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Prima o poi me lo chiederà: spiegare la guerra ai bambini.

Da Wising
Da qualche giorno Cig ha una pistola giocattolo.
Lui gira per casa armato ti aspetta dietro una porta e fa PPEM PPPEM sei morta e io muoio appena il tempo di prendermi un bacio in fronte perchè "Mamma con un bacio resusciti".
Sono contraria alle armi, giocattolo o meno, sono contraria perfino al pollice-indice a forma di.
Forse però, come diceva Eco in un'intervista, se non lasciamo giocare i bambini con le pistole giocattolo ci sono più possibilità che da grandi vogliano quelle vere.
Chissà a che giochi hanno giocato, se ne hanno avuto davvero il tempo? Chissà se hanno aspettato la mamma dietro la porta e poi l'hanno salvata con un bacio.
Non lo so, andiamo a caso, a naso, a senso, più a sentimento che altro.
Come glielo spiegherò? Dove troverò le parole per spiegargli che ci si fa esplodere un martedì mattina qualunque, in un aeroporto che potrebbe essere qualunque, tra persone qualunque, di fretta, assonnate, in transito, distratte e con i pensieri già in volo, appena atterrati, con le braccia pronte ad abbracciare, le mani per salutare, un sorriso stanco, un viaggio dentro e tutt'intorno la paura.
Come si racconta a un bambino, fuor di retorica, dentro parole che possa capire senza creare categorie?
Mai direi loro sono i cattivi, anche se potrei.
Mai potrei neppure i buoni siamo solo noi, anche se è la cosa più semplice da dire.
Ci muoviamo insieme, le bombe e la gente, in una zona grigia grigia, a tratti tetra, che chiamiamo i nostri tempi.
Servono parole per capire e ragionare.
PPEEM PPEEM.
Ci vorrebbero più baci, credo.
Forse più mamme che poi resuscitano e papà che ridono in battaglie improvvisate.
Non lo so.
Prima o poi qualcosa dovrò dirgli o comunque me lo chiederà.
Magari sarà anche prima del "come nascono i bambini?" che quelle erano domande d'altri tempi, così serene e piene di vita.
E come gli dirò che ci sono bambini stipati in una barca puzzolente che attraversano il mare, con le onde e tanta paura e non sempre arrivano? E quando arrivano, bambini non lo sono già più.
Come si racconta ciò che abbiamo intorno, lasciando almeno una possibilità di comprendere e magari fare meglio? Che non è chiudendosi, dietro frontiere, odio, retorica, diffidenza e paura. Non è neppure facendo finta che sono pochi i cattivi, i buoni, quelli, alla fine vincono sempre. Che ci sono scelte giuste e scelte sbagliate, ma che ognuna ha conseguenze imprevedibili.
Prima o poi me lo chiederà.
Prima o poi non ci saranno i cartoni in TV, ma il telegiornale e corpi chiusi in sacchi scuri, vite stese sotto lenzuola ormai asciutte.
PPPEM PPEEEM.
Come gli insegno la prudenza, se non so da che parte arriverà il pericolo?
A cosa dovrà fare attenzione? Agli aerei o ai concerti, agli uffici nei grattacieli, o alla metropolitana ogni mattina? all'uomo, alla donna, al compagno di scuola?
Non accettare le bombe dagli sconosciuti.
Se vedi uno con un mitra, ecco, allontanati, anni luce se ci riesci, ma devi essere veloce, cuore di mamma.
Se sapessi cosa dirti te lo direi subito, oggi stesso, stasera, seduto in braccio e "hai capito bene?"
Ma non lo so Cig, non lo so davvero.
E' presto per buttarti tra le onde alte di questi tempi in burrasca.
Finchè posso Cig, guardiamo pure i cartoni animati.
Ci penso però, sai.
Ogni volta che salgo su un treno, sulla metropolitana, che attraverso una stazione, che aspetto un aereo o sono in coda, in mezzo a una folla che non conosco più.
Una preoccupazione che ancora non so come raccontarti.
Un brivido triste che attraversa i pensieri.
PPEEEM PPPEM
Mamma è wonderwoman, ma è un segreto.
E la nonna ti ha risposto che tutte le mamme lo sono.
La mia, hai puntualizzato tu.
Ambarambaciccicocò tre civette sul comò che facevano l'amore con la figlia del dottore che poi si ammalòòòò, ambarambaciccicocò.

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