Magazine Diario personale

Post it

Creato il 08 luglio 2014 da Valeskywalker @valeskywalker
Post itDa anni scrivo quasi sempre al computer.
Stamattina ho iniziato un progetto un pochino piu' grande di questo schermo: dopo aver passato 5 minuti a guardare la pagina computerizzata vuota, ho messo in un'altra finestra una playlist di youtube con le canzoni piu' suonate del 2005, nella speranza di resuscitare memorie utili di quell'anno.
E cosi' che mi sono ricordata che nel 2005 le canzoni piu' suonate mi facevano quasi tutte schifo a parte When September Ends che pero' e' tristissima e piu' che l'ispirazione mi fa venire il magone.
Intanto che aspettavo il gorgoglio della moka, ho recuperato uno di quei fogli grigi dentro le cornici a vetro Ikea 70x100: sul retro bianco ho preso a disegnare una serie di insiemi, frecce e numeri romani.
Poi ho preso un blocchetto di post it e ho iniziato a scribacchiare anche su quelli.
Dopodiche' e' cominciato il balletto di questo post it dove lo metto, dove lo metto non si sa, tra i vari insiemi e frecce.
Da anni scrivo quasi sempre al computer: mi sono rimaste solo le cartoline e i biglietti d'auguri per constatare come la mia grafia sia rimasta brutta uguale a com'era il ventitre' settembre 1985.
Mentre iniziavo a disegnare i sottinsiemi, maledicendomi per non aver fatto gli insiemi abbastanza grossi da permettere ai sottinsiemi di contenere almeno un post it l'uno, ho ricordato quel momento in cui alle elementari imparai a far le tracce per i temi: who, when, where, what, why.
Alle medie arrivo' il metodo dei grappoli: era tra quelli proposti dal libro di antologia per imparare a creare una visione della scaletta da 5 w.  Da allora, nella mia vita di studentessa ho sempre passato un'ora, prima di cominciare a scrivere temi, articoli, ricerche e tesi, a fare cerchi che contenevano parole su un blocco di quelli del lavoro di mio padre, stampati a carta millimetrata.
Quanti grappoli di Manzoni ho prodotto.
La zia Petris non dava mai piu di sette se sceglievi il tema non letterario (cioe' quello di attualita' o quello interdisciplinare): di quelli letterari te ne dava sempre tre.L'anno della matura due erano sull'argomento del mese del programma di lettere, l'altro era sempre sul pezzo del mese del Manzoni. Percio' mi preparavo benissimo sul Manzoni e portavo a casa il solito 8 meno, e tutto il resto a la carte: studiavo solo gli autori che mi piacevano, e tanti saluti a Giovanni Pascoli che m'ha sempre messo ansia.
Tra le tracce della matura, ne usci' una sul romanzo dell'800, dove ca va sans dire, grappolai Manzoni per meta' foglio millimetrato. Mi ricordavo cosi' poco delle Ultime Lettere di Jacopo Ortis (IS, come insegna Batterzaghi) ma i miei sforzi furono premiati: la commissaria di lettere elogio' il mio elaborato nel complesso ma aggiunse che la parte inziale relativa al Foscolo era decisamente superiore. 8 senza meno, il voto piu' alto mai preso di tema in cinque anni (casualmente sull'unico compito non corretto da una mia insegnante ma da un commissario esterno*)
Il foglio di carta millimetrata mi aiuto' a risolvere anche il compito di matematica. 7 senza meno il voto piu' alto mai preso di matematica in cinque anni (casualmente sull'unico compito non corretto da una mia insegnante ma da un commissario esterno)
Per gli orali invece erano uscite Scienze e Fisica come altre due materie, mentre io puntavo a Storia, percio' il karma del Pascoli si abbatte' su di me nelle giornate assolate di una coppa del mondo finita con le lacrime da eliminazione di Vieri e Delpiero e Inzaghi ancora giovani.
Solo il mio esame di terza media non combacia con un mondiale e infatti non me lo ricordo quasi.
Passai il 16 luglio, come ultima della giornata e nel penultimo giorno di orali. 8 e mezzo sia di italiano che di francese ( casualmente nelle uniche due interrogazioni non eseguite da due miei insegnanti ma da due commissari esterni). 
Qualche giorno dopo, sotto un diluvio estivo, andai a vedere i tabelloni con mia mamma e ballai letteralmente sotto la pioggia per quel cinquantadue che pochi mesi dopo nel mondo universitario non avrebbe significato piu' nulla, ma che in quel momento erano il frutto di anni di grappoli.
Il foglione ormai spiegazzato, due gocce d'acqua cadute in un angolo che han sbavato sulla biro nera, addobbato di post it fluorescenti, rappresenta fisicamente il lavoro che che mi aspetta, la fatica che ci vorra' per trasformare quelle idee  in un progetto altrettanto tangibile. E intanto che lavorero', il foglione mi ricordera' quella visione d'insieme da correggere,  tagliare e incollare, quel big picture che nei confini dello schermo non potrei far stare, non potrei immaginare.
Sperando che le canzoni piu' suonate del 2006 siano meglio.
*Con il mio anno si chiuse la maturita' vecchia, che aveva forse mille difetti ma uno di sicuro no: ti permetteva di essere giudicato su quanto sapevi, perche' l'insegnante esterno di te non sapeva nulla.

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