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PORNO AL CARBONIO 14 – The Affairs of Janice

Creato il 16 gennaio 2014 da Fabioeandrea

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Tutto parte dalla mente (sempre fertile, eh!) del defunto Zebedy Colt (dietro il cui nome tanto grrr si nasconde un anonimo Edward Earle Marsh), attore, cantautore, ma soprattutto regista californiano di film per adulti.

Zebedy Colt fu una delle figure più importanti nel mondo del porno americano, ma prima di arrivare a questo traguardo ebbe alle spalle un passato da bambino prodigio a Hollywood (recitò come uno dei bambini della foresta nel film Robin Hood con Errol Flynn) e da stella del cosiddetto “Queer Cabaret” negli Anni Sessanta, visto che fu l’autore del disco a tematiche gay I’ll Sing For You che lui cantò nientemeno che accompagnato alla London Philharmonic Orchestra (mica dall’orchestra che Beppe Vessicchio dirige ad Amici di Maria De Filippi, eh!). Bisessuale, entrò nell’industria del cinema hard quando ormai aveva raggiunto la mezza età perché sa da fa qualcosa peccampà (e perché non gli bastava più lavorare a Broadway). Prima fu attore e poi, successivamente, si dedicò alla regia di pellicole come questa (sulla quale io sono incappato quasi per caso), ritirandosi intorno agli Anni Ottanta a causa dell’enorme crisi che l’entrata in commercio del VHS causò al cinema di questo settore.

The Affairs of Janice, diretto nel 1976, è il suo film più rappresentativo e delizioso… sempre che delizioso sia una parola che si possa appiccicare a un film porno… Io ce lo metto lo stesso, poi fate voi.

Comunque… dirigendo attrici come CJ Laing – notissima interprete newyorkese e intrattenitrice del cinema pornografico americano che divenne celebre per essere la groupie più zoccola che andava dietro al gruppo The Grateful Dead e per aver sperimentato per prima in video roba tipo bondage, fustigazioni, fisting e Iva Zanicchi – e Crystal Sync – nome che lei prese dalla crystal synchronization… sì, proprio l’apparecchio che si usa per sincronizzare la velocità di una cinepresa… bah! -, Zebedy Colt creò questo sorprendente thriller (sì, thiller) che combinò il porno con alcuni riferimenti ai vecchi film hollywoodiani (primo fra i tanti Viale del tramonto di Billy Wilder), compresi alcuni psicodrammi sessuali che fecero scalpore all’epoca, trasformandolo, malgrado il budget più basso di sempre, in una pellicola che rimase nella mente dello spettatore segaiolo.

TRAMA: Il cadavere di un pittore alcolizzato viene ritrovato mentre galleggia sulla superficie della piscina della sua bellissima villa. E già che il film non inizia con un cunnilingus è una vittoria per l’originalità. Da qui in poi, la voce del defunto vi guiderà dentro la sua vita da uomo inacidito dal proprio matrimonio e continuamente cornuto che decide di far fuori tutti gli amanti della moglie Janice.

Scene da non perdere:

1. Tutte quelle in cui compare Zebedy Colt e cerca di fare un’espressione quantomeno sorpresa nello scoprire che la sua mugliera lo ha trasformato in un alce. Se questo è il massimo della recitazione che sa dare al cinema, mi sa che non è stata una grande perdita.
2. Le scene nell’atelier dove George King (il personaggio interpretato da Colt) dipinge. I ritratti dovrebbero essere delle imitazioni di una roba tipo Modigliani e gli assomigliano lontanamente che più lontanamente non si può. Fateci caso, per favore, e la vostra vita non sarà più la stessa.
3. L’ultimo omicidio. Io non vi dico niente per non togliervi la suspense ma, penso ci sia qualcosa di enormemente artistico dietro la creazione!

Fabio Secchi Frau


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