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PRIMO OPEN DAY DI "TEMPO di VIVERE"

Da Andrea_cusati

Racconto del nostro primo Open Day all'ecovillaggio/comunità di Tempo di Vivere

Dopo il travagliato semifallimento del mercatino dell'usato giungiamo all'Open Day con poca divulgazione dell'evento e poche speranze di riuscita nel cuore.

Nonostante tutto io ci credo e cerco di lavorare sodo per preparare al meglio gli spazi esterni all'accoglienza delle persone.
Il tempo è splendido, come per tutto ottobre è stato, se si esclude il disastroso vento di qualche settimana fa, che comunque aveva lasciato un cielo limpidissimo.
Alla mattina dell'Open Day ho solo il falò da finire di organizzare e mi prendo l'incarico, durante la spesa al mercato con Ermanno, di cucinare io per pranzo.
A metà mattina una bella sorpresa: due donne (Alessandra e Paola), che hanno letto su una newsletter del nostro evento, stanno arrivando a conoscerci!
Tutti contenti le accogliamo e per un'oretta sospendo i miei lavori di sistemazione per conoscerle e raccontare di noi.
Con Paola parlo meno ma mi piace molto la sua allegria e semplicità, con Alessandra converso di più, racconto il progetto e poi finiamo a parlare dell'alimentazione tendenzialmente crudista (o igienismo alimentare) proposta da Valdo Vaccaro, che io seguivo come dieta e lei segue tutt'ora.
Vaccaro in più è una persona che vorrei invitare qui al casale di TdV prima o poi per una conferenza.
A una certa ora vado a cucinare.
Cucinare mi piace, ma a Tempo di Vivere è piuttosto impegnativo, non tanto per gli ospiti che abbiamo avuto finora generalmente, ma per i membri della comunità.
Ognuno ha la sua menata alimentare e/o di gusto e così un piatto semplice (io amo cucinare semplice e veloce) come una pasta coi pomodorini diventa una moltiplicazione dei pani e dei pesci. :-)
C'è chi ci vuole un ingrediente e l'altro no, chi la vuole liscia con l'olio e via dicendo.
Per fortuna sul resto non ci sono grossi problemi e riesco anche a fare dei buoni fiori di zucca in pastella, che credo sia la seconda volta che cucino in vita mia.
Chiaramente lo stare in cucina mi assorbe un'ora o due, quindi mi godo meno il gruppo.
Avendo in corso dei lavori edili in casa e avendo spostato delle cose in cucina, la cucina è veramente uno spazio angusto, dove è difficile muoversi in due, così declino l'offerta di qualcuno di aiutarmi a cucinare, anche se sarebbe stato piacevole farlo insieme a persone che avevo appena conosciuto.
Mentre cucino arrivano altre due persone (Maria Grazia e Paolo), due persone che trovo molto piacevoli e in osservazione del posto, soprattutto Maria Grazia mostra una curiosità genuina per il nostro progetto, mentre Paolo è più affascinato dalla location naturale che ci circonda.
Il pranzo è molto piacevole e si chiacchiera di tutto un pò, ovviamente tiene molto banco il racconto della nostra realtà nascente, cosa per cui tutti siamo lì.

