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Prima va a cavallo, poi a caccia di ori olimpici

Creato il 13 aprile 2011 da Sportduepuntozero

Salti da oro olimpico

di Edoardo Blandino

Prima va a cavallo, poi a caccia di ori olimpici
Oro olimpico, ori, argenti e bronzi a campionati europei ed italiani, conditi con l’entusiastica spensieratezza di una 19enne. In quel di Vinovo, al circolo “La Madonnina”, abbiamo incontrato una ragazza che ha finalmente riportato in Italia una medaglia in equitazione.

Che cosa hanno in comune Federica Pellegrini e Valentina Isoardi? Nulla, verrebbe da dire. A partire dal fatto che la prima è famosa, mentre la seconda (almeno per ora) no. In realtà entrambe hanno all’attivo un risultato importante: parliamo di un oro olimpico. La nuotatrice Pellegrini lo ha vinto a Pechino 2008, nei 200 metri stile libero. Valentina Isoardi, invece, lo ha conquistato alle olimpiadi giovanili di Singapore 2010 con la squadra europea di equitazione. E questo non è il primo riconoscimento internazionale ottenuto dalla giovanissima di Moncalieri: in Olanda nel 2009, al campionato d’Europa di equitazione, ha conquistato un bronzo individuale ed un argento a squadre nella categoria under 18.

Il cavallo e l’ingegneria

Valentina è molto fiera dei risultati, ma non ama snocciolarli, se non su precisa richiesta.
Del resto Vale non si è mai montata la testa, nonostante l’entusiasmo dei suoi 19 anni, da compiere a giugno. Non ha ancora deciso cosa fare da “grande” e nel dubbio, intelligentemente, non ha abbandonato gli studi. Anzi, si è buttata in un percorso difficile come quello di Ingegneria Biomedica al Politecnico di Torino.
Ma il tempo per studiare è poco, visto che sei giorni su sette monta a cavallo. Così si divide a metà: al mattino corre a Vinovo, al Circolo Ippico “La Madonnina”, dove si allena da due anni, e al pomeriggio si precipita a seguire le lezioni. Purtroppo – o per fortuna – capita che le trasferte delle gare prendano più delle classiche 48 ore del week-end, così Valentina deve abbandonare gli studi per trasferirsi in albergo. Ma il “sacrificio” è ben compensato: stare più giorni a contatto con coetanei di tutta Italia o Europa è un’esperienza impagabile.

Leggi l’articolo completo sul numero di aprile di Sport 2.0

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