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Poesia – ‘a ppovertà è mmancanza de curtura! (La povertà è mancanza di cultura!) di Cristiano Torricella

Creato il 02 settembre 2012 da Maclamente @liberamentenet

E come ogni prima domenica del mese, ma non solo, proseguiamo la nostra rubrica dedicata alla poesia, alla Poesia della domenica, segnalando ‘a ppovertà è mmancanza de curtura! (La povertà è mancanza di cultura!) di Cristiano Torricella.

Questa poesia, in dialetto romanesco e poi in italiano con traduzione a cura dello stesso autore tratta della povertà del popolo. Argomento, purtroppo, molto di attualità, oggigiorno, in questi tempi duri, di grave crisi economica e sociale ma soprattutto di grave crisi morale e di profonda crisi di identità, riguardo alle proprie radici popolari, e territoriali, esistenti e, sempre più, dimenticate.

Poesia di denuncia contro chi ha ridotto e riduce il nostro popolo romano, ed italiano, ad essere questo, un popolo bue ed abbrutito, schiavo del consumismo e delle mode straniere, ridotto in questo stato da “panem et circences” (pane e giochi a premi), e da politici, burocrati, telegiornali, giornali, G8 G20 Europa BCE e potenti della Terra, anzichè, invece, cercare di elevare, al massimo, il livello morale, etico, culturale, artistico e civico del nostro valoroso e creativo popolo, italiano e romano, che ora, schiavo dell’imbecillità imperante e dominante, soggiace ad ogni ricatto, scambio, compromesso di mercato e squallida viltà di sorta.

Ho ritrovato ciò che penso in questa poesia, quello che troppo spesso vedo, vivo e provo osservando e immergendomi nella realtà di tutti i giorni, quella realtà che qualcuno, chi occupa i piani alti del potere, non conosce ma pensa di conoscere…

 

Poesia – ‘a ppovertà è mmancanza de curtura! (La povertà è mancanza di cultura!) di Cristiano Torricella

 

‘a ppovertà è mmancanza de curtura!

 

A ppovertà nun è ssortanto ppovertà de soldi!.

E’ anche ppovertà de curtura,
libbera ed autoctona,
ppopolare, dialettale, ssociale!.

E’ anche ‘gnoranza
de le proprie, pprofonne,
rradici ppopolari e ssociali!.

E’ anche ppovertà d’idee e dde penzieri,
er nun zapè creà nulla de novo!.

E’ anche ‘a diffusissima presunzzione che co’
lli sordi se pozza fà ttutto, ssempre!.

E’ anche ‘sto cconsumismo sfrenato,
che uccide le esiggenze vvere, de li cittadini!.

E’ anche votà ‘na ppolitica
de ssprechi e dde truffe,
contro er cittadino pagante!.

E’ anche ignorà d’esse fiji, vveraci,
de Rroma
e dde li bbellissimi Castelli Romani!.

E’ anche bere bira estera e “ccosa-ccosa”,
quando er tuo teritorio pproduce vino!.

E’ anche magnàe couss-couss
e beve caffè americano, seguenno ‘e mmode!.

E’ anche nun ave’ ‘na ppropria vvisione
spirituale, nmorale, etica, ppolitica, religgiosa!.

E’ anche esse’ abbulici, apatici, senza più
vojia di lottà, arrennendosi subbito!.

Questa è ‘a vera ppovertà, de chi vvive ‘na vita
senza mmotivazioni rreali, piena de nnoia!.

Scusateme, perciò, se io nun faccio parte der
vostro ccoro, ma io penzo qquesto!.”.

 

La povertà è mancanza di cultura!

(traduzione in lingua italiana, a cura dell’autore)

 

“La povertà non è soltanto povertà di soldi!.

E’ anche povertà di cultura,
libera ed autoctona,
popolare, dialettale, sociale!.

E’ anche ignoranza,
delle proprie, profonde,
radici popolari e sociali!.

E’ anche povertà di idee e di pensieri,
il non saper creare nulla di nuovo!.

E’ anche la diffusissima presunzione
che con i soldi si possa fare tutto, sempre!.

E’ anche questo consumismo sfrenato,
che uccide le esigenze vere dei cittadini!.

E’ anche votare una politica
di sprechi e di truffe,
contro il cittadino pagante!.

E’ anche ignorare di essere figli, veraci,
di Roma e dei bellissimi Castelli Romani!.

E’ anche bere birra estera e cosa-cosa,
quando il tuo territorio produce vino!.

E’ anche mangiare couss-couss
e bere caffè americano,
seguendo le mode!.

E’ anche non avere
una propria visione
spirituale, morale,
etica, politica, religiosa!.

E’ anche essere abulici, apatici,
senza più voglia di lottare,
arrendendosi subito!.

Questa è la vera povertà,
di chi vive una vita
senza motivazioni reali,
piena di noia!.

Scusatemi, perciò,
se io non faccio parte del vostro coro,
ma io penso questo!”.

(da “poesie e testi di canzoni in dialetto romanesco dai Castelli Romani”, di Cristiano Torricella, Edizioni Simple, luglio 2012)


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