Foto di gruppo della tavolata all'Open Day

La bella tavolata dell'Open Day a TdV


A fine pranzo arrivano per il caffè Mattia e Ramona.
Mattia è un ragazzo che ha risposto all'annuncio che ho messo in Rete in questi giorni per cercare persone disposte a trasferirsi da noi qualche settimana e in cambio di vitto, alloggio e condivisione della nostra esperienza di vita comunitaria, darci una mano in piccoli e grandi lavori.
Ramona è la sua fidanzata e sono venuti per conoscerci di persona e poi decidere il da farsi.
Trovo Ramona molto guardinga all'inizio, come una persona che mette una barriera davanti alla sua dolcezza, ma che poi con l'andare avanti della giornata ci concede tutta sé stessa senza remore e la trovo affabile, simpatica e molto in gamba.
Mattia lo trovo da subito molto genuino e semplice, la classica persona che ti aspetti di incontrare in posti come il nostro.
Un bel gruppo di sei persone che si fonde per un pomeriggio in un'immersione nella natura e nel nostro sogno di vita che stiamo cercando di rendere concreto con impegno ogni giorno.
Ci sono momenti in cui mi sento commosso e felice per aver conosciuto persone così belle in un giorno da cui ci aspettavamo poco.
Al nostro gruppo di residenti si era anche aggiunta Simona, una donna che si vuole unire a noi vivendo qui in pianta stabile a breve e Ilaria e Federico, una donna col figlio che sta satellitando intorno a noi da quando abbiamo iniziato la nostra avventura qui.
Simona la vedo bene, molto felice e spensierata, sta dissipando le sue paure e quindi le sue confusioni e questo la rende più serena e convinta delle scelte che sta facendo.
Ilaria invece la vedo pensierosa e un pò più distaccata del solito, non so se provare a parlare per chiederle cosa le accada dentro di sé o meno, alla fine opto per aspettare che sia lei ad avere voglia di comunicare ciò che prova se lo ritiene opportuno.
Mi godo un pò Pietro e un pò Isotta, accetto volentieri la vicinanza e l'aiuto anche di Federico e poi termino di preparare il falò, mentre Simona racconta a tutti il suo scollocamento nel passaggio di transizione che sta affrontando per venire a vivere con noi.
Durante il pomeriggio mi amareggia un'incomprensione col gruppo su una questione, ma poi le passeggiate con qualche ospite e soprattutto il falò serale dopo cena, mi aiutano a ritrovare la serenità.
Per cena arrivano anche due amici di Simona (Vincenzo e Chiara) che, non so perché, vivo poco e con cui parlo poco, li trovo un pò introversi e taciturni, molto in ascolto e molto dolci come persone.
Il primo falò di TdV va alla grande, si canta, si ride e mi sembra di tornare alle serate davanti al bivacco negli scout.
Prima del falò Simona propone di accendere il fuoco bruciando dei bigliettini con su scritto cosa non vuoi portare avanti nella tua vita.
Io decido di scrivere: la paura di amare.

Antonio e Federico bruciano i loro biglietti

Antonio e Federico bruciano i biglietti sulla punta dei legnetti


Le fiamme del falò ci riscaldano

Evvai di falò!


Foto dell'alto fuoco del falò

Il falò cresce


Tra pomeriggio e sera vedo il dispiacere di chi riparte per casa o per impegni precedentemente presi e mi riporta alla mente le tante volte che da ragazzino e bambino andavo via dalla casa in campagna per tornare in città con la morte nel cuore, la malinconia e il dispiacere.

Una volta di più mi commuovo all'idea che finalmente ho un posto mio che amo e che sto costruendo coi miei amici qualcosa di importante e resistente al tempo.
La domenica vengono a trovarci dei miei vecchi amici che proprio non mi aspettavo: Pier con la moglie Elisa e i loro figli (Demetrio e Rebecca).
Una bella chiacchierata di un pomeriggio con loro conclusasi con promesse di un ritorno a breve termine per vivere la nostra comunità.
Promessa che mi auguro mantengano al più presto.
Come i pomeriggi in cui capitavo da loro ho ritrovato il gusto di parlare a persone semplici e autentiche nella loro umanità.

Il bello di questo Open Day è stato trovare poche persone ma buone, tutte di buon cuore e vivamente interessate alla nostra realtà in divenire.

Ringrazio davvero tutte le persone che sono venute a trovarci e il nostro gruppo che si è dato da fare perché questa giornata scorresse e avvenisse nel migliore dei modi.
Ringrazio per gli abbracci sinceri, gli occhi lucidi, le emozioni provate, i sorrisi fatti e ricevuti, la felicità e la spensieratezza di una giornata venuta bene senza prepararla troppo che mi ha dato un rilassamento interiore di cui avevo fortemente bisogno.
Cento di questi giorni TdV!

         Scritto da Andrea Cusati mercoledì, 5 novembre, 2014


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