi decorativi e retorici (come il "fondamentalismo" liberistico) dell'ideologia liberale che possono in qualche modo venire contrapposti al capitalismo "regolato" pseudo-keynesiano per rimanere, comunque, totalmente all'interno del "nocciolo" capitalistico del liberalismo espresso nella precedente citazione marxiana. Lenin ha affermato che "l'involucro" politico migliore per la formazione sociale capitalistica è la liberaldemocrazia e questo per due motivi: da una parte essa svolge nel modo migliore la funzione di integrazione dei gruppi sociali medio-bassi e di manipolazione ideologica con un utilizzo più sofisticato e mistificato dei media; dall'altra essa - nei momenti in cui il sistema economico-produttivo vive una fase d'espansione - lubrifica al meglio i condotti nei quali devono circolare merci, forza-lavoro, denaro e innovazioni garantendo il mantenimento della supremazia delle potenze (sistemi-paese) pre-dominanti. Nelle situazioni di crisi e soprattutto quando la lotta policentrica si acuisce la liberaldemocrazia può, invece, diventare un "optional" oppure anche un lusso che non ci si può permettere; ma qui siamo nel campo della geopolitica e della storia ovvero delle congiunture da studiare caso per caso. Per concludere, segnalo, alla fine dell'articolo, una citazione da Keynes, inserita da Morelle, che vorrebbe proporre il grande economista inglese come un avversario della globalizzazione, ante litteram:

"Le idee, le persone e le opere d' arte devono circolare liberamente. Ma bisogna produrre e consumare localmente".


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