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Primo Piano Film World War Z di M. Forster

Creato il 24 giugno 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Film World War Z
Siete per caso capitati sul sito crisiszero.com? Se la vostra risposta è negativa e non sapete di cosa si stia parlando affrettatevi a visitare questa pagina web, perché troverete tutte le indicazioni per affrontare la nuova epidemia che sta minacciando il mondo. Il timer che scorre sulla parte alta del vostro schermo segna il tempo rimanente al contagio globale. E per saperne di più, su Youtube potete vedere e ascoltare le testimonianze di chi si è trovato a contatto con le persone affette da questo virus sconosciuto.
Non vi stiamo raccontando la trama di un film, ma semplicemente indicando l’intelligente e accattivante campagna virale che la Paramount ha messo in atto per promuovere World War Z, il nuovo film di Marc Forster in uscita negli States il 21 giugno e nelle nostre sale il 27. A interpretarlo e a produrlo, Brad Pitt, che con la sua società ‘Plan B’ ha acquistato i diritti del romanzo del 2006 di Max Brooks World War Z. La guerra mondiale degli zombi. «Ma non sarà il solito zombie-movie», ci tiene a sottolineare Forster, che promette: «il film rivoluzionerà il genere e le sue regole». A fargli eco lo stesso Pitt che evidenzia come «sia molto di più di un film sugli zombie perché racconta di un’apocalisse globale, di un’epidemia che tocca tutto il pianeta». Infatti l’infezione ha origine in Asia e dilaga lentamente contagiando tutto il mondo. Per cercare di fermarla viene mandato in missione un agente delle Nazioni Unite di Philapelphia, Gerry Lane. Il suo compito: trovare il paziente zero. Il racconto si sviluppa nell’arco di pochi giorni e vede Lane prima in Africa, poi in Asia, infine in Israele, unico luogo della Terra ancora non contagiato, protetto da un altissimo muro, il Salvation’s Gate, eretto proprio per difendersi dall’attacco della massa infetta. «Per alcune scene abbiamo girato con più di cento comparse zombie» – racconta il regista. Ma non aspettatevi i morti viventi alla Romero, con vestiti strappati, visi tumefatti, sangue che cola dalla bocca, bensì dei semplici umani contagiati e impazziti, che corrono ad una velocità impressionante e non hanno la percezione dello spazio e delle altezze.
Forster ha optato per una messa in scena assolutamente realistica: «il film è impostato come se quello che raccontiamo possa accadere da un momento all’altro nella vita di tutti i giorni». Il suo realismo però non vuole diventare la ragione o l’espediente stilistico per mostrare litri di sangue sullo schermo. «Ho evitato di mostrare la violenza di proposito. Volevo allontanarmi dalle convenzioni del genere. Il divertimento però non mancherà, anzi vi farò vedere qualcosa che non si è mai visto in un film di zombie: un attacco su un aereo». E dietro all’appassionante spettacolo, non mancheranno neanche i sottotesti socio-politici, com’è da tradizione del genere: «Se nel 1970 George A. Romero aveva voluto muovere una critica al consumismo, io utilizzo gli zombie come metafora della sovrappopolazione e della diminuzione delle risorse nel mondo».
Girato tra Malta (dove è stato ricostruito il set israeliano), Glasgow e la Cornovaglia, il film è stato successivamente convertito in 3D. Prima però Forster ha convinto la produzione a rigirare il finale: «Sentivamo che il finale non era ciò che volevamo e che doveva e poteva essere migliore. Così l’abbiamo rigirato in studio. Adesso siamo davvero felici del risultato. E’ un finale differente, più potente, e funziona perfettamente per questa storia». E forse potrebbe anche aprire a dei sequel. «In fondo ci sarebbero altre storie da raccontare» , conclude il regista. Prepariamoci ad affrontare nuove epidemie.

di Antonio Valerio Spera

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