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Pranzo virtuale

Creato il 07 luglio 2013 da Af68 @AntonioFalcone1
Enzo Turco e Antonio De Curtis

Enzo Turco e Antonio De Curtis

(…) “Siccome il Monte di Pietà era chiuso, vai dallo scharcoutier qui alla cantonata…
“Da chi?”
Dallo sharcoutier alla cantonata…
“E chi è questo sciacquettiere?”
Il pizzicagnolo, il salumiere!
“Ah, il casanduoglio!”
Eh!
“E parla chiaro…”
Il bottegaio!
“Oh!”
fffsdfwer23rGli lasci questa roba in pegno e ti fai dare un chilo e mezzo di spaghetti: non pigliare la pasta grossa, perché non la digerisco…
“Eh, eh, eh … Pasquà, tu, con questa fame, digerisci pure le corde di contrabbasso…”
Va beh, lasciamo andare…
Poi ti fai dare una bella buatta di pomodoro, eh? Che a me gli spaghetti piacciono pieni di sugo. A proposito, il sugo come lo facciamo? Che dici, con la salsiccia? Sì, con la salsiccia, ti fai dare un chilo di salsiccia. Non pigliare quella stantia, quella già fatta, quello ha la macchina tritacarne, piglia la pelle, l’infila, trrr ta tà…, trrr ta tà: te la fa davanti a te. Chiaro? Oh! E poi rimaniamo così, asciutti asciutti? Solamente spaghetti e salsiccia?

“Eh…”
Vogliamo fare una bella padellata di uova? Eh? Uova in padella? Uova? Eh?
“Uova? Sì…”
Sì! Allora… 10 uova…Tu le uova le mangi?
“Se me le dai, me le mangio”.
Dolores Palumbo, Turco, Liana Billi

Dolores Palumbo, Turco, Liana Billi

Assicurati che siano fresche eh…
Tu le agiti, se sono fresche te le pigli, se no… Desisti, eh?

Come le vogliamo fare? Con la mozzarella?
Sì, facciamole con la mozzarella.
Le uova vanno fatte con la mozzarella.
Ti fai dare mezzo chilo di mozzarella di Aversa, freschissima: assicurati che sia buona.
Piglia con due dita, premi la mozzarella, e se cola il latte, te la pigli, se no, desisti. Oh, che altro? Niente più, un po’ di frutta secca … Ah, poi ti fai dare pure 5 lire in contanti, e vai fuori dirimpetto dal vinaio, a nome mio: dici qua mi manda don Pasquale il fotografo e ti fai dare due litri di Gragnano, frizzante. Assicurati che sia Gragnano, tu lo assaggi, frrrr, se è frizzante lo pigli, se no…

“Desisto”.
Desisti. Oh, che altro? Ah! Tornando qui a casa a fianco al portone c’è il tabacchino, piglia due sigari, uno per te e uno per me, e il resto me lo porti, và …
“Pasquà, dimmi una cosa, ma qui dentro c’è il paltò di Napoleone?”
(…) (…)

Dialogo tra Felice Sciosciammocca (Totò) e l’amico coinquilino Pasquale (Enzo Turco), rispettivamente scrivano e fotografo ambulante, entrambi male in arnese, mentre la famiglia riunita intorno al desco tristemente vuoto (Dolores Palumbo/Luisella, la compagna di Felice; Liana Billi/Concetta, la moglie di Pasquale e Pupella/Valeria Moriconi, loro figlia) annuisce silente nell’ascoltare l’elenco delle cibarie che si pensa di poter acquistare impegnando un paltò, dopo giorni di digiuno.

Insieme alla scena della lettera, un’altra memorabile sequenza del film Miseria e nobiltà, 1954, regia di Mario Mattoli, soggetto tratto dall’omonima commedia di Eduardo Scarpetta, 1888. Se la convinzione espressa da Turco nel descrivere tutto ciò che potranno mangiare è a dir poco esemplare, tra arie da gourmet e indomito senso d’orgoglio, la mimica espressa dal principe della risata, un movimento degli occhi, una semplice piega della bocca, rappresenta qualcosa di unico, fra un pensiero rivolto al cibo ed uno sguardo al misero involto che dovrebbe assicurarglielo, per poi trovare sfogo verbale nella battuta finale.


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