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Porry-Pastorel e il suo patrimonio fotografico, di Sabrina Zaghini

Creato il 15 gennaio 2014 da Letizialaura

La scelta di svolgere una ricerca su un fondo fotografico dedicato ad Adolfo Porry-Pastorel, è implicitamente inspirata al voler fornire un tributo al fotoreporter considerato il “padre del fotogiornalismo italiano”, per lo più sconosciuto al pubblico.

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Nato a Vittorio Veneto in provincia di Treviso il 14 novembre del 1888, Adolfo Porry-Pastorel, fu il primo in Italia a suggerire l’inserimento della fotografia come complemento di un articolo di giornale. La passione per il giornalismo, che gli venne probabilmente trasmessa da Ottorino Raimondi (corrispondente del quotidiano Corriere della Sera nei primi anni del Novecento e che si prese cura di Porry-Pastorel alla morte suo padre), e quella per la fotografia, fecero di Porry-Pastorel un fotoreporter d’eccellenza. I suoi esordi come apprendista furono a Il Messaggero; i suoi primi reportage vennero pubblicati sul quotidiano La Vita ed ebbero un tale successo che l’allora direttore de il Giornale d’Italia, Alberto Bergamini, volle Porry-Pastorel nella sua squadra come fotoreporter. A soli 20 anni, contestualmente al suo lavoro di giornalista, aprì un’agenzia fotografica la Foto V.E.D.O. con sede in via di Pietra a Roma dove istruiva i giovani fotoreporter dell’epoca tra i quali ricordiamo Tazio Secchiaroli che definì egli stesso Porry-Pastorel un “maestro”.

L’attività di Porry-Pastorel è di particolare rilevanza ed interesse ai fini storici in quanto si colloca in un periodo in cui rotocalchi e fotogiornalismo, nei primi decenni del Novecento, assumono una funzione di “descrittori” di mutamenti culturali, di costume, di stili di vita e di modi di comportamento degli italiani che stanno vivendo un processo di costruzione di una identità collettiva nazionale.

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Durante le ricerche per la preparazione di questo studio, si è constatato che l’opera di Porry-Pastorel è conservata presso diversi archivi, pubblici e privati. Con l’obiettivo di mantenere l’attenzione sull’oggetto della ricerca, senza però perdere di vista l’insieme, in questo contesto presento un lavoro di sintesi, con delle slide in allegato, in calce. Si prevede la pubblicazione di uno studio più esteso in altra sede.

Queste le strutture che conservano i documenti fotografici di Porry-Pastorel: gli Archivi Farabola, che possiedono delle immagini che ripercorrono tutto il periodo lavorativo di Adolfo Porry-Pastorel; il fondo fotografico Giuseppe Bottai (1903-1959), conservato presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, nel quale si trovano fotografie che ritraggono Giuseppe Bottai sia nella sua vita pubblica che privata e che sono state trattate e rese tutte disponibili on line sul portale LombardiaBeniCulturali; l’archivio privato di Vania Colasanti, nipote di Porry-Pastorel, autrice di un bel libro sulla vita del fotografo, Scatto Matto, del 2012, nel quale sono presenti anche fotografie strettamente legate alla vita privata del fotoreporter; l’Archivio Storico dell’Istituto LUCE, che conserva 1.739 immagini eseguite da Adolfo Porry-Pastorel nel periodo compreso tra il 1919 ed il 1923, e sul quale si è concentrato il nostro interesse. L’archivio dell’Istituto Luce ha reso consultabili on line tutte le 1.739 immagini del fotografo sul proprio sito: http://www.archivioluce.com, Archivi fotografici, Fondo Pastorel.

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La nostra attenzione si è rivolta principalmente al lavoro svolto dall’Archivio Storico LUCE per conservare, catalogare, informatizzare il fondo fotografico di Adolfo Porry-Pastorel (denominato semplicemente Pastorel dall’Archivio).

Buona lettura a studiosi, appassionati, studenti, colleghi!

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Ringraziamo Sabrina Zaghini per aver consentito la pubblicazione di parte del suo interessante lavoro di ricerca. Gli insegnanti potranno trovare numerosi spunti per l’uso didattico di queste fonti, facilmente reperibili on line sui siti indicati. [ndr]


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