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Predestination

Creato il 30 giugno 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 2014
  • Durata: 97'
  • Distribuzione: Notorious
  • Genere: Fantascienza
  • Nazionalita: Australia
  • Regia: Michael Spierig, Peter Spierig
  • Data di uscita: 01-June-2015

I fratelli Spierig. Gente in gamba. I gemelli hanno ancora pochi film alle spalle, tre lungometraggi e una manciata di corti, ma sono già stati in grado di lasciare il segno in un genere parecchio delicato che, da qualche anno a questa parte, ha visto assottigliarsi il confine tra “accettabile” e “crimine contro l’umanità”: la fantascienza. Gli Spierig hanno già delineato il loro marchio di fabbrica, nonostante la ridotta produzione, ed è costituito dalla fusione di elementi sci-fi, noir e horror, che spesso sfocia nello splatter. Elementi di cui si può godere guardando Undead (2003) o Daybreakers – L’ultimo vampiro (2009). Analizzando la messa in scena di questi due film ci si trova davanti a versioni estremizzate della paranoia letteraria di un Philip K. Dick miscelata alla follia di George A. Romero e John Carpenter. Nomi grossi, già, ma essenziali per afferrare l’intricata combinazione delle perversioni filmiche dei due gemelli.

Predestination si avvale di un immenso Ethan Hawke nel ruolo di protagonista: un’informazione pregna di significato se si considera che Hawke è già al secondo lungometraggio con gli Spierig, e che, dopo la piacevole esperienza di Daybreakers, ci ha messo solo un giorno per accettare il copione che gli era stato sottoposto. Si tratta della trasposizione cinematografica di All You Zombies, intricatissimo racconto di un gigante della fantascienza statunitense, Robert A. Heinlein. E il film sembra proprio soffrire, in alcuni punti, di questa trama così contorta e difficile da districare, se non con lunghe parti eccessivamente didascaliche, per forza di cose, soprattutto nella prima metà della pellicola. Un film onesto, e anche bello nel complesso, ma carente di carica emozionale e mai davvero coinvolgente. Sa un po’ di occasione mancata, ma i gemelli vanno perdonati e compresi, senza se e senza ma. Perché Predestination è un’opera ambiziosa e gli Spierig hanno rischiato, rincorrendo ammirevolmente l’obiettivo di fare cinema in maniera classica, cercando di narrare una storia molto articolata senza ricorrere al bluff, e hanno cercato, nel contempo, di muoversi in un contesto fortemente attuale pur strizzando l’occhio alla migliore fantascienza, quella che negli anni Settanta e Ottanta ha incorporato influenze noir, con risultati decisamente inquietanti.

Predestination va diviso in due parti, differenti per resa filmica e conseguente godibilità: una prima, molto didascalica, che a volte irrita e annoia un po’ con il suo elenco di fatti, ma necessaria per la comprensibilità del plot; e una seconda, che conferisce un’impennata al film, che diventa di colpo angosciante. Una seconda parte in cui l’atmosfera si fa lugubre ed entrano in gioco i “confronti allo specchio” dei vari personaggi che viaggiano continuamente in un arco temporale che va dagli anni Quaranta ai Novanta, e delle scenografie molto più estranianti rispetto alla prima sezione del film, che quasi riconducono alle atmosfere di Blade Runner (ancora una volta Philip K. Dick) o di Cosmopolis (e in generale del Cronenberg fantascientifico più recente). Un film riuscito a metà, ma che resta comunque impresso per i temi trattati e i paradossi affrontati, grotteschi, a tratti persino comici, e in grado di turbare lo spettatore. E in questo caso i meriti vanno divisi con l’intrigante visionarietà dell’autore originale, Heinlein, forse misconosciuto, ma sicuramente ai livelli dei più noti Asimov e Dick, appunto. Unica nota di demerito, senza appello: le musiche, a opera di uno dei due registi, Peter Spierig. Brutte, sul serio, accademiche e ridicole in più passaggi. Dispiace dover precisare una cosa del genere, ma non potevano farla franca.

Riccardo Cammalleri



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