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Privatizzazione dell’acqua, perchè non ci dicono nulla? SI al referendum del 12 e 13 giugno

Creato il 22 maggio 2011 da Lupoantonio

Privatizzazione dell’acqua, perchè non ci dicono nulla? SI al referendum del 12 e 13 giugnoL’acqua è un bene comune, un diritto che deve essere tale per tutti, ma è davvero così? E soprattutto, quanto ne sappiamo sull’argomento?
Ad essere precisi ciò che ci dicono è molto diverso da ciò che in realtà accade e su molte cose siamo totalmente all’oscuro. Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto c’è da dire che l’acqua è indispensabile per la vita e, in teoria, dovrebbe essere gratuita o almeno avere un costo limitato alle spese per la gestione, la depurazione e i controlli. Ciò che invece accade è totalmente diverso, sia in Italia che nel resto del mondo. Ma non “allontaniamoci troppo” (se infatti andassimo nei Paesi del Terzo mondo scopriremmo che negli ultimi decenni la Banca Mondiale ha finanziato progetti per infrastrutture idriche ponendo come condizione la loro privatizzazione) e restiamo nel nostro Paese per vedere come funzionano le cose da noi.

In Italia i servizi idrici furono affidati agli inizi del Novecento 

ad aziende municipalizzate senza fini di lucro che, a partire dagli anni Novanta, sono state trasformate in “aziende speciali”, ossia aziende di diritto pubblico e senza scopo di lucro, ma con la possibilità di conferire il servizio a società di diritto privato.
Così facendo tali aziende continuano a non pagare tasse (essendo senza scopo di lucro) ma possono permettersi di “vendere” il loro prodotto, cioè l’acqua, attraverso società miste o totalmente private.

Di fatto quindi l’acqua è già stata privatizzata, almeno in parte, ma a questo punto sorge una domanda spontanea: perchè è così importante che l’acqua sia pubblica?
Con la privatizzazione dell’acqua non è possibile trasferire denaro pubblico agli operatori del settore (quindi se le aziende fossero in perdita, non si potrebbero aiutare, ridimensionando così i prezzi dell’acqua),  né è possibile controllare il prezzo dell’acqua alle utenze finali.
A questo punto è chiaro che, privatizzando l’acqua, si verrebbe a creare un monopolio che darebbe un assurdo “potere di vita o di morte” nelle mani di privati. Di tutto questo non siamo per nulla informati. Nessuno in effetti ci tiene a dire che con le leggi in vigore le nostre bollette sono decisamente più care (dal 2002 al 2010 sono cresciute del 65%) di quanto dovrebbero essere e, ovviamente, nessuno è intenzionato a farci notare che è nostro diritto chiedere, anzi esigere, che l’acqua sia pubblica.

Senza contare che l’oro blu sta finendo: l’acqua sulla Terra è già il 40% in meno di trent’anni fa e, se si continua così, stime attendibili sostengono che nel 2020 tre miliardi di persone resteranno senza.
Probabilmente le prossime guerre, se ci saranno, scoppieranno (come per il petrolio) per dispute sull’acqua poiché non si è riusciti ad aumentare l’offerta: le grandi dighe sono troppo costose mentre la desalinizzazione, oltre ad essere troppo costosa, è anche “pericolosa” dal punto di vista ambientale ed energetico, senza contare quanto si stia espandendo l’inquinamento di fiumi e laghi.
Ma allora cosa possiamo fare?

Tanto per cominciare possiamo andare a votare SI al referendum del 12 e 13 giugno che prevede due quesiti: il primo richiede l’ABROGAZIONE delle modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, mentre il secondo prevede una ABROGAZIONE PARZIALE, ossia l’abrogazione del comma 1 che prevede la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito.
Inoltre, per tentare di arginare il problema della mancanza di acqua si potrebbero adottare soluzioni all’apparenza semplici ma molto efficaci, come una migliore distribuzione e un minore spreco. Basti pensare che “noi” Paesi occidentali, per fare un bagno in vasca, consumiamo mediamente fra i 120 e i 160 litri di acqua, per una doccia di 5 minuti dai 75 ai 90 litri, per lavarci i denti, lasciando scorrere l’acqua, 30 litri, e così via. Mentre, non troppo lontano da noi, oltre un miliardo di persone vive senza acqua potabile ed oltre 3,4 milioni di uomini, donne e bambini muoiono ogni anno per malattie legate alla carenza di acqua.

Written by Rossella Vicidomini



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