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Porcupine Tree – XMII (2005)

Creato il 17 giugno 2014 da The Book Of Saturday

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Per essere un album dal vivo quasi non si sente. Anzi, non si percepisce proprio. Sembra un disco in studio. In pieno stile Porcupine Tree, il trionfo dell’iper riverbero. Tutto questo è XMII, una sigla ma potrebbe essere anche un marchio di qualità. Perché si può essere critici quanto si vuole nei confronti di Steven Wilson, ma quanto a pulizia del suono e idee, tanto di cappello.

STORIA. XMII è un album registrato dal vivo il 21 luglio 2003 negli studi della XM Radio Satellite di Washington D.C., mixato da Steven Wilson nell’agosto del 2003 e pubblicato nel 2005 dalla propria etichetta, la Transmission Recordings. Per questo viene chiamato anche Tansmission 4.1. La pulizia è insita nella bravura dei PT, la pulizia è dovuta invece all’assenza di pubblico (salvo pochi fortunati raccomandati…), perché la registrazione fu fatta in uno studio radiofonico. In realtà è l’idea che perseguita qualsiasi amante della musica: poter ascoltare un concerto senza schiamazzi o battiti di mano inopportuni. Dopo l’esperimento XM (registrato sempre nel 2003 ma con il pubblico, stavolta) XMII è un regalo ai maniaci del suono e del live vis-a-vis. Va goduto. Da soli. Al buio.

IMPORTANZA. XMII è un live, dunque una raccolta dei migliori successi, o quantomeno la selezione scelta da Wilson per far vibrare le corde del pubblico. Non si può parlare dunque di importanza in senso stretto, in quanto XMII viene pubblicato quando i Porcupine Tree sono già sulla cresta dell’onda e la critica si scervella per collocarli ora nel prog, ora nel rock. Molte delle tracce provengono dall’album Lightbulb Sun.

SENSAZIONI. Un live, ma anche tanta elettronica. Per sopperire alle disparità numeriche della band, i Porcupine Tree ricorrono comunque a dei backup che sostengono le basi più costruite. Si parte con Shesmovedon, dove il wuah di Wilson nel finale anticipa già il valore della qualità audio di questo lavoro. Segue Fadeaway, cantata dal guest guitarist, John Wesley. Da estasi l’accordatura aperta in Trains (ma del resto la si conosceva…), tema simile ripreso anche in Pure Narcotic, accompagnata però fin dall’inizio dalla tastiera. Campionario di percussioni e fantastico intreccio di suoni con chitarra distorta in Hatesong. Sembra non finire mai… Poi c’è l’infinita Russia On Ice, dove nella parte centrale emerge il basso di Colin Edwin, in realtà dal quattro corde fin dal primo secondo arrivano forti scosse di terremoto.

CURIOSITA’. Il disco non si trova in commercio ma viene venduto dai Porcupine Tree esclusivamente ai loro concerti live e sull’online shop Burning Shed. In realtà, il cd si può trovare anche su altri siti, ma provate ad andare su Amazon e vi accorgerete che non è così semplice: ad oggi, ve ne sono solo due, quello nuovo costa 120 dollari, quello usato addirittura 298.



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