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Previdenza integrativa

Da Mrinvest

Il terzo pilastro per integrare la pensione pubblica dell’Inps e quella complementare dei Fondi pensione

 

Previdenza integrativa, il terzo pilastro per integrare la pensione pubblica dell’Inps e quella complementare dei Fondi pensione
In un precedente articolo abbiamo detto che il nostro sistema previdenziale si regge sutre pilastri. Il primo è rappresentato dalla previdenza pubblica (Inps), il secondo dalla previdenza complementare (Tfr e Fondi pensione), il terzo pilastro è formato dalla previdenza integrativa (forme di risparmio individuali).
Integrare la pensione con una ulteriore rendita, come abbiamo già visto con la previdenza complementare, è diventata una esigenza fondamentale per poter mantenere un discreto tenore di vita, al quale è difficile rinunciare. Ma, a causa dei grossi tagli subiti dalle pensioni pubbliche, il Tfr o i Fondi pensione non saranno più sufficienti a risolvere questa esigenza. Per cui, molti avranno bisogno di provvedere con una ulteriore fonte di reddito, per integrare la pensione pubblica e quella complementare dei Fondi pensione. Stiamo parlando del terzo pilastro, quello della previdenza integrativa individuale.

E’ dunque necessario provvedere in tempo a costruire un piano di investimento

personalizzato per accumulare risparmio in un periodo di tempo molto lungo (almeno 20 o 30 anni). Come costruire questo piano? E’ difficile rispondere in breve ad una domanda così impegnativa, visto che negli ultimi anni la capacità di risparmio delle famiglie è stata colpita negativamente da diversi eventi, come la crisi economica e finanziaria cominciata nell’estate del 2007 e ancora non terminata.

Fino agli inizi degli anni Novanta era abbastanza facile costruirsi una pensione integrativa. I tassi dei titoli di Stato superavano infatti il 10%, insostenibili per il bilancio statale. Poi, dal 1996 in poi, le cose sono cambiate e l’ingresso dell’Italia nell’Area euro ed altri fattori legati alla congiuntura economica, hanno fatto precipitare il costo del denaro al minimo storico dell’1%. Oggi i tassi dei titoli di Stato offrono un interesse tra l’1% ed il 5% annuo circa (a seconda delle scadenze) e non è facile ottenere una rendita finanziaria adeguata.

Per ottenere interessi più elevati i risparmiatori hanno investito in strumenti finanziari ad alto rischio. Anche le banche hanno proposto prodotti non adatti alle esigenze dei risparmiatori. Ne sanno qualcosa coloro che hanno comprato, al posto dei Bot, obbligazioni argentine oppure Parmalat e Cirio, a tassi molto allettanti, trasformatesi poi in carta straccia. I titoli spazzatura che le banche hanno rifilato ai risparmiatori nell’ultimo decennio sono stati davvero molti, anzi troppi.
Da tutto questo i risparmiatori devono trarre diversi insegnamenti, come quello di non fidarsi ciecamente dei consigli di banche e promotori finanziari e di cercare di conoscere il più possibile il funzionamento degli strumenti finanziari che intendono acquistare.

La previdenza integrativa del terzo pilastro, dunque, passa attraverso investimenti individuali in assicurazioni, azioni, obbligazioni, titoli di Stato, Fondi comuni di investimento, Etf (Exchange traded fund), pac (piani di accumulo di capitale), Buoni fruttiferi postali, conti di deposito, e poi ancora materie prime, oro, immobili, opere d’arte, diamanti.
Abbiamo già parlato approfonditamente di molti di questi strumenti, cercheremo di analizzare anche gli altri mancanti.


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