In una culla d’acqua,
apnea.
Vago,
nei bassi fondi di un’anima irrequieta.
Strade tortuose
e crocevia abbandonati.
Urla e risa
lamenti e mugolii
si percepiscono appena,
sopraffatti dal tuo odierno essere.
E tu, anima dolente
e insolente.
Strattoni via
ogni mio futile assillo
senza curarti
della tua violenta dolcezza.
Respiro,
di nuovo.
“ Esisti davvero?”
Lascio nell’aria
questo timido dubbio.