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Prima di firmare, leggi qui.

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite
  • Categoria Cuore
  • Categoria Cervello

… Hai scritto un romanzo, una raccolta di racconti, un libretto di poesie, insomma, hai creato un’opera e proprio non vuoi che prenda polvere nel cassetto. Vuoi che si pubblichi, lo vuoi a tutti i costi e ti rivolgi a una lunga serie di editori. Alcuni di questi ti rispondono che devi comprare delle copie, più di 200, è proprio troppo, o che devi anticipare alcune migliaia di euro perché l’editore sta rischiando per te, ma anche questi, caspita, sono proprio troppi per uno scrittore squattrinato. Ma aspetta! Uno, solo uno, un solo editore ti risponde che sì vorrebbe pubblicare la tua opera, senza contributi, e ti invia un contratto, che loro chiamano standard.

In effetti, ti sembra buono: non devi rimetterci un soldo, ti pubblicano a loro spese, addirittura ti dicono che hanno un’opzione su di te (bene, pensi, pubblicheranno anche altre tue opere), e che il romanzo verrà distribuito nelle loro librerie di fiducia.

Decidi che va bene, e poi, pensi, uno scrittore esordiente e sconosciuto come te non ha potere contrattuale…

FERMO! ASPETTA!

Non è proprio così. Hai potere contrattuale e devi contrattare! Su quali punti? Quali sono le clausole che devono assolutamente sparire e quali sono i principi che devono essere espressamente riportati?

Lo spiegano bene gli scrittori in causa che, in questo articolo, propongono il contratto editoriale standard “da cui (…) ci piacerebbe partire per mettere finalmente in discussione le convenzioni contrattuali che ci vengono proposte dagli editori come immutabili.”

… Allora: leggi attentamente l’articolo degli scrittori in causa, controlla, confronta e, prima di firmare, verifica che il tuo contratto sia davvero un contratto editoriale standard.

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