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#PordenoneLegge "Azar Nafisi"

Creato il 21 settembre 2015 da Dida

#PordenoneLegge Passionale, decisa, entusiasta. Azar Nafisi ha conquistato tutti: i (pochi) che non l’avevano mai letta, i suoi lettori affezionati e quelli che come me hanno avuto la sfortuna di scoprila troppo tardi.PordenoneLegge quest’anno si è tinto di rosa, grazie alla presenza di preziosissime testimonianze di scrittura femminile, tra le quali spicca Azar Nasifi.La Nafisi è testimone, custode e guardiana. E’ testimone di un luogo remoto, lontano. E’ custode della cultura iraniana. E’ la guardiana di quella Repubblica dell’immaginazione, della quale ci racconta con la solita scrittura tagliente, ma avvolgente, nell’omonimo libro uscito per Adelphi.

#PordenoneLegge

Aspettando Azar Nafisi a +pordenonelegge.it - Festa del libro con gli autori 

La Repubblica dell’immaginazione è il sequel ideale di Leggere Lolita a Teheran, dove la scrittrice iraniana, ormai cittadina americana, si ritrova a fare i conti con la non - cultura dell’America, terra di sogni e speranze, della quale si è innamorata leggendo Huckleberry Finn. 

Come d’abitudine, mischiando memoir, critica letteraria e saggistica, la Nafisi ci racconta di una nuova dittatura, di una nuova oppressione: quella dei media, della celebrità a tutti i costi, del mito 2.0, che appiattisce e svilisce la diversità, il confronto, l’empatia. La nostra unica salvezza è connetterci con la passione, quella di chi ci sta intornoEd è proprio la passione che colpisce. Quella che la Nafisi mette in ogni gesto, quella che la anima quando parla della poesia, dei colori e della sensualità della vera cultura iraniana. Quella che traspare dai suoi occhi quando parla di Lolita, di Twain, di Harry James e Svevo. Una donna, una scrittrice, che crede nelle connessioni, nel potere salvifico della parola e che sì, la lettura di un libro può redimere un’anima e salvare dall’oblio popoli e culture schiacciati dal manicheismo della politica.Ribelle e riflessiva.Una scrittrice che nella letteratura non cerca la realtà, ma una personalissima e salvifica epifania della verità.Alla prossimaDiana 

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