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Tentando di rimanere seri, però, urge ricordare che siamo in mano ad un finanziere. E' vero, Berlusconi non poteva più controllare il proprio governo, né fare scelte giuste ed eque. Dopo 10 anni di premierato il fallimento ed il nulla erano sotto gli occhi di tutti. Tempo scaduto. Però l'equità ci serve davvero, al di là di spread e debito, perché siamo una polveriera e non possiamo permetterci di esplodere. Equità significa anche investire seriamente in quel sud che è da sempre terreno per le campagne elettorali ma che poi si perde in mafie e clientele mentre il denaro rimane al nord o ci torna attraverso i magheggi di qualche ministro. Tremonti piaceva molto a Bossi perché faceva questo lavoro: ad esempio spostava i soldi che Prodi aveva destinato alla Salerno-Reggio Calabria al nord, poi si andava a fare un giro al sud con Bonanni e si meravigliava dell'arretratezza del posto. Che poi, Bonanni, tu non è che sei nato in Tirolo eh, certe cose le dovresti sapere senza far tutto 'sto circo.
L'equità dovrebbe ricominciare da lì, e con essa gli investimenti per rilanciare l'economia. Il sud ha bisogno di servizi e infrastrutture; c'è molto da fare, molto lavoro, molte risorse. Dal sud l'Italia potrebbe ricominciare a camminare. Così come il ripristino di tasse locali (ICI) e l'abolizione di alcuni fardelli statali, una patrimoniale per evitare che l'evasione sia un problema irrisolvibile (lo rimarrebbe, ma almeno i soldi li prendo in altro modo), bussare alla porta dei simpatici scudati, cui garantirei di nuovo l'immunità ma chiederei qualche soldo ancora. Sacrifici per loro no? La defiscalizzazione del lavoro dipendente e delle imprese, una riforma universale degli ammortizzatori sociali, il ripristino del lavoro stabile per i giovani che potranno ricominciare a sognare un domani.
C'è tanto da fare, molto più di quanto scrivo io ed ognuno ha una propria ricetta. Alcune sono lacrime e sangue, altre solo lacrime. Qualche sacrificio servirà, ma lo devono fare tutti, anche chi governa. Ma Monti, certamente rispettoso delle istituzioni, sa che non può chiedere di stare al suo posto sino al 2013. Deve fare una manovra ora, un aggiustamento a gennaio, la riforma elettorale a febbraio e mandarci a votare a marzo. Capisco che Napolitano sia intervenuto per togliere il paese dall'immobilismo dell'attuale governo B., ma noi siamo e rimaniamo una democrazia parlamentare e il nostro parlamento è eletto dal popolo. Capisco, quasi condivido la necessità di un governo tecnico, ma non posso restare ostaggio di un consiglio dei ministri autoelettosi anche se con l'approvazione delle camere.
C'è l'aspetto politico che il centro-sinistra sottovaluta (ma va...), ossia il fatto che sulle scelte impopolari del governo tecnico il centro-destra si ricompatterà per vincere poi di nuovo tra due anni. C'è l'aspetto economico, che ci dice che un governo del genere costa più di un altro. C'è, soprattutto, l'aspetto democratico: traghettati verso mari un pochetto più tranquilli abbiamo il diritto di votare. E se Monti sarà bravo potrà candidarsi come fanno tutti. Ma non lasciare lo spazio al voto per il tecnicismo di un finanziere è un sequestro cui non voglio sottostare. Vi è la necessità di ripartire, ma anche di riappropriarsi dei nostri diritti più elementari. Serve dare una spinta all'Italia però, poi, riprendiamoci la democrazia.
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