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POVERO CRISTO (1975) di Pier Carpi

Creato il 23 agosto 2011 da Close2me

povero_cristoSemplicemente: Il capolavoro di Pier Carpi. Il visionario regista emiliano imprime, in un’opera che attraversa indistintamente il linguaggio del cinema, del teatro e del fumetto, tutta la propria sensibilità intellettuale ed esoterica, rielaborando con incredibile spiritualità il tema del Salvatore, nucleo di una profonda riflessione che lo accompagnerà fino all’ultima pubblicazione Gesù contro Cristo: tra magia e mistero, il romanzo che svela i segreti del Vangelo, edita da Simonelli nel 1997.
“Con aspirazioni di investigatore privato, Giorgio (M. Reitano), giovane di provincia, è avvicinato in città da uno sconosciuto che gli promette 100 milioni se entro due mesi gli fornirà le prove dell’esistenza di Gesù Cristo. In compagnia di una passeggiatrice compaesana (R. Dexter) il giovane comincia l’inchiesta tra gente e luoghi diversi”
Da rimanere esterrefatti come i quasi quarant’anni della pellicola passino, con rare ed ovvie eccezioni concettuali, inosservati. Povero Cristo fu talmente irresponsabile nel rappresentare le ossessioni filosofiche dell’autore (Carpi firma soggetto, sceneggiatura e regia) da rivelarsi tuttora moderno, lucido, elaborato e chiaramente sperimentale. Reitano, cui presta la voce l’attore e doppiatore Pino Colizzi, ben interpreta lo smarrimento del protagonista in un contesto dal sapore apocalittico e surreale, simbolo di un corto circuito dell’uomo comune di fronte al mistero per eccellenza: l’esistenza del Cristo. Un antieroe assoluto inabissato in un mondo in definitiva deriva (verrebbe da pensare che Jason Eisener abbia visto il film prima di pensare al suo Hobo with a shotgun), azzeccato parallelo metropolitano del non meno accomodante racconto evangelico. I dialoghi, come nel successivo Un’ombra nell’ombra, rappresentano tuttavia lo spartiacque principale tra i detrattori del regista, che rimproverano un eccessivo simbolismo ed una palese incapacità direttiva degli attori, ed i suoi estimatori tout court, colpevoli di aver riconosciuto a Pier Carpi una poetica originale e libera, imprecisa eppure stilisticamente svincolata dalle contemporanee produzioni cinematografiche nostrane. Ulteriore riconoscimento all’originalità del progetto, lo stupefacente lavoro svolto da Mario Giorsi (Beatrice Cenci, I guerrieri dell’anno 2072) sui costumi e soprattutto sulle elaborate scenografie, ricche di cromatismi pop e di incredibile fascino figurativo.
Arrivare al beffardo finale potrebbe risultare ostico al pubblico meno predisposto. Per il restante, sarà un’esperienza filmica con pochi precedenti.


YouTube Video Trailer gentilmente concesso da CAINA Mondo-Zine

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