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Polveri sottili: "Diagnosi e Prescrizioni" (Ing. Alessandro Cariani)

Creato il 29 dicembre 2015 da Tafanus

Alessandro-carianiSe si volesse davvero valutare un amministratore, per esempio un politico, si dovrebbe osservare come affronta i problemi della città da lui amministrata: è per questo che quando leggo dello "sdegno di Pisapia  sinceramente mi faccio delle domande sulla competenza del sindaco e dei suoi consiglieri.

In effetti, dopo il servizio di “Striscia la notizia” che evidenziava che gli uffici pubblici del comune di Milano sforino abbondantemente i 19 °C imposti come limite termico negli appartamenti e negli uffici, e la disarmante (o forse meglio ignorante) risposta di Pisapia che dopo la misura di 22,3 gradi nel suo ufficio dichiarava: “vero, ma io apro la finestra” (è vero, ha risposto proprio così…) personalmente mi sono fatto un’idea abbastanza precisa delle competenze del sindaco di Milano e della sua ciurma.

Il Comune di Milano, infatti, a seguito di un livello di polveri sottili oltre la norma per più di due mesi ha deciso di bloccare il traffico: una decisione davvero geniale che infatti non ha portato a nessun risultato, come facilmente intuibile da chi dispone di un minimo di competenza tecnica sulla dispersione di inquinanti.

Mi spiego meglio: Pm 10 e Pm 2,5, come abbiamo imparato a chiamarli, sono la definizione di quelle che chiamiamo “polveri sottili, cioè polveri composte di particelle solide e liquide rispettivamente con un diametro inferiore a 10 e a 2,5 micron. Queste polveri sono per circa il 30% rappresentate dal residuo diretto dei processi di combustione e per il 70% circa causate dall’ossidazione di pulviscolo atmosferico: a causa dell’alta pressione presente sulla pianura padana da ottobre ed alla mancanza di flussi ventosi (che disperdono le PM, non le fanno sparire come per incanto) le poveri rimangono intrappolate e si accumulano nei primi 3-400 metri di atmosfera.
Secondo i dati di Rse (Ricerca sul Sistema Energetico) Il traffico di autoveicoli, il riscaldamento domestico, l’agricoltura e l’allevamento intensivo sono i principali responsabili: a Milano, in particolare, le caldaie di casa produrrebbero il 35-40% delle polveri sottili presenti in città, mentre il restante 60% sarebbe causato dalle autovetture e da fattori terzi (emissioni di aree produttive, combustioni non autorizzate, camini a legna).

Va sottolineato che le caldaie a gasolio, pur diminuite rispetto a qualche anno fa, rappresentano ancora un terzo del totale dei sistemi di riscaldamento nel milanese: sui circa 30mila impianti centralizzati, per lo più in abitazioni, il catasto del Pirellone stima che a Milano siano ancora 10mila quelli alimentati a gasolio e che vi siano ancora (incredibile !) circa 45 impianti a carbone.
Per abbattere il Pm10 si è ha puntato, negli anni scorsi, sulla trasformazione degli impianti di riscaldamento dal gasolio al metano, ma oggi si sta concentrando con più energie sull’altro fronte, quello dello smog da traffico, con il nuovo blocco dei diesel e gli incentivi dai 600 fino ai 3mila euro, per cambiare l’auto, e dai 200 ai 2mila euro per le moto ecologiche.

Se consideriamo che fino ad aprile i caloriferi resteranno accesi, il riscaldamento sarà responsabile di oltre il 40 per cento del Pm10 emesso in città, che arriva al 50 per quanto riguarda le emissioni invece di ossidi di azoto (Nox).

Angelo Giudici, direttore settore Aria e agenti fisici di Arpa Lombardia, afferma: «Se distribuita durante l’anno la percentuale scende intorno al 16 per cento — spiega— ma durante la stagione invernale l’incidenza si può dire che raddoppi».

La stima di Giudici in realtà appare ottimistica, in quanto l’incidenza relativa alla presenza di PM10 e PM2,5 a Milano durante l’inverno quadruplica: poiché il traffico estivo ed invernale non è particolarmente differente appare interessante notare che i problemi di inquinamento si verificano in inverno ed in particolare gli andamenti di concentrazioni variano in maniera sostanziale solo all’accensione delle caldaie, all’inizio di novembre. Su tutti i combustibili, tolta la combustione a legna che è la più tossica ma che a Milano è stata sostanzialmente annullata, sono i bruciatori a gasolio che hanne le peggiori prestazioni in termini di inquinamento da riscaldamento domestico, come evidenziato nelle immagini che seguono:

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01
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02

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Come si vede dai dati ISPRA, se il PM10 causato dalle autovetture è sostanzialmente sceso dal 1990 ad oggi (identicamente alle emissioni necessarie alla produzione di energia, anche grazie alle migliorie tecnologiche imposte ai produttori) in termini assoluti le emissioni delle autovetture causano a Milano circa il 25% del particolato presente in aria, l’agricoltura il 12% circa, le industrie il 7% mentre il riscaldamento domestico (che in termini assoluti è aumentato a dismisura dal 1990 ad oggi) contribuisce per oltre il 52%.
In altri termini, considerati i numeri assurdi di impianti a gasolio presenti sul territorio del comune di Milano (oltre 10.000…), ipotizzando di passare a sistemi di riscaldamento a pompa di calore in luogo del carbone e del gasolio da valori di PM10 pari a 200 (nel 2010) si passerebbe a valori inferiori a 120 nel caso peggiore a valori inferiori a 90 nel caso migliore.

Ing. Alessandro Cariani


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