Con un paio di giorni di anticipo
Certo non sono uno degli eventi più spettacolari del cielo. Ma le regioni più scure e più fredde del Sole possono rivelarsi tremendamente importanti per il nostro pianeta. Perché le macchie solari, osservate al telescopio per la prima volta 400 anni fa, sono talvolta associate a emissioni energetiche ed eiezioni di massa in grado di disturbare le telecomunicazioni, danneggiare i satelliti, mettere in pericolo le vite degli astronauti e anche provocare blackout su vasta scala al suolo. Non succede sempre, anzi per la verità non capita nemmeno tanto spesso. Però, quando capita, e capita magari con grande intensità, allora le conseguenze possono essere devastanti. Sicché sarebbe bello poter prevedere la comparsa dei gruppi di macchie solari, o almeno dei più grandi e pericolosi. Un bel sogno, finora, perché la fisica della fotosfera solare è stata sempre un’attività osservativa: ci si limita a guardare quel che succede, a prenderne atto e a catalogarlo. Un articolo appena pubblicato da “Science” propone però un metodo previsionale.
Una macchia solare in un'immagina ad altissima risoluzione. (Cortesia: F. Woeger/KIS/C. Berst/M. Komsa/NSO/AURA/NSF)
Continua… (Corriere del Ticino)
Ilonidis, S., Zhao, J., & Kosovichev, A. (2011). Detection of Emerging Sunspot Regions in the Solar Interior Science, 333 (6045), 993-996 DOI: 10.1126/science.1206253