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Poveri bimbi di Milano

Creato il 15 maggio 2011 da Ilrusso
E così adesso siamo in cinque: da ieri a casa sono arrivati a far compagnia del Russino Che e Guevara, pesci rossi, ma rossi veramente.
Poveri bimbi di Milano
Mi son preso del pazzo, appena arrivato a casa: "Ma come, il mese scorso non sono manco andata del dentista visti i soldi che abbiamo, e tu te ne torni a casa con sta roba?".Nel frattempo il Russino metteva il dito contro alla vasca e mi spiegava: "Vedi papino, stiamo giocando: i pesci mi mordono i diti! Domani mi porti a vedere i cavalli al fiume Po?"Ecco, a mio figlio non gliene frega un cazzo di avere sky, gioca ai giardini pubblici con bambini marocchini, albanesi e di ogni dove, non ha una console e manco sa come si accende un telefonino, della città dove abita gli interessa poter andare con suo padre in mezzo alla natura e si stupisce ancora a guardare due pesci in una vasca molto di più che essere deportato in autostrada verso la Liguria o in Emilia per una giornata al mare in fuga da una città invivibile e cementificata, non si sente migliore ne' diverso degli altri, perchè non ci sono "altri".Mio figlio non è nato e non sta crescendo in una città invivibile, frutto dell' ultimo delirante quarto di secolo di amministrazione, come è Milano.Auguro a tutti i bambini che nasceranno da oggi in poi nel capoluogo lombardo, di poter dire quando saranno grandi: "Ho avuto la fortuna di nascere dopo che la città ha voltato pagina, ho avuto la fortuna di nascere dopo i Pilitteri, i Formentini, gli Albertini e Mestizia Moratti, quando i milanesi decisero di ridare un futuro ai propri bambini".

Quando son nato io pesavo sei chili,
avevo spalle da uomo e mani grandi come badili.
Quando son nato io eran davvero tempi cupi
e le mie strade erano piene di iene e di lupi.
Quando son nato io la morte stringeva la vite
e la gente del mondo ingoiava cordite...
Poveri bimbi di Milano, coi vestiti comprati all' Upim,
abituati ad un cielo a buchi che vedete sempre più lontano.
Poveri bimbi di Milano, così fragili, così infelici,
che urlate rabbia senza radici con occhi tinti e con niente in mano.
Poveri bimbi di Milano, derubati anche di speranza,
che danzate la vostra danza in quello zoo metropolitano.
Poveri bimbi di Milano, con fazzoletti come giardini,
poveri indiani nella riserva, povere giacche blu questurini...
Quando son nato io c' era la fame nera
e la vita d' ognuno tirava il lotto ogni sera.
Quando son nato io le città erano cimiteri
e la primavera sbocciava sopra ai morti di ieri.
Quando son nato io alla fine ci fu gran festa
e l' uomo si svegliò dal sonno, aprì gli occhi e rialzò la testa...
Poveri bimbi di Milano dall' orizzonte sempre coperto,
povera sete di libertà costretta a vivere nel deserto.
Poveri bimbi di Milano dalle musiche come un motore,
col più terribile dei silenzi la solitudine del rumore.
Poveri bimbi di Milano, figli di padri preoccupanti
con un esistere da nano e nella mente sogni giganti.
Poveri bimbi di Milano, numerosi come minuti,
viaggiatori di mete fisse, spettatori sempre seduti...
Quando son nato io, come capita a tutti,
il tempo uguale e incurante imponeva i suoi frutti.
Quando son nato io nel rogo di San Silvestro
si bruciava il passato e il peccato col resto.
Quando rinasceremo, come il sogno d' un uomo,
bruceremo il futuro in piazza del Duomo...
Francesco Guccini - Milano (Poveri bimbi di) ( Metropolis - 1981)

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